Archivio | 16 Maggio 2024

Recitare con frutto il S. Rosario n. 3

Recitare con frutto il S. Rosario n. 3

Innamorati di Maria

rosario

-Conoscere il S. Rosario (prima parte)-

Che cosa è il Rosario? Giovanni Paolo II ci dice che è un compendio del Vangelo: “Esso ci fa continuamente ritornare sulle principali scene della vita di Cristo, quasi per farci “respirare” il suo mistero. Il Rosario è via privilegiata di contemplazione. E’, per così dire, la via di Maria. Chi più di Lei conosce Cristo e lo ama?”.

Nella Lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” ha anche spiegato perché il Rosario è una preghiera orientata per sua natura alla pace. “Lo è non solo in quanto ce la fa invocare, forti dell’intercessione di Maria, ma anche perché ci fa assimilare, con il mistero di Gesù, anche il suo progetto di pace. (…) Al tempo stesso, con il ritmo tranquillo della ripetizione dell’Ave Maria, il Rosario pacifica il nostro animo e lo apre alla grazia che salva. Il Beato Bartolo Longo ebbe un’intuizione profetica, quando, al tempio dedicato alla Vergine del Rosario, volle aggiungere questa facciata come monumento alla pace. La causa della pace entrava così nella proposta stessa del Rosario. E’ un’intuizione di cui possiamo cogliere l’attualità, all’inizio di questo Millennio, già sferzato da venti di guerra e rigato di sangue in tante regioni del mondo”.

E’ molto importante sapere che il Rosario contiene due elementi: l’orazione mentale e l’orazione vocale.

Quella mentale consiste nella meditazione dei principali misteri della vita, della missione, della morte e della gloria di Gesù Cristo e della sua santissima Madre.

Quella vocale consiste nel dire venti decine di Ave Maria, ognuna preceduta da un Padre nostro, meditando e contemplando le venti principali virtù praticate da Gesù e da Maria nei venti misteri del santo Rosario.

Per recitare il Rosario con frutto è importante praticare queste due orazioni perché purtroppo molto spesso ci riduciamo solo nella parte vocale…
Il Rosario della Vergine si compone di quattro corone, ognuna composta di cinque decine, e ci suggerisce S. Luigi, allo scopo:

1) di onorare le tre Persone della SS. Trinità;
2) di onorare la vita, la missione, la morte e la gloria di Gesù Cristo;
3) di imitare la Chiesa trionfante, di aiutare la Chiesa militante, di dare sollievo alla Chiesa purgante;
4) di modellarsi sulle tre parti del Salterio, di cui la prima riguarda la vita purgativa, la seconda la vita illuminativa e la terza la vita unitiva;
5) di colmarci di grazie in questa vita, di pace alla morte e di gloria nell’eternità.

E come nasce il nome “Rosario”? Ce lo spiega S. Luigi riportando anche una bella testimonianza:

“Da quando il beato Alano della Rupe rinnovò questa devozione, la voce del popolo, che è voce di Dio, la chiamò Rosario, cioè corona di rose. E ciò per significare che ogni volta che si recita devotamente il Rosario si pone in capo a Gesù e a Maria una corona di 153(ora 203 con l’aggiunta dei misteri della Luce) rose bianche e di 16(21) rose rosse del paradiso, che non perderanno mai la loro bellezza e il loro splendore.
La Vergine approvò e confermò questo nome di Rosario rivelando a parecchi che con le Ave Maria recitate in suo onore, le si fa dono di altrettante gradite rose; e di tante corone di rose quanti sono i Rosari recitati.

