Incomincia la Novena del Santissimo Nome di Gesù, in cui si diranno Nove Pater noster, Ave e Gloria in onore dell’imposizione di detto gloriosissimo Nome.
In questa settimana prega la coroncina di Riparazione delle Bestemmie
Santissimo Nome di Gesù
Primo giorno / 25 Dic
Considera anima divota, come il SSmo Nome di Gesù, non è un nome inventato dagli uomini, ma bensì da Dio, che volle significarlo per mezzo dell’Arcangelo Gabriele, come attesta S. Luca: Vocatum est nomen ejus Iesus ab Angelo. Quindi non è Egli un nome vacuo, dice S. Bernardo, che le cose contiene in figura, o in ombra, ma in una palpabile verità. Gesù è un nome, che spiega in se stesso le due nature Divina, ed Umana, insieme unite col vincolo della Ipostatica Unione, non potendo salvare il mondo un puro Dio perché impassibile, né un puro Uomo, perché limitato, e finito. E perciò essendo il SSmo Nome di Gesù, dice S. Matteo, lo stesso, che Salvatore, avendo operato l’umana redenzione, togliendoci dalla servitù del peccato, ha Egli ciò eseguito come Dio insieme, ed Uomo. Insomma Gesù è un Nome che racchiude in se l’Infinità, l’Eternità, l’Immensità, la Sapienza, la Giustizia, la Misericordia e tutte le adorabili perfezioni di un Dio. Felici noi, che abbiamo avuto la sorte di esser riconciliati con l’Eterno Divino Padre per mezzo di un Mediatore, che sodisfece, e pagò a costo del proprio Sangue per sua divina Clemenza la colpa.
Colloquio.
Augustissimo Gesù se consacraste Voi stesso per liberare il Popolo vostro dalle mani dei Nemici per acquistare un nome Eterno, giusto è, che sia superiore, ed ecclissi qualunque altro Nome anche de’ Serafini, dicendo S. Pietro: tanto migliore degli Angioli formato, quanto più sublime eccellente nome di quelli ereditò. E se l’Eterno Padre volle, che questo il Nome fosse del suo Divin Figliuolo, che siete Voi, concedeteci per vostra bontà, che siccome ne abbiamo qui in terra partecipati gli effetti; così possiamo perfezionarli in Cielo per lodarvi e benedirvi eternamente.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore dell’imposizione di detto gloriosissimo Nome.
Secondo giorno / 26 Dic
Considera Anima devota, come non v’ha altro nome nel mondo, che tanto dolce sia, e soave quanto il SSmo Nome di Gesù. Nessuna cosa, dice Bernardo Santo, si canta più soave, nessuna più gioconda si ascolta, e nessuna più dolce si pensa, quanto Gesù Figliuol di Dio. Se si predica rischiara l’intelletto, infiamma la volontà; se si pensa, nutrisce l’Anima amante, e l’infervora; se s’invoca, lenisce il cuore e lo rinforza. Infatti osserviamo, che se alcun Fedele da tristezza ritrovasi oppresso per arte del comun Nemico, o in alcun caso sinistro incontrasi di avversa fortuna, dal suo cuore passando Gesù alla lingua, al lume nato di questo nome, si sgombra l’oscurità delle tenebre, ritorna serena la mente, prende forza il cuore, rallegrandosi le potenze, e tutto respira alla vita. Per questo appunto l’Apostolo Paolo, allorché dal medesimo Divino Verbo fu costituito promulgatore del suo gloriosissimo Nome, oltre il ripeterlo sovente con la lingua, lo imprimeva nelle sue Epistole dirette ai Corinti, ai Galati, ai Colossensi, agli Ebrei, ed in tutte le altre Nazioni inviate, avendo per esperienza quando dolce sia il Nome di Gesù, e soave, e quanto valevole a sgombrare le tenebre del Gentilesimo per ridurli nelle strade amene della perfetta credenza.
