Archivio | 15 Maggio 2017

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE: dal 15 al 23 maggio

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE

suggerita da San Giovanni Bosco

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Recitare per nove giorni consecutivi:

3 Pater, Ave, Gloria al Santissimo Sacramento con la giaculatoria:
Sia lodato e ringraziato in ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento.

3 Salve o Regina…con la giaculatoria:
Maria, aiuto dei cristiani, prega per noi.


Don Bosco quando era richiesto di qualche grazia soleva rispondere:
“Se volete ottenere grazie dalla S. Vergine fate una novena” (MB IX, 289).

Tale novena, secondo il santo, doveva essere fatta possibilmente “in chiesa, con viva fede” ed era sempre un atto di fervente omaggio alla SS. Eucaristia.

Le disposizioni d’animo perché la novena sia efficace sono per don Bosco le seguenti:

1° Di non avere niuna speranza nella virtù degli uomini: fede in Dio.

2° La domanda si appoggi totalmente a Gesù Sacramentato, fonte di grazia, di bontà e di benedizione.

Si appoggi sopra la potenza di Maria che in questo tempio Dio vuole glorificare sopra la terra.

3° Ma in ogni caso si metta la condizione del “fiat voluntas tua” e se è bene per l’anima di colui per cui prega.


CONDIZIONI RICHIESTE

1. Accostarsi ai Sacramenti della Riconciliazione e all’Eucaristia.
2. Dare un’offerta o il proprio lavoro personale per sostenere le opere di apostolato,

preferibilmente a favore della gioventù.
3. Ravvivare la fede in Gesù Eucaristia e la devozione a Maria Ausiliatrice.

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Una storia singolare: Maria Ausiliatrice fonte di speranza e di gioia

Per gli alunni dell’Oratorio Maria SS. era sempre madre pietosa e D. Bosco un tenero padre.

“Io narra il giovane Battagliotti sono un giovanetto liberato da gravissima sciagura per intercessione dell’augusta Regina del Cielo. Animato dal vivo desiderio di percorrere la carriera degli studi, mi ero cal damente raccomandato al mio sig. Prevosto affinché mi aiutasse e consigliasse con la sua solita carità. Egli si adoperò e mi ottenne un posto nell’Oratorio di S. Francesco di Sales. Ero colmo di gioia e non attendevo altro che il mese di agosto per recarmi al luogo destinato, per tentare le prime prove e per cominciare il ginnasio. Ma che! Una grave sciagura venne a colpirmi e deluse ogni mia speranza. Una sera di maggio di quest’anno, mentre facevo la mia preghiera, caddi da un fienile sul duro selciato e rimasi come morto.

Passai due giorni ignaro di quanto fosse avvenuto di me e tutti giudicavano ad ogni istante che io dovessi rendere l’ultimo respiro. Avevo tutta la persona scompaginata, con una grave rottura. Tuttavia mediante le cure del medico e le sollecitudini dei miei parenti, dopo due giorni riacquistai l’uso dei sensi e poco per volta rinacque la speranza di guarigione. Ma quando mi sembrava di essere guarito, mi accorsi che il malore mi aveva lasciato un triste retaggio, vale a dire mi avvidi che avevo perduto la facoltà intellettiva e la memoria. Non si può esprimere il dolore e il dispiacere che ho provato nel vedermi così troncato il filo delle mie speranze.

Ho fatto ripetute prove, ma non ero riuscito a farmi entrare in capo un periodo di un libro od un pensiero di cose scientifiche. Tuttavia travagliato dal desiderio dello studio, col consiglio del mio Prevosto, volli recarmi a fare almeno una prova nell’Oratorio di S. Francesco di Sales, dove altri miei compagni mi attendevano. Qui crebbe la mia desolazione. Passavo più ore sui libri, stavo con la massima attenzione nella scuola, ma nulla potevo né comprendere, né imparare.