Le cronache di S. Francesco raccontano che un giovane religioso aveva la lodevole abitudine di recitare ogni giorno prima del pasto la corona della Vergine santa. Un giorno, non si sa per qual motivo, la omise. Quando suonò l’ora del pranzo, egli pregò il superiore di permettergli di recitarla prima di sedersi a tavola e col suo permesso si ritirò in cella. Tardando molto a ripresentarsi, il superiore mandò un religioso a chiamarlo. Il confratello lo trovò risplendente di luce celeste; la Vergine e due angeli erano accanto a lui. Ad ogni Ave Maria usciva dalla sua bocca una bella rosa: gli angeli raccoglievano le rose, una dopo l’altra e le ponevano sul capo della Vergine che se ne dimostrava visibilmente soddisfatta. Altri due religiosi, mandati a vedere quale fosse la causa di tanto ritardo, poterono anch’essi ammirare il sorprendente spettacolo, poiché la Vergine disparve solo quando la recita dell’intera corona ebbe termine».

Il Rosario è dunque una grande corona di rose; una parte del Rosario è come una piccola ghirlanda di fiori o piccola corona di rose celesti che si mette in capo a Gesù e a Maria. Come la rosa è la regina dei fiori, così il Rosario è la rosa e la prima fra le devozioni.”

Ecco il Rosario che, recitato con devozione e amore, diventa una meravigliosa corona di rose da donare al Signore Gesù e alla nostra Mamma Celeste. Ecco perché Lei ci chiede di recitarlo quotidianamente! Perché desidera da noi il nostro atto di amore, il nostro atto di fede e di abbandono al Signore, tutto racchiuso in questa corona di rose profumate. La recita del Rosario è l’espressione d’amore tra Cielo e terra.

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

Mentre san Domenico predicava questa devozione in Carcassonne, un eretico metteva in ridicolo i miracoli e i quindici misteri del Rosario: ciò impediva la conversione degli eretici. In punizione Dio permise a quindicimila demoni di possederlo. I suoi genitori allora lo condussero al beato Padre affinché lo liberasse dagli spiriti maligni. Egli si mise in preghiera ed esortò la folla a recitare con lui ad alta voce il Rosario. Ed ecco che ad ogni Ave Maria la Vergine scacciava dal corpo dell’eretico cento demoni sotto forma di carboni ardenti. Completamente liberato, quell’infelice abiurò i suoi errori, si convertì e volle iscriversi nella Confraternita del Rosario, seguito da molti correligionari, scossi da questo castigo e dalla forza del Rosario. (Rosier mystique, 9ª decina, c. 10)

 

 

 

Preghiere composte da S. Gemma Galgani

Santa Gemma Galgani
Innamorati di Maria

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S. Gemma Galgani
(1878-1903)

Preghiere composte da S. Gemma Galgani
( Per ottenere grazie )

– Eccomi ai vostri santissimi piedi, caro Gesù, per manifestarvi ogni momento la mia gratitudine per tanti e continui favori che mi avete fatto e che ancora volete farmi. Quante volte vi ho invocato, o Gesù, mi avete fatte sempre contenta: ho ricorso spesso a voi e m’avete sempre consolata. Come esprimermi con voi, caro Gesù? Vi ringrazio. Ma un’altra grazia voglio, o mio Dio, se a voi piace ….

(esporre la grazia che si desidera).

Se voi non foste onnipotente, non vi farei questa domanda. O Gesù, abbiate pietà di me! Sia fatto in tutto il vostro santissimo volere.

cr2 Mio Dio Crocifisso, eccomi ai piedi vostri, non vogliate rigettarmi ora che mi presento come peccatore. Vi ho offeso tanto per il passato, Gesù mio, ma non sarà più così. Dinanzi a Voi, mio Dio, presento tutte le mie colpe… già le ho considerate e vedo che non meritano perdono, ma deh! Date uno sguardo ai vostri patimenti e guardate quanto vale quel Sangue che scorre dalle vostre vene. Chiudete, mio Dio, in questo momento gli occhi ai miei demeriti e apriteli agli infiniti meriti vostri, e giacché vi siete compiaciuto morire per i miei peccati, perdonatemeli tutti affinché mai più senta il peso di essi perché quel peso, o Gesù, troppo mi opprime. Aiutatemi, mio Gesù, vo’ ad ogni costo diventare buono: togliete, distruggete, annientate tutto ciò che si trova in me non conforme alla vostra volontà. Vi prego però, Gesù, ad illuminarmi affinché possa camminare nel vostro S. Lume.
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Caro mio Dio, mi abbandono interamente nelle Vostre SS. Mani, accioché Voi facciate di me e delle cose mie quello che più e meglio Vi aggrada. In questo dolce abbandono mi riposo sul Vostro Cuore Divino come la tenera bambina si riposa sul seno della mamma sua. Voi pensate a tutto ed io penserò solo ad amarVi e a compiere le Vostra SS. Volontà.
Preghiere a S. Gemma Galgani
( Per la conversione dei peccatori )

