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Apparizione di Gesù Risorto alla Madonna

 

 

 

Apparizione di Gesù Risorto alla Madonna

Innamorati di Maria / IdM-Famiglia

risorto

Il Vangelo non fa nessun accenno all’apparizione di Gesù risorto alla Madonna. Tuttavia è consenso unanime dei Santi Padri della Chiesa e comune opinione dei Teologi e dei fedeli che Gesù, appena risuscitato, sia apparso, prima che ad ogni altro, alla sua Santissima Madre. Sant’Ambrogio afferma che «Maria fu la prima nel vedere e la prima nel credere alla Risurrezione «di Cristo» (De Virg, 1, 3). «Maria – scrive San Bernardo – prima fra tutti, vide il Signore risuscitato » (Sermo de Resurr. Dom.). La stessa cosa testimoniano tanti altri Santi e Dottori della Chiesa.L’apparizione di Cristo risorto alla sua Santa Madre la possiamo provare soltanto con ragioni di convenienza. Era conveniente che Gesù manifestasse alla Madonna la gioia della sua risurrezione:

– per il grande amore che portava la Vergine a Gesù in qualità di Madre e di discepola fedele;

– per il tenerissimo e filiale affetto di Gesù verso di Lei;

– per un giusto compenso ai tanti dolori sofferti durante la Passione e Morte di Gesù;

– come premio della sua fede e costanza nel credere contro ogni dubbio alla risurrezione del Figlio.


Maria e le apparizioni di Cristo risorto

Papa Giovanni Paolo II,
Udienza Generale, Mercoledì 21 maggio 1997

 

1. […] I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l’incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Resurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti.

Ipotizzando una “omissione”, essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di “testimoni prescelti da Dio” (At 10,41), cioè agli Apostoli, i quali “con grande forza” hanno reso testimonianza della risurrezione del Signore Gesù (cfr At 4,33). Prima che a loro, il Risorto è apparso ad alcune donne fedeli a motivo della loro funzione ecclesiale: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28,10).

Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell’incontro della Madre con il Figlio risorto, ciò è, forse, attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano la resurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede.

 

2. I Vangeli, inoltre, riferiscono un piccolo numero di apparizioni di Gesù risorto, e non certo il resoconto completo di quanto accadde nei quaranta giorni dopo la Pasqua. San Paolo ricorda un’apparizione “a più di cinquecento fratelli in una sola volta”(1 Cor 15,6). Come giustificare che un fatto noto a molti non sia riferito dagli Evangelisti, nonostante la sua eccezionalità? E’ segno evidente che altre apparizioni del Risorto, pur essendo nel novero dei fatti avvenuti e notori, non sono state riportate.

La Vergine, presente nella prima comunità dei discepoli (cfr At 1,14), come potrebbe essere stata esclusa dal numero di coloro che hanno incontrato il suo divin Figlio risuscitato dai morti?

 

3. E’ anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L’assenza di Maria dal gruppo delle donne che all’alba si reca al sepolcro (cfr Mc 16,1; Mt 28,1), non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della resurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede.

Ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli (cfr Gv 20,17-18). Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede.

Infine, il carattere unico e speciale della presenza della Vergine sul Calvario e la sua perfetta unione con il Figlio nella sofferenza della Croce, sembrano postulare una sua particolarissima partecipazione al mistero della risurrezione.

Un autore del secolo quinto, Sedulio, sostiene che Cristo si è mostrato nello splendore della vita risorta innanzitutto alla propria Madre. Infatti, Colei che nell’Annunciazione era stata la via del suo ingresso nel mondo era chiamata a diffondere la meravigliosa notizia della risurrezione, per farsi annunziatrice della sua gloriosa venuta. Inondata così dalla gloria del risorto, Ella anticipa lo “sfolgorio” della Chiesa (cfr Sedulio, Carmen Pascale, 5,357-364, CSEL 10, 140s).

 

4. Essendo immagine e modello della Chiesa, che attende il Risorto e che nel gruppo dei discepoli lo incontra durante la apparizioni pasquali, sembra ragionevole pensare che Maria abbia avuto un contatto personale col Figlio risorto, per godere anche lei della pienezza della gioia pasquale.

Presente sul Calvario durante il Venerdì Santo (cfr Gv 19,25) e nel Cenacolo a Pentecoste (cfr At 1,14), la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo, completando in tal modo la sua partecipazione a tutti i momenti essenziali del Mistero pasquale. Accogliendo Gesù risorto, Maria è inoltre segno ed anticipazione dell’umanità, che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti.

Nel tempo pasquale la comunità cristiana, rivolgendosi alla Madre del Signore, la invita a gioire: “Regina Coeli, laetare. Alleluja!”, “Regina del cielo, rallegrati. Alleluja!”. Ricorda così la gioia di Maria per la risurrezione di Gesù, prolungando nel tempo il “rallegrati” rivoltole dall’Angelo nell’annunciazione, perché divenisse “causa di gioia” per l’intera umanità.