O noi pur troppo avventurosi, se in ogni caso avverso, in ogni occasione sinistra invocaremo il Gloriosissimo Nome di Gesù, e chiamandolo con la lingua gli consacreremo il nostro cuore; In allora il nostro spirito assaggerà quella dolcezza soave, che non si ritrova in qualunque cosa creata di questo mondo.
Colloquio.
Amabilissimo Gesù! Voi siete il Signore degli Angeli, il Creatore del Mondo, il Principe Sovrano dell’Universo, e perciò siete il mio Signore, ed il mio Dio: Domine meus, et Deus meus. Vi ringrazio, che avete voluto prender questo nome santissimo per nostra consolazione, per nostra salute, e conforto: e siccome in questa valle di lagrime abbiamo ricorso al vostro gloriosissimo nome nelle nostre occorrenze, invocandolo dolcemente, così possiamo chiudere i nostri giorni in pace dicendo: Viva Gesù, Viva il nostro Salvatore.
si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onor della dolcezza, e soavità dello stesso Nome.
Terzo giorno / 27 Dic
Considera anima divota, come Gesù altro non significa, che Salutare, cioè Salvatore, asserendo S. Pietro non aver dato l’Eterno Padre altro nome agli uomini per potersi salvare, tra le borasche di questo ingannevole bugiardo Mondo, se non il Venerabilissimo Nome di Gesù. Per questo Nome splende dappertutto la verità della Fede, egli chiamò dalle tenebre nell’ammirabile lume della credenza Vangelica. Per la virtù di un Nome si Venerabile gli Apostoli Santi illuminarono ciechi, raddrizzarono storpi, sanarono assiderati, richiamarono alla vita i morti, apportando al Mondo tutto meraviglia, e stupore. E se dall’Angelo fu notiziato a Maria che verrebbe Gesù ad apportare la vita al Mondo, dall’infame schiavitù sciogliendolo, contratta per il peccato di Adamo, lo confirmò Egli medesimo nel Vangelo di S. Giovanni, che venne al mondo, acciò le sue pecorelle la vita avessero, e l’avessero con abbondanza. Per la sua virtù si vide abbattuta l’idolatria, confusi i Re, ed i Sacerdoti, che con ogni sforzo tentavano di sostenerla; convinta la Sinagoga, pieni di scorno gli Ebrei, che sotto minaccevoli pene avevano proibito agli Apostoli più annunziassero, o invocassero questo potentissimo Nome. Se dunque non v’è bene nel mondo, che venuto non sia dall’efficacissimo Nome di Gesù, umili, e divoti riconosciamo la sorgente di ogni nostra dovizia, e se per lo passato siamo stati infedeli, cessiamo una volta dalle nostre ingratitudini, ed in risarcimento de’ nostri trascorsi misfatti ricompensiamo con dire
Colloquio.
Amabile Signore (a) ringraziamenti, i Serafini del Cielo, e non cessino giammai di glorificarvi, e lodarvi eternamente dicendo: Dignus es Domine accipere gloriam, et virtutem. O Salutifero Nome e per vostra virtù io spero acquistare la salute, e nell’anima, e nel corpo, cosicché con il vostro gloriosissimo Nome nel cuore, e nella lingua riportando Vittoria del Mondo, e carne, canterò per tutti i secoli, lodi, e benedizioni all’Augustissima Trinità.
si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore di Gesù per la salutare Operazione di detto Nome.
