LO SCUDO DEL SACRO CUORE POTENTE DIFESA CONTRO IL DEMONIO E LA PESTE

LO SCUDO DEL SACRO CUORE POTENTE DIFESA CONTRO IL DEMONIO E LA PESTE

 

Origine dello scudo del Sacro Cuore

S. Margherita Maria scrive nella sua lettera del 2 marzo 1686 alla superiora, Madre  Saumaise: «Egli desidera che lei faccia fare degli scudi con l’immagine del Sacro Cuore affinché tutti coloro che vogliono rendergli onore lo mettano nelle loro case, e ordini altri più piccoli da portare addosso».
Così nasceva la devozione dello scudo del Sacro Cuore. La santa lo fabbricava con le sue mani e lo portava sempre con sé, invitando le novizie a fare altrettanto.
All’inizio la pratica fu autorizzata nei monasteri della Visitazione.
Più tardi venne diffusa largamente dalla venerabile A. M. Rémuzat (1696-1730), Visitandina, alla quale il Signore fece sapere in anticipo i danni che avrebbe causato la peste a Marsiglia. Con l’aiuto delle sue consorelle, la religiosa diffuse migliaia di scudi nella città colpita. La storia racconta che poco dopo la peste cessò come per miracolo e le persone malate ebbero grazie straordinarie. Dopodiché la pratica si estese ad altre città e nazioni.

 

Nel 1870 Pio IX approvò definitivamente questa pia pratica, precisando: «Benedico questo scudo e assicuro che tutti quelli che verranno fatti in conformità a questo modello riceveranno la stessa benedizione, senza bisogno che un sacerdote la rinnovi».

Scudo S. Cuore

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Già alla fine del XVIII secolo si diffuse l’usanza di tenere indosso il segno detto «Scudo del sacro Cuore», chiamato anche «Fermati!»: un piccolo ovale di panno, contenente la rossa immagine del Sacro Cuore, sormontato dalla Croce e la scritta «Fermati! Il Cuore di Gesù è con me! Venga a noi il tuo Regno!».

Se potessimo ritornare al tempo in cui la devozione di portare lo Scudo del Sacro Cuore di Gesu’ era diffusa tra i cattolici ed esprimeva la nostra gratitudine per l’amore che Gesù ci manifesta, il desiderio di ripagarlo col nostro amore e di essere accolti sotto la sua protezione, sarebbe veramente una grande grazia per noi e per i nostri fratelli e sorelle, che non hanno ancora conosciuto l’Immenso Amore di Gesù.

Si, perché lo Scudo del Sacro Cuore è una potente protezione messaci a disposizione contro i rischi che corriamo ogni giorno.

Lo possiamo portare indosso, in tasca, nella borsa, nel portafoglio.

Così diciamo al maligno: Alt! Si fermi ogni iniquità, ogni passione disordinata, ogni pericolo che ci minaccia dall’esterno e dall’interno perché il Cuore di Cristo ci protegge. Nello stesso tempo è un modo di dichiarare al Signore: ti amo, in Te confido, rendi il mio cuore simile al Tuo.

Per questo se ricevi uno Scudo dei Sacro Cuore, non essere indifferente! Medita sull’immenso Amore che Gesù Cristo ha per te, e ricevi questo dono come una grande espressione del Suo Amore. Custodiscilo con cura ed impegnati seriamente ad onorare il S. Cuore chiedendogli di aiutarti a vivere una vita santa e cristiana.

Nel 1870 Pio IX approvò definitivamente questa pia pratica, precisando: «Benedico questo scudo e assicuro che tutti quelli che verranno fatti in conformità a questo modello riceveranno la stessa benedizione, senza bisogno che un sacerdote la rinnovi».

 

Un’ altra consorella di Santa Margherita Maria Alacoque , Sr. Anna Maddalena de Remusat, religiosa di un monastero della Visitazione, salva Marsiglia dalla peste, con il concorso di Mons. De Belzunce.

Ella propaga le SALVAGUARDIE, immagini del Sacro Cuore, con la scritta: “FERMATI! IL CUORE DI GESU’ E’ CON ME.

La sua confidenza fu ricompensata: più di una volta la peste è cessata davanti alla Santa Immagine. Ella così domanda la consacrazione effettiva dei fedeli al Sacro Cuore. Mons de Belzunce consacra Marsiglia al Sacro Cuore nel 1720 e la salva dalla peste.
Nostro Signore, attende per il nostro bene, che noi facciamo un’ effettiva consacrazione, non solo a parole, ma anche abituandoci alla riparazione, all’amore e ai sacrifici.


Egli consiglia di incollare le salvaguardie (o scudi del S. Cuore) su tutte le porte della casa, all’interno delle macchine….

Maria, Sr. Anna Maddalena de Remusat, disse alla superiora del Monastero: “Madre, mi avete domandato di pregare Nostro Signore perché si degni di farci conoscere i motivi.

Egli desidera che noi onoriamo il Suo Sacro Cuore per ottenere la fine della peste che ha devastato la città. Io l’ho pregato, prima della Comunione, di far uscire dal suo cuore adorabile una virtù che non guarisse solo i peccati dell’anima mia, ma che mi informasse della richiesta che l’ho obbligato a fare. Egli mi ha indicato che voleva purificare la Chiesa di Marsiglia dagli errori del giansenismo, che l’aveva infettata.

In lui si scoprirà il suo cuore adorabile, fonte di ogni verità; Egli domanda una festa solenne, il giorno che Lui stesso ha scelto per onorare il Suo Sacro Cuore e che mentre attende che a Lui si renda questo onore, è necessario che ciascun fedele dedichi una preghiera per onorare il Sacro Cuore del Figlio di Dio. Tutti quelli che saranno devoti a questa devozione (del Sacro Cuore) non mancheranno mai dell’aiuto di questo Divin Cuore, perché mai mancherà di alimentare il nostro cuore del Suo stesso Amore.

 

Offerta della giornata al Sacro Cuore di Gesù

Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, a gloria del Divin Padre. Amen

 

Atto di Consacrazione al Sacro Cuore

Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace, il soave rifugio nelle prove della vita, il pegno sicuro della mia salvezza. A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre. Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore, della mia mente, del mio corpo, dell’anima mia, di tutto me stesso.

I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi. Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a te. Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore. Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola, ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore; che l’ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per te.

 

Per maggiori informazioni, anche su come diventare GUARDIA D’ONORE DEL SACRO CUORE DI GESU’ telefonare o scrivere alle Suore Figlie Del Sacro Cuore Di Gesu’ Via Navarrino, 1430126 LIDO DI VENEZIATEL 041/5260635

Lo Scudio del sacro Cuore diffuso grazie alle apparizioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque e richiesto ulteriormente dalla Madonna, nel 1876, anno dell’inizio della costruzione del Santuario del Sacro Cuore a Montmartre a Parigi, ad Estelle Faguette.

23 giugno (celebrazione mobile)
– Solennità Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!;
– Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!;
– O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso!;

Queste sono alcune delle tante amorose e devote giaculatorie, che nei secoli sono state e sono pronunciate dai cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e innamorate di Cristo.

Al Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa Cattolica, rende un culto di “latria” (adorazione solo a Dio, Gesù Cristo, l’Eucaristia), intendendo così onorare:

I – il Cuore di Gesù Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che per l’intima unione con la Divinità, ha diritto all’adorazione;
II – l’amore del Salvatore per gli uomini, di cui è simbolo il Suo Cuore.
Questa devozione già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S.Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S.Margherita Maria Alacoque (1647-1690).

 

La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni. Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII, infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione, si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna.

Ella già prima di entrare nel convento, era dotata di doni mistici che si accentuarono con la sua nuova condizione di religiosa; ebbe numerose manifestazioni mistiche, ma nel 1673 cominciarono le grandi visioni che resero famoso il suo nome; esse furono quattro rivelazioni principali, oltre numerose altre di minore importanza.

La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di s.Giovanni Evangelista, Gesù le apparve e Margherita si sentì “tutta investita della divina presenza”; la invitò a prendere il posto che s.Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”.

Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674, forse un venerdì; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce, perché dal primo istante che era stato formato, era già pieno d’ogni amarezza.

Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, anche questa volta un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si presentò alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme. Poi Gesù lamentando l’ingratitudine degli uomini e la noncuranza rispetto ai suoi sforzi per far loro del bene,
le chiese di supplire a questo.