Nel vedere i miei condiscepoli di giorno in giorno progredire nelle lezioni ed io invece rimanermene senza profitto, privo di speranze passavo i miei giorni nella melanconia, nell’afflizione, nel pianto. Un mattino andai in sagrestia, mi presentai a D. Bosco e scoppiando in un pianto dirotto: D. Bosco, gli dissi, mi faccia guarire dal mio mal di capo. – Caro figlio, egli commosso mi rispose; vorrei saperti suggerire qualche rimedio efficace… ma… hai già fatto ricorso a Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani? Hai fiducia nella bontà del Signore e nella potenza dell’augusta sua Madre Maria SS? – Sì che l’ho e faccio tutto quel che posso per accrescerla. – Vieni, ascolta con devozione la S. Messa, e poi ci parleremo: e spera. Dopo che ebbe celebrata la S. Messa, mi condusse davanti all’altare della B. V. e mi disse: – Fa’ una novena, recita tutti i giorni tre Pater, Ave, Gloria a Gesù Sacramentato, con tre Salve Regina alla Madre di Dio con la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Se guarisci dal tuo male riconoscilo alla protezione di Maria Ausiliatrice e per la grazia ottenuta farai qualche oblazione per i lavori della Chiesa che in onore di Lei si va qui costruendo. – Farò quanto mi dice riguardo alle preghiere, ma essendo io un povero giovane, non posso fare alcuna oblazione. – Tu farai oblazione di preghiere, affinchè la SS. Vergine ispiri qualche suo devoto a fare oblazioni di altro genere; e per gratitudine verso la tua celeste benefattrice racconterai la grazia ricevuta. Tutto promisi, ed io sentivo in quel momento una fede così viva in cuore che già mi sembrava di essere guarito. Ma era illusione. Il male di capo continuò maggiormente, la mia testa sempre più confusa, la mia memoria sempre più alterata. Ogni giorno pregavo, mi raccomandavo alle preghiere dei miei Superiori e dei miei compagni, ma senza alcun risultato.

Era l’ultimo giorno della novena ed io ero peggiorato e sentivo crescere i miei malori e per di più mi pareva che acuti chiodi mi fossero conficcati nel cervello. La sera di quel giorno, oppresso dal dolore, mi presentai a D. Bosco che appena mi vide, subito mi disse: – Ebbene, come stai? Hai migliorato? – Niente finora! Molto peggio di prima! Ho perduto ogni mia speranza! -Ragazzo che sei, perché dubitare? Va’ a fare la solita preghiera, riponi piena confidenza in Maria SS. Ausiliatrice e spera. Feci quanto mi veniva proposto; dopo andai a riposo. Mentre addolcivo i miei dolori con la speranza, senza sapere se dormissi o fossi desto, mi parve che una mano mi spingesse sollevando tutta la mia persona. • Io sono guarito, dissi subito, sentendomi pieno di vigore. Io sono guarito: lo stomaco, il capo non soffrono più alcun male. Colmo di gioia, a stento potei chiudere occhio in quella notte. Ma questa gioia crebbe mille volte di più, quando fattosi giorno ed aperti i libri di scuola, potei studiare la mia lezione, compiere i doveri scolastici, capire tutta la spiegazione del mio maestro. Debbo inoltre notare che non solo rimasi totalmente guarito delle facoltà intellettuali, ma anche dei mali corporali, cosi che ho potuto ripigliare le mie ordinarie occupazioni, con fondata speranza di continuare la carriera degli studi e giungere, se a Dio piacerà, allo stato ecclesiastico. Ognuno può facilmente comprendere qual sia stata la mia contentezza. L’allegria mi inondava il cuore e mi muoveva alle lagrime. Andai al medesimo altare a ringraziare Maria Ausiliatrice e racconterò sempre la grazia che per la potente intercessione di Lei ho ricevuto. Se mai qualche mio compagno leggerà questo fatto, non dimentichi di sperimentare la potenza di Maria Ausiliatrice, ricorrendo alla sua intercessione nei suoi particolari bisogni” (MB VIII 496-499) .

(Spiritualità Giovanile Salesiana) Maria Ausiliatrice autore: AA.VV.

Novena a Santa Gemma Galgani ( 9 )

Novena a Santa Gemma Galgani
Nono giorno
IdM-Buona giornata!