 

3 aprile: SANTA MARIA DELLA CROCE

 

Innamorati di Maria

SANTA MARIA DELLA CROCE – CREMA

LEVATI E NON TEMERE
In Crema una brava ragazza, di nome Caterina Uberti, rimasta ben presto orfana di entrambi i genitori, è sotto tutela del fratello Cristoforo. Unica sua gioia è la devozione alla Madonna alla quale dedica tutto l’affetto che avrebbe voluto rivolgere alla sua mamma terrena. Si sente così non più sola ed abbandonata; ogni giorno mentre recita il Rosario, sente la dolcezza di una amorosa presenza. Il fratello Cristoforo combina per lei il matrimonio con un giovane bergamasco, Bartolomeo Petrobelli, di onorata famiglia, ma di carattere impetuoso, espulso dalla città per omicidio. La sera del 3 aprile 1490 Bartolomeo arriva all’improvviso da Bergamo, ed esige che Caterina raccolga le sue cose più preziose e lo segua subito presso la sua famiglia. Partire a quell’ora ed in quel modo è una pazzia, ma lui è in preda a tale impazienza che Caterina intimidita non osa rifiutare. Per volontà di lui, Caterina esce di casa, e lo attende fuori città, dove Bartolomeo giunge a cavallo. Intanto si fa notte e le porte della città si chiudono. Giunti nel crepuscolo al bosco del Novelletto, a circa un miglio da Crema, Bartolomeo scende da cavallo, lo lega ad un albero, ne fa scendere la sposa, le strappa gli anelli d’oro e, tratta dal fodero la spada che porta sempre con sé, l’aggredisce mirando al capo. Caduta in ginocchio, Caterina alza le braccia per difendersi, ma una mano le viene troncata, un gomito spezzato, l’altro braccio fratturato, tre colpi violenti raggiungono la testa ormai indifesa. Improvvisamente la spada si spezza, l’energumeno la getta lontano e, lasciando l’infelice in un lago di sangue, slega il cavallo e fugge via nella notte.
Nel profondo silenzio del bosco, sfinita da ben quattordici gravi ferite e spaventata a morte, Caterina si rivolge alla Madonna: “O Madonna benedetta, aiutami tu!”. Sentendo che la vita le sfugge, con un filo di voce, sempre più fioca, continua a ripetere l’invocazione alla Madonna. Ad un certo momento un brivido la scuote e quasi presentendo una presenza misteriosa, apre a stento gli occhi. Un soffuso chiarore nelle tenebre le rivela la figura di una donna dal portamento dignitoso. Il viso dolce, gli occhi pieni di bontà, con voce ferma le ordina: “Levati, figlia mia e non dubitare!”. Con tutta l’anima fissa gli occhi in quella figura di donna ed istintivamente chiede: “Chi siete?”. La sconosciuta le risponde: “Io sono colei che hai chiamata. Levati e seguimi senza paura”.
Caterina si trova, non sa come, in piedi e capace di camminare. Come in un sogno obbedisce al comando e segue la Sconosciuta. Escono dal bosco, seguono il sentiero per circa un quarto di miglio e giungono alla prima abitazione, la cascina dei Samanni. La Sconosciuta batte alla porta, chiama con voce chiara, sorride a Caterina, e mentre la casa si ridesta, svanisce.
Aperta la porta, gli abitanti della casa si trovano davanti una figura raccapricciante: rivoli di sangue scendono dal capo a mascherare il viso e ad inzuppare i vestiti, una mano pende inerte dal braccio spezzato, l’altra non esiste più. “Non temete – dice la sventurata – sono Caterina, figlia di Bartolomeo degli Uberti”. Accorrono gli altri componenti della famiglia per aiutarla, la introducono nella stalla dove, adagiata sulla paglia, Caterina perde i sensi. Caterina si rende però conto che la vita le sfugge e sta per morire, ed allora sommessamente invoca: “Madonna benedetta! Madre santa! Soccorretemi ancora, non lasciatemi morire così senza i Sacramenti della Chiesa. Fate che io viva fino al giorno, affinché possa venire un sacerdote. Madonna santa, aiutatemi!”. Ed eccoche il sangue cessa il suo flusso, le ferite si asciugano ed il volto riprende la serenità ed i colori della salute. Pieni di meraviglia e di riverenza, i Samanni si raccolgono attorno a lei, e Caterina con volto sereno e voce chiara soddisfa la loro naturale curiosità raccontando la sua vicenda, e poi si assopisce tranquilla.
Alle prime luci dell’alba Caterina viene portata in città dove, prima delle cure del medico, ella insiste per avere il sacerdote che la confessa e le amministra i santi Sacramenti. Al giudice racconta tutto l’accaduto e perdona di cuore al suo assassino. Le ferite intanto tornano a sanguinare… ne esce sangue a fiotti. È pallida come cera, ma sul suo volto vi è una grande luce. Chiude gli occhi e muore. La Madonna ha esaudito la sua preghiera.
La gente discute; si parla di miracolo, ma molti sono gli indifferenti e coloro che negano ogni fatto straordinario. Intanto nel bosco del Novelletto viene posta una rozza croce di legno per segnare il luogo dell’omicidio. Un mese dopo, un ragazzo di undici anni afflitto da una fistula al piede sinistro, sentendo parlare dei fatti del Novelletto, insiste presso la madre per essere condotto là e chiedere la grazia della guarigione alla Madonna. Per accontentarlo la madre lo accompagna proprio il giorno 3 maggio, festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Giunto sul posto, il ragazzo si inginocchia ai piedi della croce di legno che segna il luogo del delitto, e prega con grande fiducia: “Se la Madonna ha ascoltato la supplica di Caterina, ascolterà anche la mia e mi guarirà”. Il tempo passa in una ansiosa attesa, specialmente per la madre, ma all’improvviso con un grido di gioia, il ragazzo le corre tra le braccia: “Mamma sono guarito” e le grucce rimangono ai piedi della croce.