Gesù la sollecitò a fare la Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella notte tra il giovedì e il venerdì.

Vennero così indicate le due principali devozioni, la Comunione al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa di adorazione.

La quarta rivelazione più meravigliosa e decisiva, ebbe luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava del Corpus Domini.

Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: “

Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me consacrati che fanno questo”.

Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, fosse dedicato a una festa particolare per onorare il suo Cuore e con Comunioni per riparare alle offese da lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude de la Colombiere (1641-1682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial.

Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920 da papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino fatto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva portare all’adorazione dei fedeli al Cuore divino, fonte e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi.

Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la santa mistica, si ebbero nell’ambito del Noviziato di Paray il 20 luglio 1685 e poi il 21 giugno 1686, a cui partecipò tutta la Comunità delle Visitandine.

A partire da quella data, il movimento non si sarebbe più fermato, nonostante tutte le avversità che si presentarono specie nel XVIII secolo circa l’oggetto di questo culto.

Nel 1765 la Sacra Congregazione dei Riti affermò essere il cuore di carne simbolo dell’amore; allora i giansenisti intesero ciò come un atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale ma metaforico.
Papa Pio VI (1775-1799) nella bolla “Auctorem fidei”, confermava l’espressione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”. Il 6 febbraio 1765 papa Clemente XIII (1758-1769) accordò alla Polonia e all’Arciconfraternita romana del Sacro Cuore la festa del Sacro Cuore di Gesù; nel pensiero del papa questa nuova festa doveva diffondere nella Chiesa, i passi principali del messaggio di s.Margherita, la quale era stata lo strumento privilegiato della diffusione di un culto, che era sempre esistito nella Chiesa sotto diverse forme, ma dandogli tuttavia un nuovo orientamento.

Con lei non sarebbe più stata soltanto una amorosa contemplazione e un’adorazione di quel “Cuore che ha tanto amato”, ma anche una riparazione per le offese e ingratitudini ricevute, tramite il perfezionamento delle nostre esistenze.

Diceva la santa che “l’amore rende le anime conformi”, cioè il Signore vuole ispirare nelle anime un amore generoso che, rispondendo al suo, li assimili interiormente al divino modello. Le visioni e i messaggi ricevuti da s.Margherita Maria Alacoque furono e resteranno per sempre un picco spirituale, dove venne ricordato al mondo, l’amore appassionato di Gesù per gli uomini e dove fu chiesta a loro una risposta d’amore, di fronte al “Cuore che si è consumato per essi”. La devozione al Sacro Cuore trionfò nel XIX secolo e il convento di Paray-le-Monial divenne meta di continui pellegrinaggi; nel 1856 con papa Pio IX la festa del Sacro Cuore divenne universale per tutta la Chiesa Cattolica. Sull’onda della devozione che ormai coinvolgeva tutto il mondo cattolico, sorsero dappertutto cappelle, oratori, chiese, basiliche e santuari dedicati al Sacro Cuore di Gesù; ricordiamo uno fra tutti il Santuario “Sacro Cuore” a Montmartre a Parigi, iniziato nel 1876 e terminato di costruire dopo 40 anni; tutte le categorie sociali e militari della Francia, contribuirono all’imponente spesa.

Proliferarono quadri e stampe raffiguranti il Sacro Cuore fiammeggiante, quasi sempre posto sul petto di Gesù che lo indica agli uomini; si organizzò la pia pratica del 1° venerdì del mese, i cui aderenti portano uno scapolare con la raffigurazione del Cuore; si composero le meravigliose “Litanie del Sacro Cuore”; si dedicò il mese di giugno al suo culto.

Affinché il culto del Cuore di Gesù, iniziato nella vita mistica delle anime, esca e penetri nella vita sociale dei popoli, iniziò, su esortazione di papa Pio IX del 1876, tutto un movimento di “Atti di consacrazione al Cuore di Gesù”, a partire dalla famiglia a quella di intere Nazioni ad opera di Conferenze Episcopali, ma anche di illuminati e devoti governanti; cito per tutti il presidente dell’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno (1821-1875). Fu tanto il fervore, che per tutto l’Ottocento e primi decenni del Novecento, fu dedicato al culto del Sacro Cuore, che di riflesso sorsero numerose congregazioni religiose, sia maschili che femminili, tra le principali vi sono:

“Dame del Sacro Cuore” fondate nel 1800 da santa Maddalena Sofia Barat;
“Figlie del Sacro Cuore di Gesù” fondate nel 1821 dalla beata Maria di Gesù Deluil-Martiny;
“Ancelle del Sacro Cuore di Gesù” fondate nel 1865 dalla beata Caterina Volpicelli, diversi Istituti femminili portano la stessa denominazione.

“Figli del Sacro Cuore di Gesù” o Missioni africane di Verona, congregazione fondata nel 1867 da san Daniele Comboni (Comboniani);
“Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore” fondata nel 1874 dal beato Leone Dehon (Dehoniani);
Attualmente la festa del Sacro Cuore di Gesù viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini, visto che detta ricorrenza è stata spostata alla domenica; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, quale segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, inscindibili per il grande amore donato all’umanità.

In un papiro egiziano di circa 4000 anni fa, troviamo l’espressione della comune nostalgia d’amore: “Cerco un cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo, non ci sono più amici!”.

Lo sconosciuto poeta egiziano era dolente per ciò, ma noi siamo più fortunati, perché l’abbiamo questo cuore e questo amico, al pari di s. Giovanni Evangelista che poggiò fisicamente il suo capo sul petto e cuore di Gesù.
Possiamo avere piena fiducia in un simile amico, Egli vivendo in perfetta intimità col Padre, sa e può rivelarci tutto ciò che serve per il nostro bene.

 

Fonte: http://www.festadelladivinamisericordia.com/

 

19 marzo: San Giuseppe

San Giuseppe

Innamorati di Maria

S. Giuseppe

“Non fui mai portata a certe devozioni che alcuni praticano, specialmente donne, nelle quali entrano non so quali cerimonie che io non ho mai potuto soffrire, e che a loro piacciono tanto. Poi si conobbe che non erano convenienti e sapevano di superstizione. Io invece presi come avvocato S. Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima mia. Ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo santo benedetto.

Ad altri santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuole darci a intendere che, a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli sia ora in cielo nel fare ciò che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza varie altre persone che dietro mio consiglio gli si sono raccomandate. Molte altre gli si son da poco fatte devote per aver sperimentato questa verità.»

«Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità… Per la grande esperienza che ho dei favori di S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomenda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua festa gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene».

«Chiedo solo, per amor di Dio, che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso patriarca ed essergli devoti».

«Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli angeli e al molto da lei sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare S. Giuseppe che fu loro di tanto aiuto.Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo santo glorioso e non si sbaglierà» (Vita 6, 6-8)

S. Teresa d’Avila

LA VITA DI SAN GIUSEPPE

Giuseppe nacque probabilmente a Betlemme, il padre si chiamava Giacobbe (Mt 1,16) e pare che fosse il terzo di sei fratelli. La tradizione ci tramanda la figura del giovane Giuseppe come un ragazzo di molto talento e un temperamento umile, mite e devoto.Giuseppe era un falegname che abitava a Nazareth. All’età di circa trenta anni fu convocato dai sacerdoti al tempio, con altri scapoli della tribù di Davide, per prendere moglie. Giunti al tempio, i sacerdoti porsero a ciascuno dei pretendenti un ramo e comunicarono che la Vergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cui ramo avrebbe sviluppato un germoglio. “Ed uscirà un ramo dalla radice di Jesse, ed un fiore spunterà dalla sua radice” (Isaia). Solamente il ramo di Giuseppe fiorì e in tal modo fu riconosciuto come sposo destinato dal Signore alla Santa Vergine.

Maria, all’età di 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe, tuttavia ella continuò a dimorare nella casa di famiglia a Nazareth di Galilea per la durata di un anno, che era il tempo richiesto presso gli Ebrei, tra lo sposalizio e l’entrata nella casa dello sposo. Fu proprio in questo luogo che ricevette l’annuncio dell’Angelo e accettò: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).

