Archivio | 8 Maggio 2024

Ore 12: SUPPLICA ALLA REGINA DEL SS. ROSARIO DI POMPEI

SUPPLICA ALLA REGINA DEL SS. ROSARIO DI POMPEI

Innamorati di Maria

Oggi 8 Maggio è il giorno della solenne supplica alla Madonna del Santo Rosario di Pompei.
Alle ore 12, in comunione con tutti i fedeli, si eleva la preghiera della Chiesa, mettiamoci in comunione recitando questa preghiera con tutto il cuore:


Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
42241aO Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, (in questo giorno solenne), effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso, su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino, e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.
Ave Maria
E’ vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.
Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, epppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!
Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.

Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti. Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria
Chiediamo la benedizione a Maria.

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci (in questo giorno solennissimo). Concedi a tutti noi l’amore tuo costante e in modo speciale la materna benedizione.

Non ci staccheremo da te finche’ non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana Società. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.

Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.
Amen.

Salve Regina

La potenza del S. Rosario 2

 

rosarioNell’immediato dopoguerra, i sovietici occuparono la parte più ricca dell’Austria, compresa la capitale Vienna, con una forza impressionante di 50.000 soldati e incominciarono ad organizzare in tutto il paese disordini e rivoluzioni con l’intento di dar vita ad un’effimera repubblica socialista, così da impossessarsi di tutta la nazione austriaca.
A questo progetto si oppose un frate cappuccino, Petrus Pavlicek, che diede inizio ad un grande movimento di preghiera, la Crociata Riparatrice del Rosario, presieduto da una statua della Madonna di Fatima. Il movimento impegnò più di 500.000 cittadini per giorni e notti ininterrottamente, finché tra maggio e ottobre 1955 l’Armata Rossa, fatto mai avvenu­to prima in nessuno dei luoghi occupati dai comunisti, si ritirò completamente e pacificamente.
Si erano utilizzati tutti i mezzi diplomatici per ottenere la ritirata dei Russi, ma la cosa sembrava del tutto impossibile senza aprire un nuovo terribile conflitto. Vi furono 268 riunioni e il Cancelliere federale si sentì dire apertamente da Molotov: “Signor Figl, è inutile farsi delle illusioni. Ciò che noi Russi abbiamo, non lo restituiamo mai più!”. Ma Molotov non aveva fatto i conti con Padre Petrus Pavlicek. Questo frate, davanti all’altare della Madonna a Mariazell – il santuario mariano nazionale austriaco – mentre stava pregando per l’Austria devastata, sentì interiormente queste parole della Madonna:
“Fate ciò che vi dico e avrete la pace!”.
Per dieci anni il Cappuccino attraversò in lungo e in largo tutta l’Austria, invitando gli uomini di buona volontà a recitare il Rosario in una crociata di preghiera e di espiazione. La sua tesi era semplice e avvincente, permeata dalla potenza della fede: “Se è stato possibile intruppare milioni di uomini per una guerra di distruzione, non deve essere difficile organizzarsi per la pace, partendo dall’Austria”. In questo modo, 24 ore su 24, padre Petrus provvide che ci fossero sempre degli austriaci che recitavano il Rosario, pregando la Vergine Santissima per la liberazione del Paese dal giogo comunista.
Sei mesi dopo le sprezzanti parole dette a Berlino, lo stesso Molotov, il 15 maggio 1955, dovette firmare al Belvedere il trattato internazionale di restituzione dei territori, che passò alla storia sotto il nome di “Trattato di Vienna”. Incredibile! D’un tratto è diventato possibile che persino la Russia abbandonasse un territorio occupato. Fu soltanto il risultato ottenuto dall’impegno dei politici? O una grazia divina, una grazia invocata? Sia il cancelliere Julius Raab, che Leopold Figl, il ministro degli esteri dell’Austria libera che firmò il Trattato, non ebbero dubbi: si trattava di un dono di Maria, impetrato con la preghiera assidua di una nazione cattolica. Il cancelliere Raab, nel settembre 1955, a conclusione di una solenne processione di ringraziamento, dichiarava con tutta franchezza e sincerità all’immensa folla presente: “Ringrazio tutti i cattolici che hanno aderito alla crociata di preghiere per la patria e quanti sono qui raccolti per questa testimonianza di fede e di amore alla nostra nazione. Oggi vogliamo, noi che abbiamo il cuore pieno di fede, elevare al Cielo una preghiera colma di gioia e questa preghiera la concludiamo con queste parole: noi siamo liberi grazie a Te, o Maria!”.
Subito dopo la firma del trattato del 15 maggio, aveva inoltre confidato: “La preghiera è stata l’arma e la forza dell’Austria”. Anche Il cardinale König di Vienna era dello stesso avviso: “Molti parlano del trattato di pace con l’Austria come di un miracolo. Io sono persuaso, personalmente, che la grande, sempre crescente schiera di oranti del Rosario ha cooperato, in questo caso, in una forma che non ci è nota ma che noi credenti possiamo ben supporre”. Padre Petrus fu riconosciuto come “il liberatore”: dopo quattro secoli dalle gesta del Beato Marco d’Aviano, un altro figlio di san Francesco aveva salvato Vienna.