Per questo la Madonna sarà venerata con il dolce nome di Santa Maria della Croce. Molti altri fatti straordinari seguiranno questo primo miracolo e richiameranno devoti da ogni parte.

Santa Maria della Croce, ascolta la nostra preghiera.

Tu, che fosti vicina a Caterina degli Uberti nell’ora della prova e della morte;

Tu, che fosti vicina a Gesù sul Calvario e ci fosti donata come Madre;

Tu, che sei tanto vicina al Signore nella gloria del Cielo: veglia sulla nostra vita e su quanti ci sono cari.

Cammina con noi per aiutarci e consolarci.
O Regina e Madre di tutti, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

 


LA CONSACRAZIONE PERSONALE AL CUORE DELLA MADRE E LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA

LA CONSACRAZIONE AL CUORE DELLA MADRE

33-Cuore-Immacolato-Maria2 miniLa consacrazione a Maria, e in particolare, al Suo Cuore, è sempre stata fonte inesauribile di vita interiore per le anime dei credenti.
Essa appare analoga alla vita religiosa che, come il Concilio Vaticano II afferma “ha le sue radici più profonde nella consacrazione battesimale e ne è un’espressione più perfetta” (PC 5).
Gli ultimi pontefici hanno parlato in termini positivi della consacrazione mariana. Giovanni Paolo II si è così espresso: “Come potremmo vivere il nostro battesimo senza contemplare Maria, la benedetta fra le donne, così accogliente del dono di Dio? Cristo ce l’ha data per madre. L’ha data per madre alla Chiesa……. Ogni cattolico spontaneamente si consacra a Lei per meglio consacrarsi al Signore.” (Giovanni Paolo II, Angelus a Le Bourget 1.6.1988).
Lo stesso Papa, inoltre, mette in relazione il mistero della Redenzione con “il cuore della Vergine di Nazareth, quando ha pronunziato il suo fiat. Da quel momento questo cuore verginale ed insieme materno, sotto la particolare azione dello Spirito Santo, segue sempre l’opera del suo Figlio e va verso tutti coloro che Cristo ha abbracciato e abbraccia continuamente nel suo inesauribile amore. E perciò questo cuore dev’essere anche maternamente inesauribile. La caratteristica di questo amore materno, che la madre di Dio immette nel mistero della Redenzione e della vita della Chiesa, trova la sua espressione nella sua singolare vicinanza all’uomo ed a tutte le sue vicende. In questo consiste il mistero della madre” (Redemptor hominis – 1979).

Consigli pratici
Perché l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria abbia una sua certa solennità, diamo i seguenti suggerimenti:
Preparazione spirituale per la consacrazione con la confessione, il S. Rosario e, per chi può, la S. Messa.

LA FAMIGLIA CRISTIANA

La famiglia cristiana, per la grazia dei Sacramenti vissuta in una concreta esperienza di fede e di carità, si pone come segno e riflesso dell’Amore Trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di “chiesa domestica” (cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11).
Partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l’amore di Cristo.
La famiglia cristiana offre a Dio il culto spirituale con la preghiera comune e l’offerta del proprio stare insieme, nella fatica e nel riposo, nella sofferenza e nella gioia, celebrando l’Eucaristia nel giorno del Signore, procedendo insieme nel cammino di fede (Cf. CEI, La verità vi farà liberi, 1071-72).

LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA

Poste queste premesse, la consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato della Madre di Dio si propone come valido aiuto a quanti vogliono vivere meglio alla sequela di Cristo Gesù.
Imitando le virtù di Maria, discepola perfetta di Cristo, la famiglia consacrata potrà testimoniare l’Amore di Dio nella Chiesa e nel mondo.
L’impegno della famiglia che vuole vivere sotto la guida particolare del Cuore di Maria si può articolare in tre punti fondamentali: penitenza, preghiera, riparazione.
Penitenza: consiste nella riconciliazione in Cristo con il Padre, con i propri fratelli, con se stessi. Ciò richiede da parte di ciascuno la volontà di evitare il peccato, di obbedire alla legge di Dio espressa nei Comandamenti e in ciò che insegna il Magistero della Chiesa. Il sacramento della Riconciliazione è quindi indispensabile quale segno visibile che arricchisce con gli abbondanti doni della Grazia e che fortifica l’anima del credente che vuole vivere nello spirito della penitenza. Infine, ciascuno compia i doveri del proprio stato accettandone anche la fatica, il dolore, l’incomprensione, e viva testimoniando Cristo nel momento e nella situazione in cui si trova.
Preghiera: visto che qui è considerata nell’ambito familiare, bisogna porre l’attenzione sulla preghiera liturgica che comprende la Messa, la celebrazione dei Sacramenti, la Liturgia delle ore, e sulla preghiera comunitaria non ufficiale, che comprende l’Adorazione Eucaristica, la Via Crucis, il Rosario.
Un’attenzione particolare merita il Rosario: la famiglia trovi il momento più adatto per pregare insieme nei giorni feriali e si unisca con Maria a lodare e ad invocare Gesù rivivendo con Lei i misteri salvifici del suo Figlio e meditandoli, come Lei, nel proprio cuore.
La famiglia poi non manchi di porre la giusta attenzione alla lettura ed alla meditazione della Parola di Dio.
Riparazione: la Croce di Cristo ricostruisce il giusto rapporto dell’uomo con Dio, riparando i danni causati dal peccato. Però “ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo” (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 19).
In questo senso ciascun membro della famiglia può “riparare” i peccati dei propri fratelli rivolti al cuore di Dio ed al cuore di Maria, offrendo, in unione al sacrificio eucaristico, il bene compiuto, le preghiere, i dolori, per la conversione dei peccatori.
L’Eucaristia ha una sua centralità in questa azione “riparatrice”, e la famiglia, in virtù di questo orientamento spirituale verso il cuore di Maria, può sottolineare questa azione con la pia pratica dei primi sabati del mese.
Le tre intenzioni principali da tener sempre presenti in questo impegno di vita sono: La conversione dei peccatori, la riparazione dei peccati e la Pace nel mondo.