Poiché l’Angelo le aveva detto che Elisabetta era incinta (Lc 1,39), chiese a Giuseppe di accompagnarla dalla cugina che era nei suoi ultimi tre mesi di gravidanza. Dovettero affrontare un lungo viaggio di 150 Km poiché Elisabetta risiedeva ad Ain Karim in Giudea. Maria rimane presso di lei fino alla nascita di Giovanni Battista.

Maria, tornata dalla Giudea, mise il suo sposo di fronte ad una maternità di cui non poteva conoscerne la causa. Molto inquieto Giuseppe combatté contro l’angoscia del sospetto e meditò addirittura di lasciarla fuggire segretamente (Mt 1,18) per non condannarla in pubblico, perché era uno sposo giusto. Infatti, denunciando Maria come adultera la legge prevedeva che fosse lapidata e il figlio del peccato perisse con Lei (Levitino 20,10; Deuteronomio 22, 22-24).

Giuseppe stava per attuare questa idea quando un Angelo apparve in sogno per dissipare i suoi timori: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1,20). Tutti i turbamenti svanirono e non solo, affrettò la cerimonia della festa di ingresso nella sua casa con la sposa.

Su ordine di un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra (Lc 2,1), Giuseppe e Maria partirono per la città di origine della dinastia, Betlemme. Il viaggio fu molto faticoso, sia per le condizioni disagiate, sia per lo stato di Maria oramai prossima alla maternità.

Betlemme in quei giorni brulicava di stranieri e Giuseppe cercò in tutte le locande, un posto per la sua sposa ma le speranze di trovare una buona accoglienza furono frustrate. Maria diede alla luce suo figlio in una grotta nella campagna di Betlemme (Lc 2,7) e alcuni pastori accorsero per fargli visita e aiutarli (Lc 2,16).

La legge di Mosè prescriveva che la donna dopo il parto fosse considerata impura, e rimanesse 40 giorni segregata se aveva partorito un maschio, e 80 giorni se femmina, dopo di che doveva presentarsi al tempio per purificarsi legalmente e farvi un’offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se poi il bambino era primogenito, egli apparteneva per legge al Dio Jahvè. Venuto il tempo della purificazione, dunque, si recano al tempio per offrire il loro primogenito al Signore. Nel tempio incontrarono il profeta Simeone che annunciò a Maria: “e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35).

Giunsero in seguito dei Magi dall’oriente (Mt 2,2) che cercavano il neonato Re dei Giudei. Venuto a conoscenza di ciò, Erode fu preso da grande spavento e cercò con ogni mezzo di sapere dove fosse per poterlo annientare. I Magi intanto trovarono il bambino, stettero in adorazione e offrirono i loro doni portando un sollievo alla S. Famiglia.

Dopo la loro partenza, un Angelo del Signore, in apparizione a Giuseppe, lo esortò a fuggire: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e sta la finché non ti avvertirò; perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo” (Mt 2,13).

Giuseppe si mise subito in cammino con la famiglia (Mt 2,14) per un viaggio di circa 500 Km. La maggior parte del cammino si svolse nel deserto, infestato da numerose serpi e molto pericoloso a causa dei briganti. La S. famiglia dovette così vivere la penosa esperienza di profughi lontano dalla propria terra, perché si adempisse, quanto era stato detta dal Signore per mezzo del Profeta (Os XI,1): «Io ho chiamato il figlio mio dall’Egitto» (Mt 2,13-15).

Nel mese di Gennaio del 4 a.C, immediatamente dopo la morte di Erode, un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e và nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt 2,19). Giuseppe obbedì subito alle parole dell’Angelo e partirono ma quando gli giunse la notizia che il successore di Erode era il figlio Archelao ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse quanto era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno» (Mc 2,19-23).

La S. famiglia, come ogni anno, si recò a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Trascorri i giorni di festa, si incamminarono verso la strada del ritorno credendo che il piccolo Gesù di 12 anni fosse nella comitiva. Ma quando seppero che non era con loro, iniziarono a cercarlo affannosamente e, dopo tre giorni, lo ritrovarono al tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo». (Lc 2,41-48).

Passarono altri venti anni di lavoro e di sacrificio per Giuseppe sempre accanto alla sua sposa e morì poco prima che suo figlio iniziasse la predicazione. Non vide quindi la passione di Gesù sul Golgota probabilmente perché non avrebbe potuto sopportare l’atroce dolore della crocifissione del Figlio tanto amato.


GIUSEPPE PADRE TERRENO

Giuseppe fu il padre terreno di Gesù e come tale dovette provvedere alle necessità della famiglia, tutelare e allevare il suo figliolo adottivo, sempre pronto a soddisfare i desideri di Dio conoscendo, in parte, alcuni suoi disegni.Si prodigò oltre l’umano per non far mancare nulla alla famiglia e, come padre, per insegnare le cose della vita a suo figlio, perché egli doveva, come un fanciullo qualunque, essere sottomesso alla volontà paterna. Iddio non assegnò un padre qualsiasi, ma un’anima pura, perché fosse di sostegno ad una candida sposa e ad un Dio incarnato.

Tanti sottovalutano quello che fu il suo compito: non discusse mai gli ordini impartiti nel sonno, o attraverso i messaggeri di Dio, ma eseguì fedelmente, anche se questo comportava dover abbandonare tutto quello che aveva realizzato in quel momento; le amicizie, gli averi e la sicurezza sociale per affrontare l’ignoto.

La sua fede era tale che non ebbe dubbi o incertezze, andò dove Dio l’inviava col suo fardello, con i suoi tesori costituiti da un’esile madre e da un pargoletto prima, e da un fanciullo poi. Dopo come padre non s’oppose, ma preventivamente assecondò, essendone a conoscenza, i Divini voleri e nel suo animo ardente benedì questo suo figlio, affinché annunciasse con la parola; e nel mondo si compissero i disegni del Padre.

Fu un lavoratore esemplare, un esempio mirabile, portò la famiglia su una nave sicura e seppe guidarla su lidi e porti riparati, anche quando all’esterno v’erano acque tumultuose. Seppe essere un degno compagno per la sua sposa e s’amarono con sentimenti così puri da incantare gli Angeli del cielo.

Oh! voi padri, traete insegnamento da quest’uomo che seppe sì costruire una famiglia umana; applicò ad essa tutte le virtù cui era capace con la sua anima ardente d’amore. Solo l’amore e la fede gli permisero, nel cammino della sua vita, di superare notevoli ostacoli, il peso umano, con il sostentamento, gravava quasi tutto sulle sue spalle, e questo Lui l’ha offerto gioiosamente al suo fanciullo che tanto adorava.

Tanti sottovalutano l’importanza che ha avuto nei disegni di Dio: ma poteva Dio affidare ad un’anima qualunque la responsabilità di padre terreno? Oppure nella sua onniscienza ha scelto un’anima eletta? E nel cielo gli è stato assegnato il posto che gli competeva. Appellatevi tranquillamente a Lui, affinché possa intercedere per voi in tutti i vostri bisogni. Per la sua fedeltà e per il suo amore gli sono state date le potenze d’intercessione e di grazia per tutte le vostre necessità. Sia per voi un modello costante.

Se saprete calcare come padri di famiglia le sue orme, potrete gioire nelle vostre famiglie e sarete guardati benignamente dal cielo, la grazia e la benedizione scenderà su di voi e sulle vostre famiglie. Sarete modelli di rettitudine che scalderà d’amore, non soltanto la vostra famiglia, ma tutte quelle che, sbandate e disperate, desiderano appoggiarsi e sperare negli esempi coerenti.

Nella famiglia affidatevi a Lui, chiedetene il sostegno e pregate, affinché implori su di voi le virtù tanto necessarie per la vostra salvezza.

LA SANTA FAMIGLIA MODELLO IDEALE

Giuseppe accolse con delicatezza un così alto sentimento e rispose con altrettanto amore. Il loro amore era così sublime da appartenere già al livello degli angeli. Giuseppe mai reclamò per sé soddisfazioni umane, sempre attento ad indovinare i desideri di Maria santissima, pronto e vigile nella tutela.Giuseppe provò molta gioia nel vedere il suo fanciullo crescere, giorno dopo giorno, stringerlo tra le sue braccia, ben sapendo chi ero. Con amore egli curava tutta la famiglia, non risparmiandosi nella fatica.