Novena a Santa Gemma Galgani ( 2 )

Novena a Santa Gemma Galgani
Secondo giorno
Innamorati di Maria

Una famiglia con problemi

Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Benedetto sia il nome del Signore… Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?… Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra… Beato l’uomo che Dio corregge… poiché egli ferisce ma le sue mani guariscono” (Gb 1,21. 2,10. 7,1. 5,17).

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Prima Orazione

O Dio, che hai reso la vergine santa Gemma Galgani immagine del tuo Figlio crocifisso, donaci, per sua intercessione, di partecipare ai patimenti di Cristo, per meritare di essere associati alla sua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Dalla liturgia della Chiesa)

Enrico Galgani e Aurelia Landi, i genitori di santa Gemma, avevano unito i loro destini e le loro vite il 25 maggio 1868. Costituirono un matrimonio credente e felice dal quale nacquero otto figli. Gemma fu il quarto virgulto. Dopo non molto che era nata la bimba, fanno trasloco a Lucca, in cerca di possibilità di una migliore formazione per i figli. Preoccupazione fondamentale dei Galgani è la formazione cristiana dei figlioli.

Ma non si attarda il dolore nel bussare alle porte di quella famiglia. Con le malattie si accumulano i debiti. Il negozio, la farmacia, va in fallimento. La signora Aurelia muore il 17 settembre 1886, dopo aver sopportato per cinque anni una grave affezione polmonare. Nel 1894 muore Gino, il fratello preferito di Gemma, all’età di 18 anni. Durante la sua malattia non voleva che io mi staccassi da lui, scrive. Gemma, ancora così bambina, pronuncia sempre il suo sì incondizionato a Gesù. L’11 novembre 1897 muore Enrico, il babbo, di un tumore alla gola. “Vedere il babbo così rassegnato a morire mi diede una forza sì grande che sopportai quella disgrazia con abbastanza serenità“.

I creditori si precipitarono sulla casa dei Galgani, impadronendosi persino delle ultime masserizie. Gemma, tremando ancora davanti al ricordo di quella scena disumana, farà più tardi questa confidenza: “Arrivarono persino a estrarmi dalle tasche le cinque o sei monete, appena qualche soldo, che io portavo con me“.

Gemma è sola nella vita. Spogliata dei sui affetti più cari. Totalmente sola, distaccata da tutto, ma nelle braccia del Signore, il quale, ancora bambina, è già abituata a contemplare sulla Croce e a chiamarlo con amore e fiducia Padre.

I problemi di una famiglia non poterono nemmeno scivolare senza lasciare un’impronta profonda nell’anima di Gemma.

Spunti di Riflessione


• Prima o poi arrivano i problemi; anche le famiglie soffrono. Con divina sapienza ce l’ha detto già Gesù: “Chi non porta la sua croce ogni giorno dietro di me non è degno di essere mio discepolo“.

• È normale che in una famiglia sorgano delle difficoltà di ogni sorta. L’unione familiare, l’unità nei momenti difficili è garanzia di successo davanti a qualunque difficoltà.

• I bambini colgono e vivono, come ha fatto santa Gemma, i problemi che li circondano. I dolori fisici e i problemi morali. È necessario attorno ai bambini un clima e un ambiente sano e prepararli per affrontare dopo con senso cristiano il dolore e le difficoltà della vita.

Preghiera dei Fedeli


I genitori di santa Gemma affrontarono con fede di veri credenti perfino i problemi più gravi: il fallimento economico, la malattia e la morte. Perché confidiamo sempre, in mezzo a qualsiasi difficoltà, nella promessa di Gesù: “Io sarò sempre con voi”. Preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Santa Gemma rimase sola nella vita, essendo ancora molto piccola. Per i bambini che sono soli, per gli orfani, per i bambini abbandonati dai genitori, per coloro che vivono affettivamente soli, pur vivendo nelle loro case. Preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

I genitori di santa Gemma insegnarono ai loro figli a ricorrere al Signore con amore e fiducia in qualunque difficoltà. Perché i genitori e maestri insegnino sempre ai bambini a credere e confidare sempre nel Signore. Preghiamo.

Per intercessione di santa Gemma, ascolta, Signore, la nostra preghiera.

Preghiera Finale


Signore, tu hai vissuto sin da bambino una vita come la nostra, nella abnegazione e nella povertà, nella semplicità di Nazareth. Quando sei arrivato nella nostra terra non hai avuto un luogo adeguato dove nascere e ti hanno dato soltanto una croce dove morire. Santa Gemma, che tu hai scelto per riprodurre la tua vita e per dare al mondo una straordinaria testimonianza, ti offri con amore sincero il dolore che ebbe a soffrire sin dall’infanzia.

Fa che io sappia offrirti generosamente ogni sorta di difficoltà che possa sopraggiungere a me o ai miei.

Che io sappia insegnar loro a fidarsi sempre di te, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

(Si può recitare anche un Pater Ave, Gloria.)