– Santa Gemma, ricordati che in vita protestasti tante volte di volere salvi tutti i peccatori, e per questo ti offristi vittima al Signore, soffrendo per essi, con Gesù e Maria, i dolori della Passione, e versasti lacrime di sangue nel sentirLo offeso con la diabolica bestemmia. Ora che in cielo godi di favori tanto più grandi, pèrora, te ne preghiamo, la causa di tutti i poveri peccatori, che privi della divina grazia, vivono lontani da Dio, affinché per te convertiti, amino e servano fedelmente il Signore in questa vita e passino un giorno a lodarLo e benedirLo eternamente in cielo.

Amen.

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O S. Gemma, quanto pietoso era il tuo amore per i miseri, quanto grande il tuo zelo per aiutarli! Vieni anche in mio aiuto, nei miei presenti bisogni, ed ottienimi la grazia… se è profittevole all’anima mia. I numerosi miracoli, le meravigliose grazie attribuite alla tua intercessione infondono in me la fiducia che tu mi potrai aiutare. Prega Gesù, il tuo Sposo Celeste, per me: mostraGli le stimate che il suo Amore ti ha donato, ricordaGli il sangue che da esse stillavi, gli spasimi che tu hai sopportato, le lacrime che tu hai versato per la salvezza delle anime, poni tutto questo tuo tesoro prezioso come in una coppa di amore, e Gesù ti esaudirà. Amen.

Ringraziamo LA CASA DELLE STIGMATE.
Abbiamo riportato una piccola parte della vita di S. Gemma. Per chi desidera approfondire la conoscenza di S. Gemma Galgani consigliamo la visita a Lucca alla “Casa delle stigmate”: si può visitare tutti i giorni, ad eccezione delle domeniche al mattino: dalle 9-11, nel pomeriggio dalle 15:30-17:30.
Abbiamo riportato anche uno stralcio del libro di padre Tito Paolo Zecca “Così lontani così vicini”. Ed.Paoline.

16 maggio: S. Gemma Galgani

Cari amici, oggi 16 maggio festeggiamo la nostra santa protettrice S. Gemma Galgani. Innamorati di Maria nasce il 24 maggio 1997 e nello stesso giorno è stato offerto a Maria Ausiliatrice e posto sotto la protezione di S. Gemma. In questi quasi 25 anni di cammino lei ci è stata sempre vicina. Onoriamola e ringraziamola per tante grazie che ci ha concesso attraverso le sue preghiere!

S. Gemma Galgani (1878-1903)

Preghiera A S. Gemma di Giovanni Paolo II

“O Padre, che ti compiaci di stabilire la tua dimora in chi ti ama con cuore semplice e puro, fa’ che sull’esempio e per l’ intercessione di S. Gemma viviamo, con purezza evangelica, il mistero dell’amore crocifisso, per essere immagine viva del tuo Figlio. Egli e’ Dio e vive e regna conte, nell’unita dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.”

