Sant’Agostino
Vescovo e Dottore della Chiesa
IdM-Buona giornata!
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Tagaste (Numidia), 13 novembre 354 – Ippona (Africa), 28 agosto 430
Patronato: Teologi, Stampatori
Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Libro, Cuore di fuoco
Martirologio Romano: Memoria di sant´Agostino, vescovo e insigne dottore della Chiesa: convertito alla fede cattolica dopo una adolescenza inquieta nei princípi e nei costumi, fu battezzato a Milano da sant´Ambrogio e, tornato in patria, condusse con alcuni amici vita ascetica, dedita a Dio e allo studio delle Scritture. Eletto poi vescovo di Ippona in Africa, nell´odierna Algeria, fu per trentaquattro anni maestro del suo gregge, che istruì con sermoni e numerosi scritti, con i quali combatté anche strenuamente contro gli errori del suo tempo o espose con sapienza la retta fede.
Dagli scritti di Sant’Agostino su Maria
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La santità di Maria
Sant’Agostino, come il suo maestro Ambrogio, non ha il minimo dubbio sulla santità di Maria. La sua dottrina servì come base per la maggior parte dei teologi occidentali posteriori. Ma le circostanze difficili nelle quali scrisse, contro le eresie, fecero sì che alcuni testi (tra i più discussi nella mariologia) fossero interpretati con notevoli divergenze. Dobbiamo distinguere due differenti problemi:
– la sua idea sulla santità di Maria
– e il suo atteggiamento verso l’Immacolata Concezione.
a) Sulla santità di Maria non ha alcun dubbio.
Anche i seguaci di Pelagio consideravano Maria santa. Anche loro sostenevano la vita ascetica e consacrata, e consideravano Maria il loro modello. Ma, secondo Agostino, la loro dottrina era sbagliata non perché negasse tale santità di Maria, ma perché Pelagio la affermava basandosi sulle forze proprie di Maria. Agostino, invece, difende questa santità personale come un privilegio e, pertanto, come grazia.
Quindi, quello che Agostino attaccare era il fatto che Pelagio usasse la santità di Maria come appoggio per una dottrina sbagliata sulla grazia di Cristo. E su questo punto Agostino non cede in nessun modo: non esiste grazia che non sia cristologica. Ciò che Agostino vuole ad ogni costo difendere è che Maria, essendo santa, lo è in quanto redenta, e che la sua straordinaria santità non è un motivo per affermarla come una eccezione rispetto all’universalità della redenzione in Cristo. Maria è stata santa, sì, perché ripiena dallo Spirito Santo; questo in virtù della sua chiamata alla maternità divina, in virtù della grazia:
«Lo stesso unigenito Figlio di Dio, Gesù Cristo, unico Signore, è nato dallo Spirito Santo e da Maria Vergine. Lo Spirito Santo è anche Dio, non meno del Padre e del Figlio. Quindi, cos’altro significa l’intervento dello Spirito Santo nella nascita di Gesù Cristo se non la grazia? Poiché avendo la Vergine chiesto all’angelo in che modo sarebbe accaduto ciò che le aveva annunciato, dato che lei non conosceva uomo, l’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo scenderà su di te”» (Lc 1,35). (Enchiridion, sive de fide, spe et caritate, 37,11 ; PL 40,251)
b) La sua opinione sull’Immacolata Concezione (se la ebbe e non si tratta di un problema posteriore), è molto discussa.
Alcuni teologi asseriscono strenuamente il fatto che nei testi antipelagiani Agostino abbia insegnato questa dottrina; altri invece considerano anacronistica una simile opinione.
Per i Padri della Chiesa la verginità perenne di Maria non era altro che una risultante della sua radicalità nella fede.
Cristo-Verità nello spirito di Maria, Cristo-carne nel seno di Maria.
L’idea è già presente nel parallelo antichissimo fra Eva e Maria (cfr. Ireneo, Contro le eresie III,22,4):
Sarà Agostino a sviluppare il tema della fede di Maria.
«È di più per Maria l’essere stata discepola di Cristo, che madre di Cristo […]. Per questo anche Maria è beata, perché ascoltò la parola di Dio e la custodì: custodì più nella mente la Verità, che nel grembo la carne. Cristo è Verità, Cristo è carne: Cristo-Verità nella mente di Maria, Cristo-carne nel grembo di Maria. Vale più quel che si porta nella mente di quel che si porta nel ventre» (Discorso 72 A ; NBA 30/1, 477-479).
La verginità di Maria è dunque esemplare, perché esprime la sua incondizionata dedizione a Dio nella fede:
«Egli [Gesù] dice : “Ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio, questi è per me fratello, sorella e madre”. (Mt 12, 49-50). Che cosa ci insegna con questo, se non a considerare più importante la parentela spirituale di quella secondo la carne e a ritenere fortunati gli uomini non per il fatto che essi sono uniti da legami di sangue a dei giusti e a dei santi, ma per il fatto che seguendone la dottrina e i loro esempi , diventano i loro alleati.
E’ così pertanto che Maria fu più felice di ricevere la fede di Cristo che di concepire la carne di Cristo. Perché a chi gli diceva “Beato il seno che ti ha portato”, Cristo stesso rispose : Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano“. (Lc 11, 27,28).
In fin dei conti, per i suoi fratelli, cioè i suoi consanguinei secondo la carne che non cedettero affatto in lui, a cosa servì questa parentela?