Quando fu il tempo di fuggire in Egitto, non ebbe dubbi o tentennamenti, lasciò tutto quello che aveva, compresa la sicurezza del pane, per salvare suo figlio. Molti sottovalutano il suo ruolo di padre e la sua fatica.

Maestro di rettitudine, Giuseppe seppe essere un esempio per tutti i padri di famiglia, dimostrò che era possibile amare ardentemente, ma di un amore proteso verso il nucleo famigliare senza ritenere nulla per sé: la gioia era la luce riflessa del profumo delle virtù.

Ogni famiglia dovrebbe volgere il suo sguardo a questa Santa Famiglia di quel tempo. Quanti coniugi interpretano il proprio ruolo come il più importante, sviluppano l’amore egoistico per il proprio piacere; così accusano l’altro, mentre non fanno nulla per comprenderlo.

I figli poi sono come teneri boccioli. Occorre che il giardiniere li innaffi adeguatamente e il sole li riscaldi, affinché con il tempo il fiore sbocci rigoglioso e spanda il suo profumo soave. Se il bocciolo invece è abbandonato a se stesso, le erbacce cercheranno di soffocarlo e la mancanza d’acqua, prima o poi, lo farà appassire; per lui non c’è scampo, da solo non può farcela.

Così è per i nostri fanciulli, essi sono bellissimi boccioli che attendono di schiudersi; occorre però irrorarli con la luce della verità e riscaldarli con il sole dell’amore. Tanta cura voi dovete dedicare loro, affinché le erbacce dei vizi e delle false inclinazioni non li soffochino. Se da un lato dovete preoccuparvi della loro crescita umana, dall’altro dovete impegnarvi nella loro crescita spirituale e morale, per trasferire quella luce che permetterà loro di camminare sulla retta via. Quante mamme e papà non fanno mancare nulla al figlio, anzi donano il superfluo, credendo in questo modo di donargli la felicità.

In questo tempo, quanto numerosi sono i fanciulli, i bambini infelici che attendono dai loro genitori l’unica cosa preziosa, l’amore, l’affetto e una guida sicura per le vie dello sviluppo.

La famiglia è l’amore coniugale che si riversa sui figli e racchiude il nucleo familiare. Il bocciolo diventa fiore, alimentato dall’amore di mamma e papà, il suo profumo sarà più o meno intenso in proporzione alle virtù che si è riusciti a coltivare insieme.

Famiglia, sublime opportunità di crescita per tutti i suoi membri, è l’amore che chiama amore e nell’amore la gioia di donare e di vedere i frutti. Se talvolta la fatica farà scendere lacrime di sudore, saranno gocce per alimentare la volontà di procedere e crescere insieme.

Se uno dei membri non intende svolgere il suo compito, oppure è incapace di donare perché è ancora chiuso nel suo egoismo, poca importa gli altri membri che sanno amare lo aiuteranno a maturare.

Maria e Giuseppe erano uniti teneramente nella gioia e nel dolore per il loro figlio così amato da offrire se stessi: Gesù era il loro sole. Seppero accudire teneramente il loro bocciolo, innaffiandolo giorno dopo giorno con le loro virtù e riscaldandolo con il loro amore. Guardiamo a loro con fiducia, domandiamo aiuto ed essi ci verranno incontro come se fossimo i loro figli, ci sosterranno e ci infonderanno il desiderio di crescere e di accudire i nostri boccioli se ne avremo. Ci faranno sperimentare nella famiglia quel desiderio di amare che solo gli angeli possiedono.

LA SANTITÀ DI GIUSEPPE

Giuseppe conosceva perfettamente la santità di Maria e il proposito di verginità perpetua.
Perciò, quando si avvide della gravidanza di Lei, non la ritenne peccatrice-adultera, né la espose alla lapidazione prescritta (Levitico 20, lO; Deuteronomio 22, 22-24). Lui che credeva alla virtù di Maria, avrebbe cessato di essere giusto (Matteo 1, 19) se l’avesse fatta lapidare.Ma Giuseppe, prima dell’apparizione angelica (Matteo 1, 20-23) non conosce la causa per la quale la sua sposa è incinta e non ne sa spiegare il fatto.E’ Dio che, per mezzo di un Angelo, in sogno ammonisce Giuseppe di astenersi anche semplicemente dal rimandare la sua sposa, e lo esorta invece a prenderla tranquillamente con sé, perché la meternità di Lei a nessuno era da attribuirsi se non a Dio stesso.La santità di Giuseppe, cioè del giusto che se incorre in qualche imperfezione subito risorge (Proverbi 24, 16), risplende immediatamente di più viva luce:per aver subito ubbidito all’Angelo (Matteo 1, 24);
per aver subito deciso di compiere in tutto la volontà di Dio (Matteo 1, 24)La santità di Maria rifulge di specialissima luce in questa terribile circostanza:per ubbidire a Dio, che voleva riservarsi di manifestare a Giuseppe l’inspiegabile mistero, nulla disse al suo sposo, pur soffrendo acutamente per la prolungata e cocente ambascia del suo sposo e per il pericolo «che un giusto mancasse, egli che non mancava mai…»Veramente, Maria e Giuseppe, anche in questa dolorosa circostanza e prova, appaiono «…due santi che più grandi il mondo non ha»
AFFIDATI A LUI

La grandezza di questo Santo è impareggiabile e inimmaginabile. Certo, non ha brillato di luce propria ma ha lasciato che splendessero il figlio suo e la sua splendida sposa.

Non ha imposto la sua paternità con ferree regole e non ha sottomesso la sua sposa verginale.

Il suo è stato un cammino di amore e di fede:

  • ha preso la Santa famiglia sulle spalle e ha camminato rettamente con la sofferenza propria dei poveri;
  • ha amato il figlio senza riserve e lo ha guidato e protetto con mani sicure;
  • ha amato la sua sposa come solamente gli angeli sanno fare;
  • ha agito nel silenzio e nella contemplazione dell’Amore di Dio.

L’amore sublime che lo legava a Gesù e a Maria in terra, in cosa si sarà trasformato nel cielo! Il figlio e la sua sposa potranno negargli le sue esortazioni?
Cosa aspetti dunque ad affidarti senza riserve a questo potente intercessore e a considerarlo come un padre?
Infatti, come ha saputo nel tempo terreno guidare la sua famiglia, non potrà ora condurre anche te?

Non essere incredulo e affidati a Lui, può darsi che rimarrai sorpreso della potenza di intercessione di questo Patriarca.
Accostati a lui con estrema fiducia e aprigli i segreti del tuo cuore, invocalo e certemente Lui ti ascolterà. Ti verrà incontro, ti trasformerà la vita e ti avvicinerà sempre più all’Amore di Dio.

Nella vita terrena, San Giuseppe era già nelle mani di Dio e ha consumato nell’umiltà del suo silenzio drammi, angosce, motti e purificazioni di cui non è possibile intravedere la profondità. E come è fecondo questo silenzio: esso permette che tra la parola di Dio e l’obbedienza di Giuseppe non ci sia soluzione di continuità.
Dio parla a San Giuseppe. Chiedi a Giuseppe che ti insegni ad agire nel silenzio con l’umiltà dei santi.

Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli, perché attanagliati dalla sofferenza o dalla solitudine allora puoi usare la potenza della preghiera. La preghiera infatti è un incontro con Gesù. Un ponte tra l’umano e il divino e può essere l’inizio di un cammino spirituale che apre le porte della vera e completa felicità.

Poi la preghiera ha un carattere terapeutico ed è un’arma invincibile da usare contro tutte le manifestazioni del male, che direttamente o indirettamente ciascuno di noi sperimenta ogni giorno.

PREGI E VANTAGGI DELLA DEVOZIONE DI SAN GIUSEPPE

Per capire quale ricca fonte di ogni sorta di grazie sia la devozione al glorioso Patriarca San Giuseppe, basteranno le seguenti parole di S. Teresa, che trovandosi nella sua vita:

« Io non mi ricordo, scrive la Santa, di aver sino ad oggi domandato una grazia a S. Giuseppe, che non me l’abbia accordata. Che bel quadro io metterei sotto gli occhi, se mi fosse dato di esporre le grazie segnalate, colle quali sono stata ricolma da Dio, e i pericoli di anima e di corpo, da cui sono stata liberata, mediante l’intercessione di questo grande Santo! Agli altri Santi Dio concede soltanto la grazia di soccorrerci in questo e tal altro bisogno, ma il glorioso S. Giuseppe, ed io so per esperienza stende il suo potere a tutto. Ed hanno ciò sperimentato al pari di me altre persone, alle quali io avevo consigliato di raccomandarsi a questo incomparabile Protettore… Se io avessi autorità di scrivere, proverei un santo piacere nel raccontare particolarmente le grazie di cui tante persone sono, come me, debitrici a questo grande Santo. Mi contento però di scongiurare per amor di Dio, quelli che forse non mi crederanno, a farne la prova e vedranno per esperienza quanto vantaggio ne venga dal raccomandarsi a questo glorioso Patriarca, ed onorarlo con speciale culto».