Condizioni generali e preparazione

Poiché la consacrazione riguarda la famiglia, è logico che questa sia costituita da almeno due persone.
Nel considerare l’impegno che questa consacrazione comporta, è bene che almeno due membri di una famiglia ne condividano i contenuti in modo che siano di testimonianza per gli altri membri e li invoglino indirettamente a condividere anche questa esperienza.
Possono esserci nella vita di ogni famiglia momenti di incomprensione, di smarrimento, di chiusura, di non condivisione anche nei riguardi di questa esperienza di vita spirituale. Proprio questo non diventi motivo di ulteriore attrito, ma ognuno rispetti la libertà dell’altro offrendo solidarietà e comprensione.

Per chi consacra anche la propria famiglia
Ci si procuri una statuetta o un’immagine della Madonna e la si collochi in un luogo decoroso della propria abitazione perché vi rimanga sempre e diventi “l’angolo bello” della casa, davanti a cui pregare quotidianamente (Cf. Stefano de Fiores e Salvatore Meo, Nuovo dizionario di mariologia).

Questo Atto di Consacrazione può essere rinnovato ogni anno, o in altre circostanze particolari.

ATTO DI CONSACRAZIONE
AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Secondo San Luigi Maria di Montfort

Io, (nome), peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico
nelle tue mani, O Maria Immacolata, i voti del mio Battesimo.
Rinunzio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere
e mi dò interamente a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata,
per portare la mia croce dietro a Lui tutti i giorni della mia vita.
E affinchè io gli sia più fedele che nel passato, ti scelgo oggi,
o Maria, alla presenza di tutta la Corte celeste, per mia Madre e Padrona.
A Te, come uno schiavo, io abbandono
e consacro il mio corpo e l’anima mia,
i miei beni interni ed esterni e il valore stesso
delle mie buone opere passate, presenti e future,
lasciandoti un intero e pieno diritto di disporre di me e
di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, a tuo piacimento,
alla maggior gloria di Dio nel tempo e nell’eternità. Amen.

CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO
DELLA BEATA VERGINE DI FATIMA

O Vergine santa, Madre di Gesù e Madre nostra,
che sei apparsa a Fatima ai tre pastorelli
per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza,
io mi impegno ad accogliere questo tuo messaggio.
Mi consacro oggi al tuo Cuore Immacolato
per appartenere così più perfettamente a Gesù.
Aiutami a vivere fedelmente la mia consacrazione,
con una vita tutta spesa nell’amore di Dio
e dei fratelli, sull’esempio della tua vita.
In particolare ti offro le preghiere,
le azioni, i sacrifici della giornata,
in riparazione dei peccati miei e degli altri,
con l’impegno di compiere il mio dovere quotidiano
secondo la volontà del Signore.
Ti prometto di recitare ogni giorno il Santo Rosario,
contemplando i misteri della vita di Gesù,
intrecciati ai misteri della tua vita.
Voglio vivere sempre da vero figlio tuo
e cooperare perché tutti ti riconoscano
e ti amino come Madre di Gesù,
vero Dio e unico nostro Salvatore. Così sia.


CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA
AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Venite, o Maria e degnatevi di abitare in questa casa.
Come già al vostro cuore immacolato fu consacrata la Chiesa
e tutto il genere umano, così noi, in perpetuo,
affidiamo e consacriamo al vostro Cuore immacolato la nostra famiglia;
che il vostro amore e patrocinio ci ottenga grazia
che tutti i familiari vivano sempre
in pace con Dio e tra di loro.
Rimanete con noi, vi accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi
di essere sempre vostri, in vita, in morte e nell’eternità.
Restate con noi come abitaste nella casa di Zaccaria e di Elisabetta;
come foste gioia nella casa degli sposi di Cana;
come foste madre per l’apostolo Giovanni.
Portateci Gesù Cristo, Via, Verità e Vita.
Allontanate da noi il peccato ed ogni male.
In questa casa siete Madre, Maestra e Regina.
Dispensate a ciascuno di noi
le grazie spirituali e materiali che ci occorrono;
specialmente accresceteci la fede, la speranza,
la carità verso Dio e verso il prossimo.
Suscitate fra i nostri cari sante vocazioni.
Siate sempre con noi, nelle gioie e nelle pene,
e soprattutto fate che un giorno tutti i membri di questa famiglia
si ritrovino con Voi riuniti in Paradiso.

 

Auguri a tutte le donne di IdM

idm

Auguri di vero cuore a tutte le donne di Innamorati di Maria,
e auguri alle mogli, mamme, figlie e sorelle di tutti gli iscritti.