Quarto giorno / 28 Dic
Considera Anima divota come a fare, che le nostre preghiere siano esaudite, e ad ottenere con facilità ciocché si chiede, e dimanda è efficacissimo di Gesù l’adorabilissimo Nome. Imperciocché fà Egli, che più sollecite s’apron le strade per giungere ai piedi del Divin Padre e riportarne favorevole rescritto. Perciò leggesi nel suo Vangelo, ch’Egli e sia stato sempre esaudito in vigore del suo gran Nome, e che noi per mezzo di esso franchi parliamo al Signore dicendo: Padre nostro, che sei nei Cieli. Infatti per lo Nome di Gesù, Iddio Padre rimira con favorevole sguardo la nostra preghiera, l’accoglie, l’esaudisce, perché accompagnata la vede con la sua impronta, ed intinta col prezioso Sangue dei suoi sudori. Quindi esortava gli Apostoli, e tutti noi in essi, che nel domandare al Padre qualunque cosa l’avessimo chiesta in suo nome, per sicuramente ottenerla: Quodcumque petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis mentre all’udir solo, che in nome del diletto suo Figlio, in cui compiaciuto si era, e quale per dar compenso alla sua Giustizia offesa, mostrato erasi ubbidiente sino alla morte, si chiedevano le grazie, senz’altro l’avrebbe concesse. Avvalorate dunque Noi anime divote del mio Gesù, dall’efficacia del suo Santissimo Nome, sapendo essere esaudite, ripetiamo sovente in ogni giorno, ed ora le nostre preci all’Altissimo Padre sicure di crescere da perfezione in perfezione nella via dei divini Comandamenti per poi giungere a rimirarlo in Cielo, e goderlo eternamente.
Colloquio.
E Voi Amabilissimo Gesù nostro amore, e speranza, se vi degnaste prendere le nostre spoglie mortali, per aprirci le porte al perdono e fare, che le nostre suppliche sieno efficaci per mezzo del Vostro gloriosissimo Nome, ad impetrarci dal Divin Padre le grazie, e doni, fate ancora, che siamo esauditi in quella, che chiediamo grazia della perseveranza, affinché non declinando né alla destra, né alla sinistra dall’osservanza dei Divini precetti con in bocca il Vostro SSmo Nome alla celeste gloria del Paradiso.
si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore dell’efficacia di detto Nome.
Quinto giorno / 29 Dic
Considera Anima divota come gli Amanti di Gesù vengono talmente nelle afflizioni, e travagli consolati, e sostenute dal di lui dolcissimo Nome, che amano piuttosto essere afflitti per assaggiarne le dolcezze, che starsene senza di quelle. Perciò dicea S. Bernardo venir dalla Sposa dei Cantici un tal Nome paragonato all’olio: Oleum effusum nomen tuum; mentre siccome l’olio luce, pasce, ed unge, è luce, cibo, e medecina così ogni alimento dell’Anima, senza il Nome di Gesù è insipido e secco. Se si scrive anche di gustose materie, e sublimi, non vi assaggia dolcezza il cuore, se in esse non vi si legge Gesù. Se predicasi, si disputa, o conferisce, soavità non si scorge, se ivi non risuona Gesù. Gesù mele alla bocca, melodia all’orecchio, giubilo al cuore. E questo Nome appunto rendeva dolci i tormenti ai Martiri, le pene alle Verginelle, le afflizioni ai Santi, a talché ridotti agli ultimi sfinimenti di Vita con l’invocare Gesù eran sollevati, sino a non ricordarsi de’ sofferti travagli.
Adunque, a che avvilirsi nelle tribolazioni, qualora insorga contra di noi fiera procella, per buttarci forse nel seno della disperazione, se con il solo Nome di Gesù possiamo sollevarci al Cielo alleggeriti i nostri pesi? A Gesù adunque, Anima cristiana, A Gesù, ch’Egli è il porto sicuro in cui non si patisce Naufragio: la Stella Mattutina, che sgombra le tenebre della Notte nella via della Salute, la Sentinella fedele, che scuopre i tuoi nemici, e li fuga, e soave il giogo ti rende della Vangelica legge.
Colloquio.
Odi Gesù Amabilissimo Nome, quanto siete degno che v’invochino i vostri Servi divoti, se si pronto accorrete a consolarli in tutti i loro bisogni, in tutte le loro occorrenze. Deh accorrete ancora a consolare quest’Anima mia, che quantunque afflitta, perché combattuta da fieri nemici, e lontana forse da Voi per il suo cattivo operare, pure spera ritrovare qual figlio prodigo nel vostro seno la Clemenza di Padre, e ripetere le parole di S. Anselmo: Se sei Salvadore adempi l’impegno di salvare l’anima mia. Siimi Gesù e non permettere che io mi perda: esto mihi Jesus et salva me.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore della consolazione che apporta detto Nome.