Fin qui la Santa, e le sue fervide parole muoveranno di certo in ognuno a farsi devoto di questo potente e tenero protettore.

Un illustre scrittore di ascetica cristiana, ha cosi riassunto i vantaggi che si hanno dalla devozione a S. Giuseppe:

1° Chi sarà suo vero devoto, avrà il dono della castità.
2° Avrà aiuti spirituali per uscire dal peccato.
3° Avrà particolare devozione a Maria Santissima.
4° Farà una buona morte e sarà difeso in quelle ore estreme.
5° Non sarà vinto dai demoni che ne temeranno il nome.
6° Otterrà speciali grazie tanto per l’anima come per il corpo.
7° Avrà la ferma fiducia di conseguire la grazia della perseveranza finale.

Per recare da ultimo una testimonianza autorevole, il Pontefice Pio IX, il grande, dopo aver tante volte raccomandato a tutti la cara devozione a S. Giuseppe, parlava quasi profeticamente dei vantaggi di questa devozione: « Non è invano che Dio infonde nella Chiesa con maggior abbondanza che mai, lo spirito della preghiera. Si prega molto di più e si prega meglio. I sostegni della nascente Chiesa, Maria e Giuseppe, riprendano nei cuori il posto che non avrebbero mai dovuto perdere ed ancora una volta il mondo sarà salvo».

SAN GIUSEPPE PROTETTORE DELLA BUONA MORTE

La vita santa di S. Giuseppe, l’assistenza di Gesù e di Maria, tutto contributi a rendere la sua morte preziosa agli occhi del Signore.

La Chiesa paragona quella morte, ora ad un sonno pacifico, come quello di un fanciullo che si addormenta sul seno di sua madre; ora ad una fiaccola odorifera, che si consuma a misura che arde, e che muore, esalando il profumo soave che penetrava la sua sostanza. La morte dei Santi è sempre invidiabile, perché tutti muoiono nel bacio del Signore; ma quel bacio non ha che un dolce e prezioso sentimento di amore.

Ma Giuseppe mori veramente nel bacio del Signore, poiché spirò nelle braccia di Gesù. E se, come crediamo, egli ebbe l’uso dei sensi e della parola sino all’ultimo sospiro, il quale non poteva essere che un sospiro o una slancio d’amore, come non avrà egli coronato una vita cosi santa, se non col pronunciare i nomi sacri di Gesù e di Maria?

O morte beata! Se non posso, come Giuseppe, spirare tra Gesù e Maria, visibili ai miei sguardi, possa io almeno, sulle mie labbra moribonde, unire il vostro nome, o Giuseppe, ai nomi di Gesù e di Maria!

La santa morte di Giuseppe ha prodotto preziosi frutti sulla terra, che fu come aromatizzata dal soave profumo che lascia di sé una santa vita, ed una santa morte, e diede ai cristiani un potente protettore in Cielo presso Dio, specialmente per gli agonizzanti.

Chiunque invochi S. Giuseppe nell’ultima battaglia, sia pur violenta, riporterà vittoria. Beato perciò chi ripone la sua confidenza in questo santo Patriarca, ed unisce spirando il nome santo di Giuseppe ai dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.

Tutto il mondo cristiano lo riconosce avvocato degli agonizzanti, e pertanto della buona morte. Giuseppe figlio di Giacobbe, soccorreva nel tempo della carestia gli Egiziani distribuendo loro il grano che aveva raccolto; ma per soccorrere i propri fratelli, fece di più non contento di aver riempito i loro sacchi di frumento, vi aggiunse il prezzo del medesimo. Cosi farà certamente il nostro glorioso S. Giuseppe; con quale generosità non tratterà i suoi devoti? Ah si, al momento della loro estrema necessità, al punto di morte, egli saprà ricompensare i devoti omaggi con cui sarà stato onorato.

La morte dei servi di S. Giuseppe è sommamente calma e soave. Santa Teresa narra le circostanze che accompagnavano gli ultimi istanti delle sue prime figlie, cosi devote a S. Giuseppe. « Ho osservato, di ella, che al momento di rendere l’ultimo respiro esse godevano ineffabile pace e tranquillità; la loro morte era simile al dolce riposo dell’orazione. Nulla indicava che il loro interno fosse agitato da tentazioni. Quei lumi divini liberano il mio cuore dal timore della morte. Morire, mi pare adesso, la cosa più facile per una fedele devota di S. Giuseppe».

PREGHIERE A SAN GIUSEPPE

A Te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che Ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, Te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Cosi sia


LEONE XIII.

Atto di affidamento dell’Italia a San Giuseppe

s.joseph

Atto di affidamento dell’Italia a San Giuseppe

San Giuseppe, sposo di Maria Ss.ma, Madre di Gesù e Madre dell’umanità, che ha voluto la nostra Italia disseminata dei suoi Santuari, e che sempre ha guardato ad essa con lo stesso amore di predilezione con cui l’ha guardata Gesù, che volle sede stabile del suo Vicario in terra, il papa: a te, oggi, noi affidiamo questa amata Italia e le sue famiglie.

Custodiscila, difendila, proteggila! Sia pura la fede; siano santi i Pastori; siano copiose le vocazioni; sia sacra e difesa la vita; siano sani i costumi; siano ordinate le famiglie; sia cristiana la scuola; siano illuminati i governanti; regni ovunque amore, giustizia e pace.

Custodisci, difendi, proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, i nostri giovani, speranza di un mondo migliore, e gli anziani, radici della nostra fede e maestri di vita.

Ottienici con la tua potente intercessione, unita a quella della tua Ss.ma Sposa, uomini nuovi che abbiano il coraggio di abrogare le inique leggi contro Dio e contro l’uomo, ereditate da un triste ed oscuro passato.

Con la tua protezione, o San Giuseppe, continui l’Italia ad essere centro vivo di civiltà cristiana, faro di luce evangelica a tutto il mondo, terra di santi per la gloria del Padre celeste e per la salvezza di tutti gli uomini. E, come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così difendi la Santa Chiesa di Dio e la fede delle nostre famiglie da tutte le oscure insidie del male.

Gesù, Giuseppe e Maria, benedite, proteggete, salvate l’Italia! Ritorni con il vostro aiuto e per la vostra intercessione a spalancare le porte a Cristo.

Amen.

Novena dell’Annunciazione (dal 16 al 24 marzo)

Novena dell’Annunciazione (dal 16 al 24 marzo)
Innamorati di Maria

Carissimi fratelli,
vi proponiamo una novena per preparare i nostri cuori alla festa dell’Annunciazione.

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PreghiamoO Dio, che all’annuncio dell’Angelo hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo verginale di Maria, concedi al tuo popolo, che la onora come vera Madre di Dio, di godere sempre della sua intercessione presso di te.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Primo giorno

O Maria, sia benedetto il saluto che vi diede l’Angelo di Dio nel suo annuncio.
Ave Maria.

Secondo giorno

O Maria, sia benedetta la grazia sublime di cui l’Angelo di Dio vi riempì.
Ave Maria.

Terzo giorno

O Maria, sia benedetto l’annuncio che l’Angelo di Dio dal cielo vi portò.
Ave Maria.

Quarto giorno

O Maria, sia benedetta l’umiltà con cui vi dichiaraste Ancella di Dio.
Ave Maria.

Quinto giorno

O Maria, sia benedetta la generosità con cui faceste vostro il volere di Dio.
Ave Maria.

Sesto giorno

O Maria, sia benedetta la purezza con cui riceveste nel vostro seno il Verbo di Dio.
Ave Maria.

Settimo giorno

O Maria, sia benedetto il momento in cui il Figlio di Dio si vestì della vostra carne.
Ave Maria.