L’augurio che possano sempre più imitare la Vera Donna, l’Immacolata, e le Sue virtù,
diventando luce ed esempio per il prossimo.


“Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del “mistero”, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta “sponsale”, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”

“La Chiesa vede in Maria la massima espressione del « genio femminile » e trova in Lei una fonte di incessante ispirazione. Maria si è definita « serva del Signore » (Lc 1, 38). È per obbedienza alla Parola di Dio che Ella ha accolto la sua vocazione privilegiata, ma tutt’altro che facile, di sposa e di madre della famiglia di Nazaret. Mettendosi a servizio di Dio, Ella si è posta anche a servizio degli uomini: un servizio di amore. Proprio questo servizio le ha permesso di realizzare nella sua vita l’esperienza di un misterioso, ma autentico « regnare ». Non a caso è invocata come « Regina del cielo e della terra ». La invoca così l’intera comunità dei credenti, l’invocano « Regina » molte nazioni e popoli. Il suo « regnare » è servire! Il suo servire è « regnare »!
In questo consiste il materno « regnare » di Maria. Essendo stata, con tutto il suo essere, dono per il Figlio, dono Ella diventa anche per i figli e le figlie dell’intero genere umano, destando la profondissima fiducia di chi si rivolge a Lei per essere condotto lungo le difficili vie della vita al proprio definitivo, trascendente destino. A questo finale traguardo ciascuno giunge attraverso le tappe della propria vocazione, un traguardo che orienta l’impegno nel tempo tanto dell’uomo quanto della donna.”
( Giovanni Paolo II, “Lettera alle Donne” )

7 marzo: Madonna di Monte Berico

Madonna di Monte Berico
IdM-Buona giornata!

APPARIZIONI
monteberico La Statua della Madonna di Monte Berico, scolpita in pietra tenera dei colli berici da Nicolò da Venezia, risale al 1430, cioè a soli due anni dalla secon­da apparizione della Vergine Maria.

L’idea di “Madre della Misericordia” che essa incarna ed esprime è comu­ne a quel periodo storico, ma bene esprime la perenne bontà della Madre che, mossa a compassione dei suoi figli vicentini che morivano di peste, il 7 marzo 1426 apparve luminosa a una anziana donna, Vincenza Pasini, che era salita sul colle a portare la colazione al marito, occupato in una sua piccola vigna nel luoghi dove ora sorge il santuario, e le disse: “Non teme­re, Vincenza, Io sono Maria, la Madre di Gesù morto in croce per la salute del genere umano. Va’ e di’ ai vicentini che innalzino in questo luogo una chiesa consacrata al mio nome, se vogliono essere liberati dal flagello che li percuote”. E assicurò che quanti si fossero recati al futuro santuario nella prima domenica di ogni mese e nei giorni a Lei dedicati avrebbero ri­cevuto grazie abbondanti.

Due anni dopo, perdurando la peste e l’incredulità dei vicentini nei riguardi del messaggio della veggente, il 1° agosto 1428 la Vergine apparve di nuovo insistendo sulle sue richieste e sulle sue promesse.

Questa volta i vicentini ci credettero, e subito iniziarono la costruzione del­la chiesa: man mano essa cresceva, diminuiva la peste, sino a cessare del tutto.

Da allora il santuario, che venne via via ampliandosi sino alla struttura at­tuale (1703), fu ed è una testimonianza vivente della presenza di Maria ac­canto ai suoi figli, specialmente ai suoi figli vicentini che la onorano come loro principale Patrona.

Quasi fin dall’inizio, e precisamente dal 1435, sono custodi del Santuario í frati dell’Ordine dei Serva dl Maria.

Da questo luogo, nel 1912, partirono i primi frati missionari Servi di Maria, che dall’Africa avrebbero esteso il loro apostolato in America Latina e in In­dia, portando ovunque l’immagine, la conoscenza e la devozione della Madonna di Monte Berico.

Tutti quelli che verranno a onorarmi in questo luogo nelle mie feste e nella prima domenica di ogni mese, riceveranno molte grazie dal mio Figliuolo Divino e la benedizione dalla mia stessa mano materna”.

MESSAGGIO
Se noi “leggiamo” la statua della Madonna di Monte Berico, ne intuiamo chiaro il duplice messaggio.

Maria SS. è la Madre buona e potente che allarga il suo manto ad accoglie­re noi suoi figli, piccoli, deboli e peccatori, per proteggerci dal maligno e dai maligni: come viene spontaneo, allora, e quanto è consolante ricorrere a Lei con fiducia, specialmente nei momenti di sofferenza da lenire e da tra­sformare qualche volta in guarigione e sempre in atto d’amore redentivo! Ne sono visibile e commovente conferma gli ex-voto e í numerosi pellegri­ni che salgono sul colle berico da soli o con la famiglia o in gruppo durante tutto il corso dell’anno e, in modo particolare, nelle prime domeniche del mese.

La Vergine Maria, assunta in cielo, non ha deposto la sua missione di sal­vezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le gra­zie della salute eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata! Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice(LG.62).

Maria SS. è anche la nostra guida alcuna nel cammino della vita. Il ginoc­chio sinistro che le piega la veste la indica in cammino: evidentemente ver­so Cristo Gesù, unica ragione della sua esistenza, della sua grandezza e santità, della sua gloria, e verso i fratelli, diventati suoi figli per volontà del Signore.