Sesto giorno / 30 Dic
Considera Anima divota, come essendo Gesù Ré pacifico il di cui Volto vien desiderato dall’Universa Terra, siccome canta la Chiesa, non può apportare altro, che pace. Tantocche prima di uscire alla luce per dare con anticipato presagio la sua venuta dover essere di pace dispose con altissima Providenza, il Mondo tutto in una perfettissima calma a tempi di Ottaviano Augusto: toto Orbe in pace composito. Uscito al giorno in Bettelemme, siccome risuonò dall’Alto l’Angelica voce gloria, dicendo nel più alto dei Cieli, così ribombò in terra a Pastori della Giudea pace agli uomini di buona volontà. Perciò pondera Origene sopra quel versetto del Salmo: Nascerà nei giorni suoi la giustizia e l’abbondanza della pace: La venuta di Gesù Salvadore nel mondo tutto apportò la pace. Egli pacificò Noi coll’Eterno Divin Padre, con cui stavamo in discordia per l’originale peccato. Pacificò le nostre inferiori potenze ch’eransi ribellate per la trasgressione contro dell’Anima, e sovranità della mente: Cosicché veggonsi, dice S. Bernardo per virtù di un tal Nome repressi gl’impeti dell’iracondia, raffrenati i movimenti peccaminosi, estinto il disordinato appetito, e l’Anima a quello stato ridotta, che goduto avrebbe, perseverando l’originale Innocenza. Giacché dunque è così, rispondiamo con S. Teresa, che interrogata da Gesù medesimo, come chiamavasi rispose, senza conoscerlo: mi chiamo Teresa di Gesù. Chiamiamoci di Gesù, che così goderemo una continua pace quì in terra, e divenendo Uomini pacifici, e perciò figliuoli di Dio, l’anderemo a perpetuare per sempre in Cielo.
Colloquio.
Amabilissimo Gesù, giacché Voi foste il Re della pace, e della tranquillità, come colla sperienza invocandovi lo proviamo, che angustiati, oppressi, e sconvolto l’animo nostro dalle sinistre vicende, che ci premono in questa valle di lagrime, sol solo nel vostro SSmo Nome, calma ritroviamo, pace, e quiete. Deh fate, che siamo in avvenire più fervorosi nelle opere sante, e seguendo come mansueti Agnelli umili, e divoti le pedate del buon Pastore siamo esenti dalle notturne incursioni de’ lupi infernali, e ben custoditi nell’Ovile del vostro dolcissimo cuore, dicendo.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore della Pace apportata da detto Gloriosissimo Nome.
Settimo giorno / 31 Dic
Considera Anima divota, come Gesù mosso dal suo infinito intenso Amore verso dell’Umano genere senza lasciar il seno del Padre prendendo l’umana Carne venne al Mondo per liberarlo dalle catene, ed a guisa di forte Guerriero cimentandosi con il nemico dell’uomo, che possedeva in pace il Mondo tutto, che gemeva sotto la sua tirannia, per lo trasgredito Divino precetto, lo vinse, lo debellò, e togliendoli, dice S. Luca, le armi nelle quali confidava divise a suoi figli le tolte spoglie, armandoli con sagramenti, e col Segno santissimo della Croce.
Quindi per tal vittoria divenne sì terribile, ingerendo tal spavento all’Abisso, che al solo udirlo tremano le tartaree squadre, e si spaventano. Verificandosi ciò che scrisse l’Apostolo ai Filippensi: Nel Nome di Gesù ogni cosa si umilia, e piega le ginocchie, sia del cielo, sia della terra, sia dell’Inferno. Ma se gli Angeli della luce si piegano a sì venerabile Nome per ossequio e riverenza in ricognizione di esser stato anche lor Redentore, quelli delle tenebre si umiliano per forza, perché astretti a lor vergogna dalla Virtù dell’Altissimo come a loro vincitore assaggiandone onta, rabbia, e dispetto.