Ottavo giorno

O Maria, sia benedetto il momento in cui diveniste Madre del Figlio di Dio.
Ave Maria.

Nono giorno

O Maria, sia benedetto il momento in cui cominciò, con l’Incarnazione del Figlio di Dio, la salvezza dell’uomo.
Ave Maria.

12 marzo: Nascita di Santa Gemma Galgani

Preghiera a Santa Gemma

Cari Innamorati di Maria,
vorremmo ricordare a chi non lo sa che il 12 marzo è il giorno in cui Nostro Signore ha voluto farci dono di Santa Gemma Galgani, protettrice del nostro gruppo: Gemma nacque infatti il 12 marzo del 1878, a Borgonuovo (Lu).
Stringiamoci intorno a lei e preghiamola insieme!

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S.Gemma Galgani
( 12 marzo 1878 – 11 aprile 1903 )
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gemma 3 Preghiera composta da Santa Gemma

 

O mio Dio crocifisso, eccomi ai Tuoi piedi.
Non volere rigettarmi ora che mi presento come peccatore.
Ti ho offeso tanto per il passato.
Gesù mio, ma non sarà più così.
Dinanzi a Te, mio Dio, presento tutte le mie colpe …
Già le ho considerate e vedo che non meritano perdono,
ma deh! dà uno sguardo ai tuoi patimenti
e guarda quanto vale quel Sangue che scorre dalle tue vene.
Chiudi, mio Dio, in questo momento gli occhi ai miei demeriti
e aprili agli infiniti meriti tuoi;
e giacchè ti sei compiaciuto di morire per i miei peccati,
perdonameli tutti, affinchè mai più senta il peso di essi,
perchè quel peso, o Gesù, troppo mi opprime.
Aiutami, mio Gesù, vò ad ogni costo diventare buono: togli, distruggi,
annienta tutto ciò che si trova in me non conforme alla tua volontà.
Ti prego, però, Gesù, ad illuminarmi affinchè possa camminare nel Tuo Lume.
Amen.

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Preghiera a Santa Gemma

 

Mistico fiore della terra toscana,
che alla scuola del Cristo crocifisso
imparasti a soffrire nel silenzio
e nella rassegnazione alla volontà di Dio,
insegnaci a fissare il nostro sguardo
sul Volto sofferente dell’unico
Redentore del mondo,
Gesù Cristo nostro Signore.
Tu, gemma preziosa del giardino della vita
amasti di intenso amore la Vergine Maria,
proteggi le mamme
che oggi soffrono in modo singolare
per la divisione e l’odio
nei rapporti umani.
Giglio purissimo che amasti d’amore immenso
Gesù Crocifisso e Risorto
che fosti associata in modo singolare
alla sua Passione e morte del Signore,
mediante il dono delle stimmate
e di speciali favori celesti
guida i giovani del nostro tempo
al recupero di una spiritualità autentica
ai piedi del Cristo sofferente.
Orfana dal cuore generoso
nonostante il profondo dolore
soffristi tanto per la perdita dei tuoi cari,
fa’ che i bambini del mondo intero
non abbiamo mai a soffrire
la morte prematura dei loro parenti.
Tu, o Gemma Galgani, che tanto puoi
presso il tuo amato Signore,
ottienici da Dio la serenità necessaria
per vivere in pace con gli altri.
Il tuo giovanile e potente patrocinio,
sia garanzia per le nuove vite umane
che nascono in questo tempo problematico,
di una speciale protezione presso l’Altissimo,
nelle cui braccia ti abbandonasti in questo mondo
mentre ora, nel cielo, ne assapori la dolcezza senza tramonto.
Amen.(Padre Antonio Rungi, passionista)

 

Suor Emmanuel ci parla di San Giuseppe

La parigina suor Emmanuel Mailard, della Comunità delle Beatitudini, ci offre questa toccante testimonianza

San Giuseppe, mio tenero padre….

Anni fa, ho fatto un patto con San Giuseppe: lui mi fornisce le prove della sua bontà ed io lo faccio conoscere. Sabato scorso, visto che la sua festa del 19 marzo si avvicina, mi sono rivolta a lui così durante la preghiera del mattino: “Caro San Peppino, sai che molte persone non hanno la più pallida idea della tua potenza in cielo e del tuo desiderio di aiutarli? Si privano così di tanti favori da parte tua pur avendone grande bisogno! Se vuoi nuovi amici che ti preghino, dammi una bella testimonianza e io la pubblicherò. E in più inviterò i lettori a offrirti una ‘Mesena’ prima della tua festa (PS 3). Ecco, hai un compito, datti da fare!

SAN-GIUSEPPE-EDICOLA-MONDOVì

Il giorno dopo, una cara amica di Dubrovnik è arrivata da noi all’improvviso. Passando davanti alla nostra casa, mentre scendeva dal Podbrdo, si è fermata volentieri a casa nostra. Il suo nome é Stosija. Appena arrivata, ha manifestato la sua gioia ed il suo viso è diventato luminoso. Poi ci ha raccontato…: “Sono nata vicino a Zadar in Croazia. Da bambina sentivo la mia famiglia pregare tutti i giorni. Mi piaceva guardare la statua della Santa Famiglia come lo fanno i bambini. Mi sono sposata con un uomo di Dubrovnik e sono andata a vivere lì. A quel tempo la vita quotidiana era molto difficile e siamo partiti per lavorare in Germania dove mio marito aveva un ristorante ed una galleria d’arte. Tutte l’estati tornavamo a Dubrovnik. Ero molto più giovane e la mia vita di preghiera era piuttosto scarsa. Avevamo due bambini e tutto andava bene sino a che mio figlio si è ammalato. E’allora che Dio è venuto a prendere il primo posto nella mia vita. Nel 1985 sono venuta a Medjugorje per la prima volta con mio figlio. Invitati da Padre Slavko, eravamo presenti all’apparizione e dopo ci ha detto di andarci a confessare. Dal 1985 sono venuta spesso e questo ha completamente cambiato la mia vita! Non solamente la mia ma anche quella della mia famiglia. Rendo grazie a Dio! Quando ho sentito parlare del Santuario croato a San Giuseppe a Karlovac, ci sono subito andata. Mi sono iscritta alla fraternità di San Giuseppe ed ho cominciato a pregarlo. Così mi è diventato un potente protettore. Nel 1999 ho perso mio marito e adesso vivo a Dubrovnik. Mi piace molto questa città, ma la nostra vecchia casa in pietra, anche se magnifica (con un grande giardino ben curato) era troppo grande per me. Il mio più grosso problema era di scegliere un luogo per viverci. Da quattro anni avevamo messo la casa in vendita ma invano. Ho un gentilissimo vicino di casa che ha avuto successo nella vita. Gli ho parlato di Dio e da allora assiste regolarmente alla S.Messa. Mi domandava spesso dove sarei andata a vivere quando la casa fosse stata venduta e gli rispondevo: “Lascerò decidere a Dio. Forse una casa di ritiri o presso mia figlia”. A Medjugorje mi è capitato fra le mani il libro di Suor Emmanuel “Il bambino nascosto di Medjugorje” con tutte le sue belle storie. Ogni sera, prima di addormentarmi, domandavo alla cara Gospa di scegliere per me una storia per la notte. Nel settembre scorso ho messo il libro sul mio cuore e con gli occhi chiusi l’ho aperto ed ho trovato la storia dell’ “Artigiano di Varsavia”. Questa storia insegna che potete affidare le vostre necessità a San Giuseppe. Gli scrivete una lettera e attaccatela alla sua immagine. Lo pregate regolarmente e nella fede aspettate il risultato. Allora mi sono decisa di chiedere a San Giuseppe di aiutarmi e di risolvere il mio problema. Mentre guardavo la sua immagine ho detto: “Caro San Giuseppe, prega per me perché sappia se Dio vuole che resti qui! E’ tardi e ti scriverò domani la mia lettera. E’ sabato sera”. La domenica mattina sono andata alla Messa ed il mio vicino (che si chiama Giuseppe!) mi ha accolto dicendo “Siano lodati Gesù e Maria!”. Dopo la Messa l’ho invitato a bere un caffè da me ed a chiacchierare un po’. Mentre eravamo seduti mi ha chiesto di nuovo quali erano i miei piani quando la casa fosse stata venduta. Gli ho detto: “Non lo so, vedrò. Ho ereditato un pezzo di terra di mio padre vicino a Zadar. Forse potrei vendere quella proprietà per costruire un piccolo appartamento nel mio giardino e restare qui”. Immediatamente mi ha detto: “Comprerò io quel terreno!”. Ho detto ridendo: “Perché vorreste comprarlo?”. “Voglio solo aiutarvi!” mi ha risposto. Ho guardato l’immagine di San Giuseppe e gli ho detto: “Mio caro san Giuseppe, non ti ho ancora scritto la lettera ed ecco che tu già mi rispondi!”. Stiamo preparando i documenti e come tecnico civile questo vicino ha fatto la pianta e mi aiuterà a costruire. Costruiremo anche una piccola cappella vicino alla casa, chiamata Nazareth e dedicata alla Santa Famiglia. Ho chiesto a San Giuseppe di essere il mio ministro delle finanze e di essere tutto quello che è stato nella sua casa: un buon padre di famiglia, un buon protettore, un buon genitore. Sono felice di vedere la realizzazione di tutto questo!”