Lei ha camminato dietro a Cristo nella fede, nella speranza, nella carità e ora nella gloria, prima di noi; il suo esempio, che si sprigiona chiaro dalle pagine del Vangelo, è per noi affascinante e imitabile. Ma ora Lei cammina accanto a noi pellegrini verso là patria, offrendoci il suo luminoso esempio di perfetta discepola del Signore e assicurandoci la sua potente mediazio­ne materna presso il Figlio Cristo Gesù.

Da Lei protetti e con Lei pellegrinanti nella via della fede, della speranza, della carità e della gloria eterna, noi scendiamo ogni volta dal “monte” alla “pianura”, cioè alla vita quotidiana, più forti e più decisi a costruire famiglie e società migliori.

E l’immagine della Madonna di Monte Berico che onoriamo in Santuario e nelle nostre case ce lo ricorda di continuo, affettuosamente.

Supplica alla Madonna di Monte Berico
O Vergine Santissima, Madre di Dio e Madre mia Maria, Ti ringrazio che ti sei degnata di apparire sul Monte Berico e ti ringrazio per tutte le grazie che qui concedi a quanti a Te ricorrono. Nessuno mai Ti ha pregato invano.
Anch’io a Te ricorro e Ti supplico per la Passione e Morte di Gesù e per i Tuoi dolori: accoglimi, o Madre Pietosa, sotto il tuo manto, che è manto materno; concedimi la grazia particolare che Ti domando (…….) e proteggimi da ogni male e specialmente dal peccato che è il male più grande.Deh! fa’, o Maria, Madre mia, che io goda sempre della tua amorosa protezione in vita e più ancora in morte e che venga poi a vederTi in cielo e a ringraziarTi e benedirTi per sempre. Amen.

17 febbraio: Santi Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria

Santi Sette Fondatori

dell’Ordine dei Servi di Maria

IdM-Buona giornata!

sec. XIII-XIV

servi di maria

 

Intorno al 1233, mentre Firenze era sconvolta da lotte fratricide, sette mercanti, membri di una compagnia laica di fedeli devoti della beata Vergine, legati tra loro dell’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri, decisero di ritirarsi per far vita comune nella penitenza e nella contemplazione. Lasciate attività, case e beni ai poveri, verso il 1245 si ritirarono sul Monte Senario, nei pressi di Firenze, dove costruirono una piccola dimora e un oratorio dedicato a santa Maria. Molti si rivolgevano a loro per risolvere dubbi e angosce, tanto che essi decisero di dare inizio ad un Ordine dedicato alla Vergine, di cui si dissero Servi – l’Ordine dei Servi di Maria -, adottando la Regola di sant’Agostino. Nel 1888 Leone XIII canonizzò i sette primi Padri, sepolti, insieme, a Monte Senario. Si tratta di San Bonfiglio, guida del gruppo laico e poi priore della nascente comunità. San Bonagiunta, priore tra il 1256 e il 1257. San Manetto, artefice delle prime fondazioni in Francia. Sant’Amadio, anima del gruppo. San Sostegno e Sant’Uguccione, amici tra loro. Sant’Alessio, zio di santa Giuliana. (Avvenire)

Martirologio Romano: Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria: Bonfilio, Bartolomeo, Giovanni, Benedetto, Gerardino, Ricovero e Alessio. Prima mercanti a Firenze, di comune accordo, sul monte Senario, si consegnarono nelle mani della beata Maria, istituendo l’Ordine sotto la regola di sant’Agostino. Vengono commemorati insieme nel giorno in cui si tramanda che Alessio, il più longevo, sia morto centenario.

SAN BONFIGLIO
Padre e guida del gruppo laico e poi Priore della nascente comunità dei Servi di Maria.
Viene raffigurato con la colomba bianca che si posa
sulla sua spalla destra, per indicare quei doni dello Spirito Santo di cui ciascuno dei Sette era adornato, maggiormente manifestato in lui per il suo carisma di Padre del primo gruppo e della comunità poi. Morì, secondo la tradizione, il 1° gennaio 1262.

SAN BONAGIUNTA
Uomo austero verso se stesso, ma dolce, amabile e comprensivo verso il prossimo. Anch’egli ricoprì la carica di Priore Generale tra il 1256 e il 1257. Per la sua tenacia difesa della verità e della giustizia, cercarono di avvelenarlo, ma fu liberato da Dio. Morì il 31 agosto 1267.

SAN MANETTO
Anch’egli Priore Generale, fu uomo di grandi capacità organizzative e direttive, tanto che si attribuiscono a lui le prime fondazioni in terra di Francia. Fu lui ad accogliere Arrigo di Baldovino, primo di quella schiera di laici che si aggregò all’Ordine dei Servi. La tradizione pone il giorno della sua morte il 20 agosto 1268.

SANT’AMADIO
Possiamo dire che nel gruppo dei Sette egli era come la fiamma che dava calore a tutti con la sua grande carità che si alimentava dell’amore di Dio. Il suo nome, Ama-Dio, fu un vero presagio, segno della ricchezza della sua vita spirituale e di carità. Morì il 18 aprile 1266.