Il cielo, dove è Gesù

“Nella casa di mio Padre ci sono molte dimore… io vado a preparare un posto per voi” (Cv 14, 2)
“Né occhio vide né orecchio udì né mai entrò in cuore di uomo, ciò che Dio ha preparato per quelli che lo amano” (1 Cor 2, 9)

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Prima Orazione


O Dio, che hai reso la vergine santa Gemma Galgani immagine del tuo Figlio crocifisso, donaci, per sua intercessione, di partecipare ai patimenti di Cristo, per meritare di essere associati alla sua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Dalla liturgia della Chiesa)

Il cielo non è una parola facile per appagare cuori piccoli o per consolare nei dolori più grandi. Gemma manifesta ad ogni passo nei suoi scritti desideri incontenibili di “volare in cielo”. “Dal momento in cui mia mamma mi ispirò il desiderio di andare in paradiso, l’ho conservato molto vivo“. “Avrei preferito vedermi libera dal corpo e volare in cielo“. “Chiesi a mia Madre, la Madonna, di portarmi in paradiso…

Nonostante le sue malattie e i costanti dolori la vita di Gemma è già sulla terra una vita da cielo. In lei si realizza ciò che ha detto il Signore: “dov’è il tuo tesoro là sarà anche il tuo cuore“. E l’unico tesoro di Gemma sulla terra era Gesù.

Quattordici giorni dopo la morte di Gemma, in presenza di padre Germano, esumarono le sue spoglie. Si estrasse il cuore, che apparve fresco, flessibile, rossiccio, intriso di sangue, come se battesse ancora. Gli specialisti e i testimoni rimasero sbalorditi.

Gemma fu seppellita momentaneamente nel cimitero di Lucca. Sulla sua tomba si eresse in seguito un modesto monumento con questa iscrizione redatta da padre Germano: “Gemma Galgani, vergine di Lucca, innocentissima, che a venticinque anni, consunta dalle fiamme dell’Amore divino, più che dalla malattia, il dì 11 aprile 1903, vigilia di Pasqua di risurrezione, volò in cielo per unirsi al suo celeste Sposo. Riposa in pace, anima incantevole, in compagnia degli angeli!”

Gemma aveva ascoltato in vita la voce interiore di Gesù che le disse: “Sarai santa, farai miracoli… Rassicura il tuo direttore che sono io, Gesù, chi ti parla“.

Il suo sepolcro divenne subito meta di pellegrinaggi. Da tutti gli angoli del mondo incominciarono ad arrivare testimonianze di riconoscimento per i favori ottenuti. Gli uomini di Chiesa cominciarono ad interessarsi per la causa di canonizzazione della “povera Gemma”. La prima biografia, scritta da padre Germano, a soli quattro anni della sua morte, ottenne una mirabile risonanza. Fu tradotta in diverse lingue in un tempo record. La pubblicazione delle Lettere e Estasi ebbe un simile successo.

Oggi il mondo è testimone di quella missione provvidenziale di Gemma nella Chiesa, dal cielo. Una missione silenziosa, permanente, che fa ritrovare la pace e cambiare la vita a innumerevoli fratelli peccatori, abbagliati dalla vita, traboccante di amore e di dolore, della “povera Gemma”.

Spunti di Riflessione


• Il cielo non è un luogo. È uno stato dell’anima. Il cielo è Dio con me e io con Lui, per sempre. Santa Gemma vive questa realtà e questa gioia.

• La vita cristiana è “esperienza viva di Dio”. Qualche genere di esperienza e di cielo si può avere – come ebbe santa Gemma – già sulla terra.

• I miracoli sono segni della presenza e dell’agire di Dio. Non sono i miracoli la cosa più importante nella vita e nella storia di santa Gemma. La cosa veramente importante è la sua stessa vita, la sua testimonianza di fede e di amore a Gesù.

Preghiera dei Fedeli


Santa Gemma ha compiuto e compie tuttora molti miracoli. Perché essa interceda presso il Signore per l’intenzione particolare di tutti e di ciascuno di noi, preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Santa Gemma morì giovane, vittima di una malattia allora inguaribile. Per tutti i malati, perché il Signore conceda loro la salute e il benessere e perché imitando santa Gemma nella pazienza cristiana condividano con lei un giorno la gloria del cielo, preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Santa Gemma fu in vita ed è ora in cielo “amica del Signore”. Perché anche noi viviamo la vita cristiana come una vita di intimità con Cristo, che inizia qui nella terra e si perfeziona in cielo, preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Preghiera Finale


Signore, io non posso capire adesso come è il cielo che mi hai promesso, ma credo fermamente che tu hai un premio, un cielo, per coloro che ti servono e ti amano. Credo che il cielo è la tua casa, la casa del Padre, dove ci sono “molte dimore” per noi, tuoi figli.

Signore, che io raggiunga un giorno il tuo cielo, il tuo regno, con santa Gemma.
Non per i miei meriti ma per i tuoi e per la sua intercessione. Amen.

(Si può recitare anche un Pater, Ave, Gloria.)