Ecco, grazie a Stosija, ho ricevuto la mia storia proprio il giorno dopo la mia preghiera a San Giuseppe e in tempo per pubblicarla qua!E se mi ha procurato così presto questa testimonianza è perché anche voi adottiate questo grande Santo, ne sono sicura. Si potrebbe dire che vi cerca!

Suor Emmanuel +

Tradotto dal francese

TRATTO da “Enfants de Medjugorje”

www.enfantsdemedjugorje.fr

e-mail gospa.fr@gmail.com

Da oggi 10 marzo: Novena a San Giuseppe

Novena a San Giuseppe

Innamorati di Maria
san giuseppe
Novena a San Giuseppe

(inizio 10 marzo, per nove giorni)

Primo giorno

Ricordando la totale sottomissione al volere di Dio, che fu propria di San Giuseppe, ripetiamo con spirito di fede:” Sia fatta la tua volontà, Signore!”, e chiediamo a questo grande santo che moltiolichi, per quanti sono gli uomini, questa invocazione, rendendoli tutti docili al divino volere.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…

Secondo giorno

Ricordando il suo amore al lavoro, che lo fece modello di tutti gli operai, preghiamo per essi, perchè non sciupino la fatica delle loro mani e della loro mente, ma, offrendola al Padre, la trasformino in moneta preziosa, con la quale possano meritarsi una ricompensa eterna.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre

Terzo giorno

Ricordando la serenità che egli ebbe nelle diverse traversie della vita, preghiamo per tutti coloro che nelle contrarietà si lasciano abbattere, chiedendo per tutti la forza necessaria e serenità nel dolore.
Padre nostro…Ave Maria…Gloria al Padre

Quarto giorno

Ricordando il suo silenzio, che gli permise di ascoltare la voce di Dio che gli parlava indirizzandolo sempre e dovunque, facciamo silenzio interiore, pregando perchè tutti sappiano nel silenzio accogliere la parola di Dio e conoscere la sua volontà e i suoi disegni.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre

Quinto giorno

Ricordando la sua castità, da lui custodita nel modo più perfetto, nell’offerta a Dio di ogni suo affetto, pensiero e azione, preghiamo perchè tutti e soprattutto i giovani sappiano vivere i loro giorni nella purezza con gioia e generosità.
Padre nostro…Ave Maria…Gloria al Padre

Sesto giorno

Ricordando la sua profonda umiltà davanti a Dio, al prossimo e a se stesso, e la dedizione con cui si sacrificò alle due creature sublimi che il Signore gli aveva affidato, preghiamo per i padri di famiglia, perchè siano suoi imitatori nel reggere quella cellula della società che ha così bisogno di essere consolidata.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre

Settimo giorno


Ricordando il suo tenero affetto per la sposa, con cui condivise pene e gioie
della vita, e che egli venerò e rispettò come Madre di Dio, preghiamo per tutti
gli sposi, perchè siano fedeli agli impegni assunti col matrimonio e perchè
nella mutua comprensione e nel rispetto reciproco possano portare a termine la
loro missione.

Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre


Ottavo giorno


Ricordando la gioia nello stringere Gesù bambino, tra le braccia, preghiamo
perchè tra genitori e figli vi sia sempre quella comprensione affettuosa e
sincera che rende buoni gli uni verso gli altri.
Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre


Nono giorno

Ricordando la morte santa di Giuseppe, fra le braccia di Gesù e di Maria, preghiamo per tutti i moribondi e perchè la nostra morte sia dolce e serena come la sua. Nel giorno della sua festa, con piena fiducia, ricorriamo a lui raccomandandogli l’intera Chiesa.

Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre

Preghiera di intercessione

Supplichiamo il Signore Gesù Cristo, che ha trascorso lunghi anni della sua esistenza in seno ad una famiglia umana, e diciamo:

Conformaci a te, Signore.

Signore Gesù, per molto tempo della tua vita sei stato sottomesso a Maria e a Giuseppe:

– insegnaci a onorare e a rispettare i nostri genitori. Signore Gesù, il tuo amore verso Giuseppe e Maria era ricambiato dal loro affetto e dal rispetto della tua missione:

– Fà che anche le nostre famiglie siano animate dall’amore e dall’obbedienza al disegno che il Padre Celeste ha su ogni creatura.

Signore Gesù, tu hai saputo ascoltare la voce del Padre che ti strappava alla tranquillità degli affetti domestici:

– la nostra beatitudine sia accogliere la parola di Dio e metterla in pratica.

Signore Gesù, quando sei rimasto nel tempio di Gerusalemme per occuparti delle cose di tuo Padre, hai manifestato ai tuoi genitori quale era il progetto di Dio su di te:

– rivela anche a noi il mistero della tua esistenza donata per la salvezza degli uomini.

Signore Gesù, l’armonia che regnava nella tua famiglia terrena era un segno della pacificazione che tu portavi al mondo intero:

– Fà che tutte le famiglie della terra testimonino con il loro amore che tu sei venuto per accrescere la vita e la gioia di tutti gli esseri.

Preghiamo

O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di San Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell’opera di salvezza.

9 marzo: San Domenico Savio

San Domenico Savio
Innamorati di Maria

s.domenico savio

Riva di Chieri, Torino, 2
aprile 1842 – Mondonio, Asti, 9 marzo 1857

Ancora bambino decise quale
sarebbe stato il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano. Tale
desiderio venne accentuato dall’ascolto di una predica di don Bosco,
dopo la quale decise di divenire santo. Da questo momento, infatti la
sua esistenza fu piena d’amore e carità verso il prossimo, cercando in
occasione di dare l’esempio. Nel 1856 fondò la Compagnia
dell’Immacolata e poco più tardi morì, lasciando un valido e bel
ricordo della sua persona ai giovani cristiani.

sep

Dalla «Vita di Savio Domenico» scritta dal sacerdote Giovanni Bosco

(Don Bosco, Opere e scritti. 4, pp. 19 e passim)