PREGHIERA A S. GEMMA PER CHIEDERE GRAZIE

O cara santa Gemma, che ti sei lasciata plasmare da Cristo crocifisso, ricevendone nel tuo corpo verginale i segni della sua gloriosa Passione, per la salvezza di tutti, ottienici di vivere con generosa dedizione il nostro impegno battesimale e intercedi per noi presso il Signore affinché ci conceda le grazie desiderate. Amen

Santa Gemma Galgani, prega per noi. Padre nostro, Ave Maria, Gloria

Con approvazione ecclesiastica -Santuario Santa Gemma – Lucca

La vita di S. Gemma Galgani Gemma Galgani nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca). Il giorno dopo viene battezzata. Della piccola, il parroco di Gragnano, ebbe a dire: «Le gemme sono in paradiso. Speriamo che anche questa bambina sia una Gemma di paradiso». Il 26 maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro, l’arcivescovo di Lucca somministra a Gemma la Cresima. Durante la messa, «a un tratto una voce nel cuore mi disse: “Mi vuoi dare a me la mamma? Me la dai volentieri?”. Fui costretta a rispondere di sì». Mamma Aurelia morirà nel settembre dell’’anno successivo. La piccola Gemma entra precocemente nella scuola del dolore. Un altro grande dolore fu per la giovane la morte del fratello Gino, seminarista, avvenuta nel 1894, ad appena 18 anni. Durante il 1895 e l’anno seguente, Gemma riceve varie ispirazioni a seguire con più impegno e decisione la via della croce, itinerario di ogni autentico discepolo di Cristo. «In me sentivo crescere una brama di amare tanto Gesù crocifisso, e insieme a questo una brama di patire e aiutare Gesù nei suoi dolori». Per la prima volta le appare un angelo, che in seguito riconosce come il suo Angelo Custode: le ricorda quali sono i veri monili «che abbellano una sposa di un Re crocifisso», ossia le spine e la croce. Dopo la morte di Enrico Galgani, padre di Gemma, l’11 novembre 1897, le tristi condizioni della famiglia, la portano ad un trasferimento della casa di Via S. Giorgio, a quella di Via del Biscione 13 (oggi Via S. Gemma 23). Gemma, in questo periodo, è presso la zia di Camaiore che l’aveva voluta con sé dopo la morte del babbo. Nell’autunno 1899 Gemma si ammala gravemente e ritorna in famiglia. I mesi invernali segnano grandi sofferenze per tutti: le ristrettezze economiche si fanno sentire penosamente, e la famiglia è tuttora numerosa: oltre alle due zie Elisa ed Elena, vi sono i fratelli di Gemma, Guido, Ettore e Tonino, e le sorelle Angelina e Giulietta. Guido, il maggiore, studia a Pisa e, dopo la laurea in farmacia, cerca di aiutare la famiglia lavorando presso l’ospedale di Lucca. Anche Tonino studia a Pisa con sacrificio di tutti. E’ in questo tempo che Gemma, ammalata, legge la biografia del ven. Gabriele dell’Addolorata (ora santo), Passionista, che le appare per confortarla. La sera dell’’8 dicembre, festa dell’’Immacolata, Gemma fa voto di verginità, e nella notte seguente il ven. Gabriele le appare e la chiama «sorella mia», porgendole a baciare il «segno» dei Passionisti e posandoglielo sul petto. Nel gennaio, la malattia di Gemma si aggrava: è osteite delle vertebre lombari, con ascesso agli inguini e paralisi alle gambe. A nulla giovano due bottoni di fuoco applicati, secondo la terapia del tempo, ai reni. Il 28 gennaio si manifesta anche un’otite purulenta con partecipazione della mastoide. In questi giorni, Guido si trasferisce a Bagni di San Giuliano dove ha ottenuto una farmacia. Oltre al ven. Gabriele, anche l’Angelo custode conforta Gemma e l’ammonisce: «Se Gesù ti affligge nel corpo, fa per sempre più purificarti nello spirito». Ma anche il demonio le si avvicina per affliggerla con tentazioni. Gemma ne esce vittoriosa invocando l’aiuto del ven. Gabriele che ella considera ormai come fratello spirituale. Il 2 febbraio l’ammalata è gravissima e i medici avvertono che non passerà la notte. Ma Gemma non muore e i giorni scorrono tra indicibili sofferenze fino al 3 marzo, giorno della guarigione miracolosa. E’ il primo venerdì del mese, e la giovane ha terminato una novena in onore della beata Margherita Maria Alacoque (ora santa). «…feci la Comunione. Che momenti felici passai con Gesù! Mi ripeteva: “Gemma, vuoi guarire?”