SAN SOSTEGNO E SANT’UGUCCIONE
Di questi due Santi si ricorda in particolare la loro amicizia, tanto che l’iconografia li rappresenta insieme, e la morte, avvenuta per ambedue lo stesso giorno e anno ( 3 maggio 1282) è come un segno e un sigillo di autenticità del cielo alla loro fraternità.
Nel gruppo dei Sette, essi rimangono dunque come simbolo di fraternità vissuta in comunione di vita e di intenti, ma anche come segno specifico di amicizia che, se vera e gratuita, da Dio è ispirata e reciprocamente aiuta a salire a Dio.

SANT’ALESSIO
Della famiglia dei Falconieri, zio di Santa Giuliana, esempio fulgido di umiltà e purezza. La sua vita fu una continua lode a Dio. Amava andare per la questua, impegnandosi specialmente a sostenere i suoi frati mandati a studiare alla Sorbona di Parigi. È morto all’età di 110 anni il 17 febbraio 1310.

Preghiera:



A voi veniamo, nostri Padri antichi, come figli, discepoli, amici, per apprendere da voi, immagini vive di Cristo, come si ami Dio sopra ogni cosa e per i fratelli si spenda la vita; come il perdono vinca l’offesa e con il bene si ricambi il male; come al bisognoso si tenda la mano, dell’afflitto si lenisca la pena, il cuore si apra all’amico; come insieme ricostruisca la casa, e nella dimora paterna si viva, un cuor solo e un’anima sola. Ci accompagni, Padri nostri, il vostro esempio di comunione fraterna e di servizio a santa Maria, e ci sostenga la vostra intercessione e la materna protezione di Nostra Signora, oggi e in ogni tempo della nostra vita. Amen.

Atto di Consacrazione alla Beata Vergine Maria Immacolata

Atto di Consacrazione alla Beata Vergine Maria Immacolata

Innamorati di Maria / IdM-Famiglia

madredidio

Cari amici,

all’inizio di questo nuovo anno desideriamo affidarci alla nostra Madre Celeste!

Uniamoci nell’offrirci a Lei e, insieme, Le offriamo tutto ciò che ci appartiene, tutti coloro che ci sono vicini, il mondo intero!

Il 2015 sia un anno di pace e di ricchi doni spirituali per tutti!

Atto di consacrazione alla B.V.M. Immacolata

O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io N.N., indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare con me e con tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, con la mia vita, morte ed eternità, ciò che ti piace.

Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva per compiere ciò che è stato detto di te: “Ella ti schiaccerà il capo” [Gen. 3, 15], come pure “tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero” [ufficio della B.V. Maria], affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore di Gesù.

Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre attraverso le tue mani dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.

R. Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.

V. Dammi forza contro i tuoi nemici.

San Massimiliano Maria Kolbe O.F.M. Conv.

Preghiera

Maria, Madre della speranza,
cammina con noi!
Insegnaci a proclamare il Dio vivente;
aiutaci a testimoniare Gesù, l’unico Salvatore;
rendici servizievoli verso il prossimo,
accoglienti verso i bisognosi,
operatori di giustizia,
costruttori appassionati
di un mondo più giusto;
intercedi per noi che operiamo nella storia
certi che il disegno del Padre si compirà.

Aurora di un mondo nuovo,
mostrati Madre della speranza e veglia su di noi!
Veglia sulla Chiesa in Europa:
sia essa trasparente al Vangelo;
sia autentico luogo di comunione;
viva la sua missione
di annunciare, celebrare e servire
il Vangelo della speranza
per la pace e la gioia di tutti.

Regina della pace
Proteggi l’umanità del terzo millennio!
Veglia su tutti i cristiani:
proseguano fiduciosi sulla via dell’unità,
quale fermento
per la concordia del Continente.
Veglia sui giovani,
speranza del futuro,
rispondano generosamente
alla chiamata di Gesù.
Veglia sui responsabili delle nazioni:
si impegnino a costruire una casa comune,
nella quale siano rispettati
la dignità e i diritti di ciascuno.

Maria, donaci Gesù!
Fa’ che lo seguiamo e lo amiamo!
Lui è la speranza della Chiesa,
dell’Europa e dell’umanità.
Lui vive con noi, in mezzo a noi,
nella sua Chiesa.
Con Te diciamo
« Vieni, Signore Gesù » (Ap 22, 20):
Che la speranza della gloria
infusa da Lui nei nostri cuori
porti frutti di giustizia e di pace!

GIOVANNI PAOLO II


RINNOVIAMO L’ ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA:

Cuore Immacolato di Maria,
Modello perfetto di santità,
prendici, trasformaci a tua immagine.

Purifica e libera il nostro cuore da ogni ostacolo alla santità.
Liberati da noi stessi e da ogni altra seduzione,
Tu ci possa rendere ricchi di Te, delle virtù del Tuo Cuore Immacolato.

E guidaci a quella intimità divina che Tu solo conosci,
e che sola può colmare l’immenso bisogno d’amore e d’unione che Dio ci ha messo nel cuore.