La morte, ma non peccati

E’ proprio dell’età volubile
e della gioventù di cambiare sovente proposito intorno a quello che si
vuole. Del nostro Domenico non fu cosi. Tutte le virtù crebbero ognora
meravigliosamente e crebbero insieme senza che una fosse di nocumento
all’altra. Venuto nella casa dell’Oratorio, il suo sguardo si posò
subito su di un cartello sopra cui, a grossi caratteri, sono scritte le
seguenti parole: Da mihi animas, ceterà tolle! Egli pensò un momento e
poi soggiunse: Ho capito, qui non si fu negozio di denaro, ma negozio
di anime, ho capito; spero che l’anima mia farà anche parte di questo
commercio. Da qui ebbe cominciamento quell’esemplare tenor di vita,
quella esattezza nell’adempimento dei suoi doveri, oltre cui
difficilmente si può andare.
La sera dell’8 dicembre 1854,
giorno della definizione dogmatica dell’immacolato concepimento di
Maria, con il consiglio del confessore, Domenico andò avanti l’altare
di Maria, rinnovò le promosse fatte nella prima Comunione, di poi disse
più e più volte queste precise parole: Maria, vi dono il mio cuore;
Gesù e Maria, state voi sempre gli amici miei; ma, per pietà, fatemi
morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo
peccato.
Erano sei mesi da che Savio
dimorava nell’Oratorio, quando fu fatta una predica sul modo di farsi
santo. Quella predica per Domenico fu come una scintilla che gli
infiammò il cuore di amore di Dio. Mi sento, diceva, un desiderio e un
bisogno di farmi santo. Ora che ho capito che ciò si può effettuare
anche stando allegri, io voglio assolutamente e ho assolutamente
bisogno di farmi santo. Iddio mi vuole santo e io debbo farmi tale.
Voglio farmi santo e sarò infelice finché non sarò santo. Nella sua
compostezza esteriore v’era tanta naturalezza che si sarebbe detto
essere stato così creato dal Signore. Ma molti che lo conobbero da
vicino o ebbero cura della sua educazione possono assicurare che vi era
grande sforzo umano coadiuvato dalla grazia di Dio.
Domenico cominciò a
scegliersi un confessore, che tenne regolarmente. La sua preparazione a
ricevere la santa Eucaristia era pia, edificante; il ringraziamento
senza limile. Fra i doni di cui Dio lo arricchì fu eminente quello del
fervore nella preghiera. Più volte restava come rapito dai sensi.
Interrogato, rispondeva: Mi pare di vedere, tante cose belle! Mi pare
che il Paradiso mi si apra sopra il capo!
La prima cosa che gli venne
consigliala per farsi santo fu di adoperarsi per guadagnare anime a
Dio. Questo pensiero divenne il continuo respiro della sua vita.
Leggeva di preferenza la vita di quei santi che avevano lavorato in
modo speciale per la salute delle anime; parlava volentieri dei
missionari. Più volte fu udito dire: Se potessi guadagnare a Dio tutti
i miei compagni, quanto sarei felice! Quante anime aspettano il nostro
aiuto! Il pensiero di guadagnare anime lo accompagnava ovunque.

Morì sorridendo con aria di paradiso.

sep

Preghiera per i giovani

San Domenico Savio, sono anch’io giovane come te,
e come te cerco molto di amare Gesù.
Tu sei stato formidabile nell’amicizia con i tuoi compagni,
nella fiducia verso i tuoi genitori e i tuoi educatori.
Io ti affido tutti i miei amici e tutte le persone care
con cui condivido le mie giornate.
Tu non avresti mai commesso un peccato un peccato che deturpa il cuore.
Aiutami a trovare le parole, i gesti e gli sguardi che sono giusti e veri,
per manifestare, come te, la bontà e la verità.
Fa’ che mi senta sempre amato da Dio
e che sappia sempre scegliere il bene.
Ti ringrazio perché mi hai indicato la via della santità
E sono certo che mi aiuterai a seguirla ogni giorno.

Amen.

9 marzo: La Madonna dei miracoli

La Madonna dei miracoli

La Vergine, già nel 1510, ci richiama sul digiuno in Quaresima!

Il 9 marzo del 1510 Giovanni Cigana, un anziano contadino di 79 anni abitante di Motta di Livenza (TV), si stava recando in un paese vicino.
Giovanni era un uomo buono, recitava ogni giorno il Santo Rosario e quando passava davanti ad un capitello con l’immagine della Madonna si fermava e in ginocchio recitava qualche preghiera.

madonna dei miracoli
Anche quel giorno pregò devotamente, e terminata la preghiera si alzò e riprese il cammino. Subito si fermò stupito, vedendo seduta tranquillamente sul grano del campo, una bellissima fanciulla tutta vestita di bianco, dall’età di circa 12 anni, che lo guardava con occhi dolcissimi. Riavutosi dallo stupore Giovanni La salutò: “Dio vi dia il buon giorno!” e la Fanciulla, parlando con una graziosa cadenza dialettale come l’anziano, gli rispose: “Buon giorno e buon anno!“.

Fino ad ora il buon uomo aveva scambiato la Fanciulla per una contadinella, ma dopo uno scambio di battute, un’improvvisa luce spirituale gli rischiarò l’anima ed egli cadde in ginocchio, colpito dalla visione che gli stava davanti: la Vergine Benedetta, la Madre di Dio, vestita di bianco come una semplice fanciulla dei campi! Ci fu un minuto di silenzio, poi risuonò la voce della Madonna, limpida ma insieme piena di dolore e di pietà.

Dovete sapere che allora, come adesso, il 9 marzo cadeva durante la Quaresima, nella quale in quei tempi, era prescritto un digiuno rigorosissimo. Ma l’ondata di paganesimo, che nel 1500 si era diffuso in Italia, aveva fatto dimenticare al popolo il valore del digiuno e della penitenza, e le leggi di Dio e della Chiesa erano calpestate allegramente!

Allora la Madonna con materna sollecitudine richiamò gli uomini alla preghiera e al digiuno per scongiurare altri castighi di Dio.
La Vergine ordinò al Cigana di digiunare insieme alla famiglia per tre sabati consecutivi e gli chiese di annunciare tale digiuno a tutta la gente di Motta e di predicarlo per nove giorni consecutivi in tutte le città, borgate e villaggi della terra trevigiana.

Chi digiunerà con vero pentimento – disse la Madonna – otterrà misericordia e perdono da nostro Signore Gesù Cristo, sdegnato per i troppi peccati del popolo. La Vergine chiese, inoltre, che in quel luogo venisse costru­ita subito una chiesetta dove il popolo potesse raccogliersi in quei giorni di espiazione e di penitenza.
Questa sera guarderete il sole e vedrete un segno che vi farà credere e io disporrò bene il cuore degli uomini del paese, così che vi crederanno“. Dopo tali parole, la misteriosa Fanciulla benedisse il Cigana e scomparve.

Vediamo ancora una volta come la Madonna, Mamma tene­rissima, vigila sui suoi figli e li esorta alla preghiera e alla penitenza.

Ascoltiamola dunque e facciamo sempre tesoro delle sue parole perché sono dettate unicamente dall’amore per noi.

Preghiera

Madonna dei Miracoli e Madre nostra Maria,
Mediatrice potentissima di tutte le grazie,
ascolta ed esaudisci la nostra preghiera.
Sii la salute degli infermi,
il rifugio dei peccatori,
la consolatrice degli afflitti,
l’aiuto dei cristiani.
Benedici noi,
tutti quelli che si raccomandano alle nostre preghiere
ed il mondo intero.
Rendi felici i tuoi devoti
affinché possano promulgare la tua bontà
e soccorri le Anime sante del Purgatorio.
Così sia.
– Salve, o Regina…
– Nostra Signora dei Miracoli, prega per noi.

Auguri a tutte le donne di IdM

idm

Auguri di vero cuore a tutte le donne di Innamorati di Maria,
e auguri alle mogli, mamme, figlie e sorelle di tutti gli iscritti.

L’augurio che possano sempre più imitare la Vera Donna, l’Immacolata, e le Sue virtù,
diventando luce ed esempio per il prossimo.


“Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del “mistero”, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta “sponsale”, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”

“La Chiesa vede in Maria la massima espressione del « genio femminile » e trova in Lei una fonte di incessante ispirazione. Maria si è definita « serva del Signore » (Lc 1, 38). È per obbedienza alla Parola di Dio che Ella ha accolto la sua vocazione privilegiata, ma tutt’altro che facile, di sposa e di madre della famiglia di Nazaret. Mettendosi a servizio di Dio, Ella si è posta anche a servizio degli uomini: un servizio di amore. Proprio questo servizio le ha permesso di realizzare nella sua vita l’esperienza di un misterioso, ma autentico « regnare ». Non a caso è invocata come « Regina del cielo e della terra ». La invoca così l’intera comunità dei credenti, l’invocano « Regina » molte nazioni e popoli. Il suo « regnare » è servire! Il suo servire è « regnare »!
In questo consiste il materno « regnare » di Maria. Essendo stata, con tutto il suo essere, dono per il Figlio, dono Ella diventa anche per i figli e le figlie dell’intero genere umano, destando la profondissima fiducia di chi si rivolge a Lei per essere condotto lungo le difficili vie della vita al proprio definitivo, trascendente destino. A questo finale traguardo ciascuno giunge attraverso le tappe della propria vocazione, un traguardo che orienta l’impegno nel tempo tanto dell’uomo quanto della donna.”
( Giovanni Paolo II, “Lettera alle Donne” )