Archivio | 25 Maggio 2024

PADRE PIO E SANTA GEMMA

PADRE PIO E SANTA GEMMA

Innamorati di Maria
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Cari amici,
oggi è il giorno in cui il Signore ci ha donato Padre Pio. Francesco Forgione infatti nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887.
È nota a tutti la partecipazione di questo Uomo di Dio alla Passione di Cristo con le stimmate ed altri segni della Passione del Signore. Ma non è nota a tutti la sua particolare devozione a S. Gemma Galgani.
Gemma Galgani ha sette anni quando inizia la sua sconvolgente esperienza con la prima locuzione interiore che trova il suo culmine nel 1899 con i segni delle stimmate nel suo corpo.
Francesco Forgione, di nove anni più giovane di Gemma a cinque anni sente il desiderio di essere totalmente di Dio ed inizia a sperimentare i primi fenomeni soprannaturali e durante il suo noviziato (1903-1904) sperimenta pienamente la sua esperienza mistica (Gemma era appena morta).
La somiglianza tra le sue esperienze con quelle di Gemma lo porta a intuire e riconoscere che Gemma è colei che può aiutarlo a comprendere ciò che sta vivendo nella propria carne.
In una lettera al suo Provinciale si riferisce a Santa Gemma Galgani, allora serva di Dio: “Vengo inoltre a chiedere una carità: avrei desiderio di leggere il li­bretto intitolato Lettere ed estasi della serva di Dio Gemma Galgani; insieme con quell’altro della stessa serva di Dio, che s’intitola L’ora santa. Sicuro che trovando giusto questo mio desiderio, me li procure­rà, la ossequio e le chiedo la sua benedizione” (Epist. 1,77).

E lo suggeriva poi alle sue figlie spirituali: “Sto leggendo le lettere e le estasi di Gemma Galgani … Gemma Galgani dice che ella innanzi a Gesù Croci­fisso soffriva, innanzi a Gesù sacramento amava” (Epist. II, 31,1; 40, 6).
Negli anni più penosi della sua vita, quando gli fu proibito di comunicare con chiunque, dopo la sua messa detta in privato e le altre preghiere, si ritirava nella biblioteca del convento a leggere quegli scritti di Santa Gemma ed altri libri spirituali. Era tutto il suo conforto in quegli anni duri, di vera crocifissione col Signore.
E nella spiritualità di Padre Pio e di S. Gemma troviamo tante rassomiglianze: la Passione di Cristo, la sete di patire per Cristo, l’offerta di vittima per pec­catori e le anime del Purgatorio.

Scrive al suo Provinciale:
“Ed ora vengo, padre mio, a chiederle un permesso. Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime del pur­gatorio.
Questo desiderio è andato crescendo sempre di più nel mio cuore tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L’ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler ver­sare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centupli­candoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in paradiso le anime del purgato­rio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta colla sua ubbidienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Sono sicuro che
ella non
troverà difficoltà nell’accordarmi questo permesso.
Mi benedica, o padre, e preghi anche per me” (Epist. I, 23).

E così li possiamo accumulare insieme e chiamarli “Avvocati dei peccatori’:

Come Gemma anche Padre Pio deve lottare con i demoni, ha le stesse esperienze celesti fatte di rivelazioni, presenze Angeliche, di Cristo e della Vergine Maria. Vive in seguito la dolorosa esperienza delle stimmate, dapprima invisibili, per quasi otto anni, e poi manifeste e permanenti. Padre Pio si riconosce pienamente nelle stesse eccezionali esperienze mistiche di Gemma, da lei descritte con un linguaggio disarmante per la sua semplicità e la sceglie come modello, infatti in molte sue lettere (circa 50) ci sono frasi ed espressioni tipiche del linguaggio di Santa Gemma, tratte dalle sue lettere, diario e scritti.Santo Padre Pio raccomandava a parecchi dei suoi figli spirituali la devozione a Gemma che chiamava “La Grande Santa” e quando parlava di Lei si commuoveva fino alle lacrime e invitava i devoti visitatori a conoscere questa anima prediletta.
Molto spesso Padre Pio inviava a Lucca diversi pellegrini provenienti dalla Toscana e da alcune Regioni del Nord Italia “Che ci venite a fare qui da me a chiedere grazie? Correte a Lucca che è a voi più vicino, perché là ci sta Santa Gemma, che è una Santona”.Santa Gemma Galgani e San Padre Pio hanno sparso in tutto il mondo il profumo della loro santità, e a noi non rimane che rivolgere a Dio calorose lodi di ringraziamento per averci donato delle creature cosi risplendenti di amore e di virtù.

Recitare con frutto il S. Rosario n. 12

Recitare con frutto il S. Rosario n. 12

Innamorati di Maria

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-Le preghiere che compongono il S. Rosario-
L’Ave Maria (terza parte)

Quando noi recitiamo il Rosario offriamo la nostra persona e il nostro essere alla Madre del Signore. Sappiamo che offrirci a Lei è un grande atto di amore e Lei stessa si prenderà cura di ognuno di noi rendendoci simili al Suo figlio Gesù! Ma recitare il Rosario stesso è già un gesto di una meravigliosa offerta delle nostre preghiere, del dialogo di amore. Sta scritto: «Date e vi sarà dato» (Lc 6,38). Prendiamo il paragone del beato Alano che così spiega, con un esempio, il senso delle nostre preghiere che offriamo alla Madre Celeste: «Se io ti dessi ogni giorno centocinquanta diamanti, quand’anche tu fossi un mio nemico non mi perdoneresti? e come amico non mi faresti ogni favore possibile? Se vuoi arricchirti dei beni della grazia e della gloria, saluta la Vergine santa, onora la tua tenera Madre». Chi riverisce la Madre è come chi accumula tesori (Sir 3,5).