Attendiamo da Te, con fiducia, questa grazia di santità …
e affidiamo il nostro destino eterno al Tuo Cuore Immacolato.
Amen

1º gennaio: Maria Santissima, Madre di Dio

1º gennaio
Maria Santissima, Madre di Dio

Innamorati di Maria / IdM-Famiglia

All’inizio del nuovo anno eleviamo al Signore il nostro vivo ringraziamento per questo tempo ‘nuovo’, dono del suo amore misericordioso, che si apre nel nome di Gesù e della sua vergine Madre, Maria. Oggi infatti, ottavo giorno dalla solennità del Natale, si celebra la festa della divina maternità della Madonna e il Vangelo ricorda che al Bambino nato nella grotta di Betlemme “fu messo nome Gesù” (Lc 1,42), che significa “Dio salva”. Carissimi Fratelli e Sorelle, affidiamo questa incessante richiesta a Maria, che oggi veneriamo con il bel titolo di Madre di Dio. Prescelta per essere la Madre del Salvatore, sotto la Croce è diventata Madre di ogni essere umano. Sia Lei ad ottenerci un anno sereno e proficuo, durante il quale si moltiplichino “gesti di pace” che abbiano sempre il carattere della profezia, cioè l’umiltà di chi non esibisce se stesso ma proclama il grande ideale della pace 01/01/03 GPII (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 9).

O Maria, se tu non ci avessi mostrato il cammino, nessun uomo sarebbe divenuto spirituale, nessuno avrebbe adorato Dio in spirito. L’uomo è divenuto un solo spirito con Dio, quando tu diventasti abitazione dello Spirito Santo. Nessuno è pieno della conoscenza di Dio, se non grazie a te, Madre di Dio; nessuno è libero da pericoli, se non per il tuo mezzo, o Vergine Madre; nessuno è redento, se non per mezzo tuo, o Genitrice di Dio, nessuno ha ricevuto i doni della misericordia divina se non grazie a te, Madre e Tempio di Dio. Chi più di te prende le difese dei peccatori? Chi tanto intercede per i cuori induriti? Ma tu, tu hai presso Dio il potere di madre; tu procuri in sovrabbondanza il perdono a coloro che abbondantemente peccano. Tutti ti benedicono, o Maria. In te possiamo contemplare Dio con un’intuizione che supera quella delle intelligenze angeliche, in te troviamo una fonte di felicità finora a noi sconosciuta. In te la stirpe dei cristiani ha la sua origine, tu sei il rifugio a cui affluiscono i peccatori. Il tuo nome, di ora in ora, si trova sulla nostra bocca. Un credente che sia colpito dalla sventura o anche solo inciampi col piede, subito invoca il tuo nome. I tuoi benefici non conoscono limite, giacché donazione ottima è quella che non ha fine; perciò noi non facciamo che ricominciare sempre, come all’inizio, il nostro ringraziamento. Dalle Omelie di san Germano di Costantinopoli. In Dormitione Mariae

 

Madre di Dio


Ave Maria piena di grazia il Signore è con te
tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria madre di Dio prega per noi peccatori
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

NATALE DEL SIGNORE

NATALE DEL SIGNORE

Innamorati di Maria / IdM-Famiglia

 

Ora, mentre Maria e Giuseppe si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.

Diede alla luce suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c’era posto per loro in albergo.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.

Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del signore li avvolse di luce.

Essi furono presi da grande spavento, ma l’Angelo disse loro:

” Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo :

oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia ” .

E subito apparve con l’ Angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

” Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama!

( Lc 2, 6-14)

nativity-scene

Il Natale del Signore torna ancora tra noi per ridarci la vita, la gioia, l’amore.


Gesù nasce ancora per rinascere in noi, per condurre più in alto chi crede in Lui.

O Gesu’, noi veniamo a Te, noi crediamo in Te: Tu sei la nostra salvezza, Tu sei la porta del Cielo.

O fratelli, adoriamo Dio disceso tra noi, che per redimere il mondo, si è fatto bambino.


Gesù dall’altare invita tutti ad accogliere la Sua pace, che è il segreto di un nuovo avvenire.

Che la luce di Gesù Bambino porti pace e gioia nei nostri cuori

Innamorati di Maria

Cari amici, vorremmo ricordarvi che nel giorno di Natale potremo ottenere l’indulgenza plenaria ricevendo la benedizione Urbi et Orbi del Papa, anche attraverso la radio o la televisione. (RAI 1 la trasmetterà in diretta mondovisione intorno a mezzogiorno).

Può ottenere un’indulgenza plenaria il fedele che assiste a una benedizione urbi et orbi del Papa, anche via radio o in tv, purché in diretta.

Come si può ottenere l’indulgenza plenaria?

Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessarioricevere la benedizione e adempiere tre condizioni:
confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

Si richiede inoltre che sia esclusa qualsiasi affezione al peccato anche veniale.
Si adempie pienamente la condizione della preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice recitando, secondo le sue intenzioni, un Padre Nostro ed un’Ave Maria; è lasciata tuttavia libertà ai singoli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno.


8 Dicembre: Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
8 Dicembre

IdM-Buona giornata!

Transfer 071220 3879 L’Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, da Papa Pio IX, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Esente dal peccato originale, da ogni peccato, tutta pura, cioè Immacolata.«La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale ». (Bolla Ineffabilis Deus)

Anche la Madonna è stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino.




Solenne Consacrazione all’Immacolata
scritta da san Massimiliano Kolbe

O Immacolata,
Regina del cielo e della Terra, rifugio dei peccatori e madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi, supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: ”Ella ti schiaccerà il capo” (Gn 3,15) come pure: ”Tu sola hai distrutto tutte le eresie del mondo intero”, affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere in tal modo, quanto più possibile, il benedetto Regno del ss.Cuore di Gesù.
Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
Concedimi di lodarti o Vergine Santissima. Dammi forza contro i tuoi nemici.
Amen