. La commozione fu tanto che non potevo rispondere. Povero Gesù! La grazia era fatta, ero guarita». Il 23 dello stesso mese, tornato a casa dopo aver ricevuto l’Eucaristia, sente dire dal ven. Gabriele: «Gemma, coraggio! Ti aspetto al Calvario: è verso quel monte che sei diretta». Il 30 marzo è il Giovedì Santo; Gemma è in preghiera, compie l’«Ora Santa»in unione a Gesù nell’’Orto degli Ulivi, e Gesù a un tratto le appare, tutto ferite e sangue. «Le piaghe di Gesù rimasero sì bene nella mia mente che non si sono più cancellate». Nell’aprile seguente, un giorno, preoccupata di non sapere amare Gesù, Gemma si trova nuovamente davanti al Crocifisso e ne ascolta parole di amore: «Guarda, figlia, e impara come si ama» e mi mostrò le sue cinque piaghe aperte. «Vedi questa croce, queste spine, questo sangue? Sono tutte opere di amore, e di amore infinito. Vedi fino a qual segno io ti ho amato? Mi vuoi amare davvero? Impara prima a soffrire. Il soffrire insegna ad amare». «Il giorno 8 giugno, dopo la Comunione, Gesù mi avvisò che la sera mi avrebbe fatto una grazia grandissima. Andai poi il giorno steso per confessarmi e lo dissi a Monsignore, e rispose che stessi bene attenta a riferirgli dopo ogni cosa. Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi sento un interno dolore dei miei peccati; ma lo provai così forte, che non l’ho più sentito; quel dolore mi ridusse direi lì lì per morire. Dopo questo mi sento raccogliere tutte le potenze dell’’anima: l’intelletto non conosceva che i miei peccati e l’offesa di Dio; la memoria tutti me li ricordava, e mi faceva vedere tutti i tormenti che Gesù aveva patito per salvarmi; la volontà me li faceva tutti detestare e promettere di voler tutto voler soffrire per espiarli. Un mucchio di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto. Al raccoglimento interno successe ben presto il rapimento dei sensi, ed io mi trovai dinanzi alla Mamma mia celeste, che aveva alla sua destra l’Angelo mio Custode, che per primo mi comandò di recitare l’atto di contrizione. Dopo che l’ebbi terminato, la Mamma mi rivolse queste parole: “Figlia, in nome di Gesù ti siano rimessi tutti i peccati”. Poi soggiunse: “Gesù mio figlio ti ama tanto e vuol farti una grazia; saprai tu rendertene degna?”. La mia miseria non sapeva che rispondere. Soggiunse ancora: “Io ti sarò madre, ti mostrerai tu mia vera figlia?”. Aperse il manto e con esso mi ricoprì. In quell’istante comparve Gesù, che aveva tutte le ferite aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco, che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra; ma la Mamma mi sorresse, ricoperta sempre col suo manto. Per parecchie ore mi convenne rimanere in quella posizione. Dopo, la Mamma mia mi baciò nella fronte, e tutto disparve, e mi trovai in ginocchio in terra; ma mi sentivo ancora un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore. Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle parti, dove mi sentiva, usciva del sangue. Mi coprii alla meglio quelle parti, e poi, aiutata dall’Angelo mio, potei montare sul letto. Quei dolori, quelle pene, anziché affliggermi, mi recavano una pace perfetta. La mattina a stento potei andare a fare la Comunione, e mi misi un paio di guanti, tanto per nascondermi le mani. Non potevo reggermi in piedi; ad ogni momento credevo di morire. Quei dolori mi durarono fino alle 3 del venerdì, festa solenne del Sacro Cuore di Gesù». Da quella sera, ogni settimana Gesù chiama Gemma ad essergli compagna e collaboratrice nell’’opera della salvezza, unendola a tutte le sofferenze fisiche e spirituali che Egli, Agnello immolato, volle portare su di sé per il peccato del mondo. La «grazie grandissima» è motivo per Gemma di ineffabili gioie e di profondi dolori. In casa vi è perplessità e anche incredulità per quanto le avviene. Rimproveri dalle zie e dai fratelli; canzonature e indiscrezioni da una sorella; Gemma tace e attende, abbandonata alla guida del suo Signore. Sempre nei mesi estivi conosce i Passionisti impegnati nella Missione popolare in Cattedrale. E da uno di essi viene introdotta in casa Giannini. Gemma conosceva già la signora Cecilia, ma per mezzo del padre Passionista che frequenta la casa ospitale del via del Seminario, inizia una vera e profonda amicizia con quella che le sarà come «seconda mamma». In casa Giannini, nel gennaio dell’anno seguente, Gemma comincerà a scrivere a p. Germano, Passionista, il sacerdote che avrebbe riconosciuto in lei l’opera infinita della divina misericordia. Nel settembre successivo lo incontrerà per la prima volta. Sempre nel settembre 1900, Gemma lascia definitivamente la sua famiglia per abitare in casa Giannini. Solo qualche volta ancora tornerà in via del Biscione, soprattutto per consolare Giulietta, la sorellina tanto cara e tanto sofferente. Tra quelle pareti, testimoni di tanto amore e di tanto dolore di Gemma, rimangono soltanto le zie con Tonino, ammalato già seriamente di tisi, e Giulietta, mentre Angelina vive a pigione presso una famiglia. Gemma si avvia decisamente al Calvario; lo salirà in un crescendo di amore e di fedeltà, fino alla consumazione totale, come Gesù sulla croce, unita a Lui in un unico anelito: la gloria di Dio e la salvezza dei fratelli, specialmente i più poveri: i peccatori. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala, poi si riprende. Si aggrava di nuovo il 21 ottobre (la sorella Giulia muore il 19 agosto; il fratello Tonino si spegne il 21 ottobre dello stesso anno). Il 24 gennaio 1903, per ordine dei medici, la famiglia Giannini deve trasferire Gemmea in un appartamento affittato dalla zia Elisa Galgani. La santa vive l’esperienza dell’’abbandono di Gesù in croce e del silenzio di Dio. E’ fortemente vessata dal demonio, ma non smarrisce mai la fede, non perde mai la pazienza ed è sempre piena di amore e di riconoscenza verso che la assiste nell’’ultima malattia. Sperimenta fino in fondo, nella sua carne, l’abbandono di Gesù sulla croce per il bene della Chiesa. L’assenza forzata di padre Germano negli ultimi giorni di agonia e le troppe rapide visite di mons. Volpi accentuano l’ultima desolazione dello spirito. Ma anche la loro presenza non avrebbe certo distolto Gemma dalla suprema conformazione all’’abbandono in Gesù «solo solo». L’11 aprile del 1903, alle ore 13:45, Gemma si addormenta nel bacio del Signore, assistita amorevolmente dai Giannini. Gemma si è incontrata, nella suprema povertà della morte, con lo Sposo crocifisso risorto. Quell’’11 aprile era Sabato santo. Come usava allora, da un’ora e tre quarti le campane di Lucca e del mondo avevano annunziato la risurrezione del Signore. Nel 1933, il 14 maggio, Pio XI annovera Gemma Galgani fra i Beati della Chiesa. Nel 1940, il 2 maggio, Pio XII, riconoscendo la pratica eroica delle sue virtù cristiane, innalza Gemma Galgani alla gloria dei Santi e la addita a modello della Chiesa universale.