Imitiamo Noi come principali redenti da Gesù Cristo, imitiamo gli Angioli buoni, genuflessi rendendoli distinti ringraziamenti dell’Operato a nostro bene, sapendo, che il suo Nome non solo ingerisce nei nostri Cuori venerazione, e rispetto, ma benanche una ferma speranza in virtù de’ suoi meriti di conquistare l’eterna beata vita immortale.
Colloquio.
Santissimo Nome di Gesù, se una volta dimostraste la vostra fortezza in sottrarci dalla servitù del peccato, e schiavitù del demonio, deh custodite adesso, e per sempre la nostra anima, il nostro cuore dalle suggestioni. Dimostratevi fortissimo predatore, come dice un vostro Profeta, ed insieme della preda vigilantissimo conservatore dilungando da noi il nemico Ladrone, acciò non abbia ardimento di nuovo prenderne in qualche parte il possesso, e sia la nostra Anima tutta e per sempre spoglia degnissima delle vostre conquiste. Noi da per Noi nulla possiamo, senza l’avvaloramento della vostra grazia divina. Fatelo dunque per vostra pietà, che noi prostrati canteremo per sempre la vostra fortezza, dicendo.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore della fortezza di detto Nome.
Ottavo giorno / 1 Gen
Considera anima divota, come il nome Gloriosissimo di Gesù non solo è ammirabile per quello che riguarda i suoi divini misteri di Incarnazione, di Nascita, di Vita, di Passione, di Morte, di Resurrezione, di Ascensione in Cielo, racchiudendo cose sì alte, e sublimi, che nemmeno Angelicamente giunger puote a capirli: Sicché ebbe a dire l’Apostolo: fu motivo di scandalo ai Giudei, di stoltezza alle genti; di luce a noi, chiarezza, ed amore, ma benanche per quello, che riguarda la sua potenza; poicché essendo Verbo del Divin Padre, siccome senza di lui niuna cosa è stata fatta dice S. Giovanni, così senza la sua virtù, e possanza niuna si regge e si governa.
Quindi in virtù del suo Nome le incole barbere genti rinunciando all’Idolatria, abbraciarono il Vangelo, operando gli Apostoli le ammirabili conversioni con segni, e portenti che ne stupì la natura. In virtù del suo Nome risplende il sole, riluce la luna, rischiarano le stelle, si muovono li pianeti nel cielo, si ordinano le vicende dei tempi, si reggono gli uomini in terra, vengono istituiti Monarchi, esaltati gli umili, abbassati superbi, spianati i monti, sollevate le valli, perché l’Eterno Padre tutto diede nelle mani del suo Figliuolo. E chi di noi non si abbasserà colla faccia sul pavimento, per venerare Nome sì grande, Nome sì maestoso, che di sé riempie il Cielo e la Terra? Chi non gli presterà gli omaggi dovuti rammentandosi per Gesù e per Cristiano, ed imitandolo, poter aspirare alla gloria del Paradiso?
Colloquio.
O Ammirabile in vero onnipotente Gesù, se dal lume della Fede insegnata di propria bocca non fossero stati aperti gli occhi di nostra mente, ed illuminati, come mai avrebbero potuto intendere i vostri misteri. Sarebbono stati sempre sepolti nelle tenebre dell’ignoranza, senza la vostra illuminazione dice il diletto discepolo, ed avvolti fra le ombre della morte. Grazie sieno sempre sempre immortali al nostro dolcissimo Gesù, che pietà lo prese di Noi, ed aprendoci le porte del Cielo ci costituì eredi del Paradiso. E se il cuore nostro tutto si riempie di gioja per gli ricevuti doni, non sia oziosa la lingua in lodarne il Donatore dicendo.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onore dell’ammirabile Potenza di detto Nome.