La parentela materna non avrebbe giovato nulla a Maria, se non avesse portato in modo più beato Cristo nel cuore che nella carne». (S. Agostino, Sulla santa verginità 3,3)
La concezione verginale è una concezione attraverso la carità piena di fede.
«A motivo del suo santo concepimento nel grembo di una vergine, avvenuto non con l’infuocata concupiscenza della carne, ma col fervore della carità che promana dalla fede, [Cristo] vien detto nato da Spirito Santo e dalla vergine Maria». (S. Agostino, Sermo 214,6)
«Resterà la tua verginità; tu credi solamente alla verità, conserva la verginità, ricevi l’integrità. Poiché è integra la tua fede, sarà intatta anche la tua integrità». (Sermo 291,5)
« [L’angelo le rispose] : Resterai Vergine ; credi solamente alla verità, conserva la tua verginità, riceverai anche ciò che la completerà. Essendo la tua fede integra, la tua verginità resterà senza macchia. Ascolta anche come questo avverrà: Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra; poiché concepirai per fede e solo la fede, non i rapporti sessuali, ti daranno un Figlio; il Santo che nascerà da te si chiamerà Figlio dell’Altissimo». (S. Agostino, Sermo 291, 5)
Maria e la Chiesa
S. Agostino spiega il rapporto “Maria e Chiesa” così:
La Chiesa è più grande di Maria perché anche Maria è membro della Chiesa, membro eccelso e santo, ma solo un membro: la Chiesa è il “corpo” di cui fan parte tutte le membra, inclusa Maria, e con il suo capo forma una cosa sola, il Cristo totale.
Un rapporto di “similitudine” tra Chiesa e Maria (ambedue sono vergine e madre).
La maternità spirituale di Maria verso le membra di Cristo, i fedeli.
La carità, fondamento della fecondità spirituale.
«Madre di lui è tutta la Chiesa, perché partorisce le membra di lui, che sono i fedeli, certo con la grazia di Dio. Parimenti è madre di lui ogni anima pia che ha la volontà del Padre con la fecondissima carità verso colui che partorisce, finché Cristo si formi in loro (Gal 4,19). Maria dunque, che fa la volontà di Dio, corporalmente è madre solo di Cristo, spiritualmente gli è sorella e madre […]: madre nello spirito non del capo nostro, che è lo stesso Salvatore, dal quale piuttosto spiritualmente è nata […]; ma certo madre delle sue membra, che siamo noi, perché cooperò con la sua carità alla nascita nella Chiesa dei fedeli, che di quel capo sono le membra; quanto poi al corpo, è madre dello stesso capo» (Sulla santa verginità, 5-6: PL 40, 399).
Fare la volontà del Padre per divenire madre e sorella di Cristo.
Ciò che Maria compie facendo la volontà del Padre (la sua volontà di salvare tutti gli uomini perché tutti diventino corpo di Cristo), la Chiesa e ogni fedele continuano a compierlo come lei e con lei.
«Il Cristo ha per fratelli e sorelle tutti gli uomini e le donne che si santificano perché essi sono coeredi dell’eredità del cielo : sua madre è la Chiesa tutta intera , poiché, per la grazia di Dio, è essa che mette al mondo le sue membra, cioè i suoi fedeli.
Sua madre è anche ogni anima pia che compie la volontà del Padre, in virtù di questa carità che è così feconda in quelli che essa genera finché il Cristo stesso sia formato in essi.
Maria stessa, nel compiere la volontà di Dio, corporalmente non è che la madre di Cristo ; ma spiritualmente lei è la sorella e la madre».
La carità dello Spirito Santo, sorgente di fecondità spirituali.
Maria madre dei membri di del corpo mistico di Cristo.
Agostino, in questo rapporto tra Maria e la Chiesa, mette a fuoco il fondamento della maternità spirituale di ambedue: la carità.
Una carità che in Maria promana dalla fede, e la rende feconda nel generare Cristo-Capo ad opera dello Spirito Santo e feconda nel cooperare nella Chiesa alla rigenerazione del corpo di Cristo, cioè di tutte le sue membra.
«Questa donna unica [Maria] è vergine e madre non solamente secondo lo spirito, ma anche secondo il corpo ; Secondo lo spirito lei non è la madre del nostro Capo cioè il Salvatore stesso ; spiritualmente è piuttosto la figlia, – poiché tutti quelli che avranno creduto in Lui, e lei è tra di questi, sono chiamati a giusto titolo i figli dello sposo (Mt. 9,15) ; – ma lei fa parte con tutta evidenza delle sue membra, come noi lo siamo, poiché lei ha cooperato, con la carità, alla nascita, nella Chiesa, dei fedeli che sono le membra di questo Capo; secondo la carne, al contrario, lei è madre del Capo stesso.
Era necessario infatti che il nostro Capo, per un insigne miracolo, nascesse, secondo la carne, da una vergine, per significare che le sue membra sarebbero nate, secondo lo spirito, da quella altra vergine che è la Chiesa».
Agostino non poteva considerare la partecipazione celeste di Maria al cammino storico della Chiesa di quaggiù: il suo sguardo è primariamente fisso sul momento decisivo dell’Annunciazione, quando Cristo per lei si inserisce nella nostra pasta trasformandola; ivi, la fede e l’amore della Vergine, verso di lui e verso di noi, fanno della madre del capo anche la madre delle membra.