Preghiera per ottenere grazie composta da S. Gemma Galgani

Eccomi ai vostri santissimi piedi, caro Gesù, per manifestarvi ogni momento la mia gratitudine per tanti e continui favori che mi avete fatto e che ancora volete farmi. Quante volte vi ho invocato, o Gesù, mi avete fatte sempre contenta: ho ricorso spesso a voi e m’avete sempre consolata. Come esprimermi con voi, caro Gesù? Vi ringrazio. Ma un’altra grazia voglio, o mio Dio, se a voi piace …….. (esporre la grazia che si desidera). Se voi non foste onnipotente, non vi farei questa domanda. O Gesù, abbiate pietà di me! Sia fatto in tutto il vostro santissimo volere.

Preghiera composta da S. Gemma Galgani

Mio Dio Crocifisso, eccomi ai piedi vostri, non vogliate rigettarmi ora che mi presento come peccatore. Vi ho offeso tanto per il passato, Gesù mio, ma non sarà più così. Dinanzi a Voi, mio Dio, presento tutte le mie colpe… già le ho considerate e vedo che non meritano perdono, ma deh! Date uno sguardo ai vostri patimenti e guardate quanto vale quel Sangue che scorre dalle vostre vene. Chiudete, mio Dio, in questo momento gli occhi ai miei demeriti e apriteli agli infiniti meriti vostri, e giacché vi siete compiaciuto morire per i miei peccati, perdonatemeli tutti affinché mai più senta il peso di essi perché quel peso, o Gesù, troppo mi opprime. Aiutatemi, mio Gesù, vo’glio ad ogni costo diventare buono: togliete, distruggete, annientate tutto ciò che si trova in me non conforme alla vostra volontà. Vi prego però, Gesù, ad illuminarmi affinché possa camminare nel vostro S. Lume.

Preghiera composta da S. Gemma Galgani

Caro mio Dio, mi abbandono interamente nelle Vostre SS. Mani, accioché Voi facciate di me e delle cose mie quello che più e meglio Vi aggrada. In questo dolce abbandono mi riposo sul Vostro Cuore Divino come la tenera bambina si riposa sul seno della mamma sua. Voi pensate a tutto ed io penserò solo ad amarVi e a compiere le Vostra SS. Volontà.

Preghiera a S. Gemma Galgani per la conversione dei peccatori

Santa Gemma, ricordati che in vita protestasti tante volte di volere salvi tutti i peccatori, e per questo ti offristi vittima al Signore, soffrendo per essi, con Gesù e Maria, i dolori della Passione, e versasti lacrime di sangue nel sentirLo offeso con la diabolica bestemmia. Ora che in cielo godi di favori tanto più grandi, pèrora, te ne preghiamo, la causa di tutti i poveri peccatori, che privi della divina grazia, vivono lontani da Dio, affinché per te convertiti, amino e servano fedelmente il Signore in questa vita e passino un giorno a lodarLo e benedirLo eternamente in cielo. Amen.

Preghiera a S. Gemma Galgani

O S. Gemma, quanto pietoso era il tuo amore per i miseri, quanto grande il tuo zelo per aiutarli! Vieni anche in mio aiuto, nei miei presenti bisogni, ed ottienimi la grazia… se è profittevole all’anima mia. I numerosi miracoli, le meravigliose grazie attribuite alla tua intercessione infondono in me la fiducia che tu mi potrai aiutare. Prega Gesù, il tuo Sposo Celeste, per me: mostraGli le stimate che il suo Amore ti ha donato, ricordaGli il sangue che da esse stillavi, gli spasimi che tu hai sopportato, le lacrime che tu hai versato per la salvezza delle anime, poni tutto questo tuo tesoro prezioso come in una coppa di amore, e Gesù ti esaudirà. Amen.

Ringraziamo LA CASA DELLE STIGMATE . Abbiamo riportato una piccola parte della vita di S. Gemma. Per chi desidera approfondire la conoscenza di S. Gemma Galgani consigliamo la visita a Lucca alla “Casa delle stigmate”: si può visitare tutti i giorni, ad eccezione delle domeniche al mattino: dalle 9-11, nel pomeriggio dalle 15:30-17:30. Abbiamo riportato anche uno stralcio del libro di padre Tito Paolo Zecca “Così lontani così vicini”. Ed.Paoline.

16 maggio: S. Gemma Galgani