Nono giorno / 2 Gen
Considera Anima divota come il nome di Gesù non solo trionfò della morte, e del peccato, spossando di tutte le sue forze l’inferno, ma benanche da sopra la Croce discacciò il demonio dall’usurpato dominio del mondo, attraendo tutto a se stesso. Non solo trionfò de’ persecutori, come di un Saulo nella via di Damasco, confuse in Roma i suoi avversari per mezzo dei SS. Bernardino da Siena, e Giovanni da Capistrano; trionfò altresì dei Nemici della Fede, nell’Ungheria, ed in Belgrado, facendo che pochi fedeli invocando Gesù prostrassero e vincessero grandi eserciti dell’Imperatore Ottomano. Infatti ad imitazione del Serafico Patriarca Francesco imbevendo la divozione ai suoi figli, i primi furono che risvegliassero di Gesù i trionfi ergendoli il primo Altare in Antisidero di Francia, sino a che venuto S. Bernardino ne fu dichiarato da Eugenio IV. principale inventore, dicendo characterem Nominis Iesu ipse Bernardinus de novo adorandum invenerat, estendendosi a tutto il Cattolico Mondo l’Ufficio, la venerazione, l’ossequio. E se il Serafico di Assisi rinnovò il mondo raffreddato nella Passione del Redentore, il Santo da Siena, suo figlio rinnovò da per tutto quel Santissimo Nome, che fu l’origine del nostro riscatto.
Giusto fu adunque, che il Pontefice Sisto quinto per propagarne i trionfi impartisse giorni cinquanta d’indulgenza a chi salutando gli altri dicesse: Sia lodato Gesù Cristo, ed altrettanti a chi rispondesse Amen, e plenaria Indulgenza, a chi se non colla lingua, almen col cuore lo invocasse in punto di morte. Se dunque tanto bene ha a noi apportato il gloriosissimo Nome di Gesù, consagriamo a lui come faceva S. Metilda il nostro cuore, le nostre potenze, le nostre parole, che spirino quella dolcezza, che spira Gesù, le nostre operazioni, che manifestino quelle che pratticò Gesù in terra, umiltà, sofferenza, carità, zelo, amore, che così anderemo a trionfare con Gesù in Cielo.
Colloquio.
O Amabilissimo, e dolcissimo Gesù nostro Dio, nostro Salvadore, nostro Padre, e come potremo noi miserabili creature corrispondere a tanto amore, che dimostraste, e tuttavia dimostrate in verso di noi? Certamente voi solo potrete, come Dio, a Voi stesso apportare giusta compensa, perché noi siamo come non fussimo nel vostro cospetto. E poi qual cosa abbiamo che non sia vostro dono? Sì amabilissimo nostro bene! Tutto è vostro, e come tale ve lo ritorniamo offerendovi con questa Novena al vostro Nome tutti noi stessi. Ma perché sappiamo dilettarvi dell’amore, vi doniamo tutti il nostro cuore, che n’è la fonte. Ricevetelo come vostro, e se non è degno di voi, depuratelo dalle imperfezioni, e difetti, acciò ripulito, e terso in esso si vegga stampato Gesù, non ami che Gesù, altro non pensi che Gesù, e per soverchia gioia communicando tali affetti alla lingua, venghi lodato Gesù, e benedetto per tutti i secoli de secoli Amen.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria, in onore de’ Trionfi di detto Nome.
Coroncina riparatrice al Santissimo Nome di Gesù
Sui grani grossi della Corona del Santo Rosario si recita il Gloria e la seguente efficacissima preghiera suggerita da Gesù stesso:
“Sempre sia lodato, benedetto, amato, adorato, glorificato il Santissimo, il Sacratissimo, l’adoratissimo – eppure incomprensibile Nome di Dio – in cielo, in terra o negli inferi, da tutte le creature uscite dalle mani di Dio. Per il Sacro Cuore di nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell’altare.
Amen”
Sui grani piccoli si dice 10 volte:
“Cuore Divino di Gesù, converti i peccatori, salva i moribondi, libera le Anime sante del Purgatorio”.
Si conclude con:
Gloria al Padre, Salve o Regina e l’Eterno riposo…