S. Luigi ci sottolinea l’importanza della recita dell’Ave Maria: “Presentale ogni giorno almeno cinquanta Ave Maria; ciascuna contiene quindici pietre preziose, a lei più gradite di tutte le ricchezze della terra. Che cosa non potrai allora aspettarti dalla sua liberalità? Ella è nostra madre, nostra amica; è l’imperatrice dell’universo e ci ama più di quanto tutte insieme le madri e le regine abbiano mai amato un uomo mortale, poiché — dice sant’Agostino — la carità della Vergine SS. sorpassa tutto l’amore naturale di tutti gli uomini e di tutti gli angeli”.

Il beato Alano così si rivolge alla Vergine: «Colui che ti ama, o divina Maria, ascolti e si rallegri. Il cielo è nell’esultanza, la terra nell’ammirazione ogni volta che dico: Ave Maria. Ho in orrore il mondo, l’amore di Dio regna nel mio cuore quando dico: Ave Maria. I miei timori svaniscono, le mie passioni si spengono quando dico: Ave Maria. Cresco nella devozione, provo dolore per i miei peccati quando dico: Ave Maria. Si conferma la mia speranza, la mia consolazione aumenta quando dico: Ave Maria. Si allieta il mio spirito, scompare la mia tristezza quando dico: Ave Maria. È tanto grande la dolcezza di questo amabile saluto che non esistono parole per spiegarlo. E dopo averne detto meraviglie, esso rimane ancora così nascosto e così profondo che non si può scoprirlo. È breve nelle parole ma grande nei misteri. È più dolce del miele, più prezioso dell’oro. Bisogna averlo di continuo nel cuore per meditarlo, in bocca per dirlo e ripeterlo devotamente».

“Lo stesso beato Alano riferisce, ci spiega S. Luigi, che una religiosa devotissima del Rosario apparve dopo morte a una consorella e le disse: «Se potessi tornare in vita per dire una sola Ave Maria, anche senza molto fervore, soffrirei volentieri di nuovo tutti i violenti dolori sofferti prima di morire, pur di avere il merito di questa preghiera». Si noti che ella aveva sofferto atrocemente per anni e anni.

Michel de Lisle, vescovo di Salubre, discepolo e collega del beato Alano della Rupe nel ripristinare la pratica del santo Rosario, afferma che il Saluto angelico devotamente recitato in onore della Vergine santa è il rimedio a tutti i mali che ci affliggono”.

Iniziamo a conoscere la bellezza dell’Ave Maria attraverso una breve spiegazione fatta da S. Luigi:

Ti trovi nell’infelice condizione di chi è in peccato? Invoca la divina Maria. Dille «Ave», che vuol dire: io ti saluto con profondissimo rispetto, o tu che sei senza peccato e senza disgrazia. Ella ti libererà dalla disgrazia dei tuoi peccati.

Sei nelle tenebre dell’ignoranza o dell’errore? Rivolgiti a Maria e dille «Ave Maria», che vuol dire: illuminata dai raggi del sole di giustizia. Ella ti farà partecipe del suo splendore.

Hai smarrito la via del cielo? Ricorri a Maria che vuol dire: Stella del mare, stella polare, guida della nostra navigazione in questo mondo. Ella ti condurrà al porto dell’eterna salvezza.

Sei nell’afflizione? Ricorri a Maria che vuol dire: mare amaro, colmo di amarezza quand’era in questo mondo e che attualmente, in cielo, è diventato mare di pura dolcezza. Ella convertirà la tua tristezza in gioia e le tue afflizioni in consolazioni.

Hai perduto la grazia? Onora l’abbondanza delle grazie di cui Dio colmò la Vergine santa e di’ a Maria: «Piena di grazia» e di tutti i doni dello Spirito Santo. Ed Ella te ne farà parte.

Ti senti solo, come abbandonato da Dio? Rivolgiti a Maria e dille: «Il Signore è con te» più degnamente e più intimamente che nei giusti e nei santi, poiché tu sei una cosa sola con Lui. Egli infatti è tuo Figlio, la sua carne è la tua carne. E poiché gli sei Madre, tu sei con il Signore per una perfetta rassomiglianza ed un reciproco amore. Dille ancora: la SS. Trinità è tutta con te, essendone tu il tempio prezioso. Ella ti rimetterà sotto la protezione e la custodia del Signore.

Sei forse diventato l’oggetto della maledizione divina? Di’ a Maria: «Benedetta sei tu più di tutte le donne» e da tutte le nazioni a causa della tua purezza e fecondità: grazie a te la maledizione divina fu cambiata in benedizione. Ed Ella ti benedirà.

Hai fame del pane della grazia, del pane della vita? Avvicinati a lei che portò il pane vivo disceso dal cielo; e dille: «Benedetto il frutto del tuo seno», che tu concepisti restando vergine, portasti senza fatica e desti alla luce senza alcun dolore. Benedetto «Gesù» che riscattò il mondo schiavo, guarì il mondo malato, risuscitò l’uomo morto, ricondusse in patria l’uomo esiliato, giustificò l’uomo colpevole, salvò l’uomo perduto. Senza dubbio l’anima tua sarà saziata del pane della grazia in questa vita e della gloria eterna nell’altra. Amen.

Concludi la tua preghiera con la Chiesa dicendo: «Santa Maria», santa nel corpo e nell’anima, santa per la tua singolare ed eterna dedizione al servizio di Dio, santa perché Madre di Dio che ti dotò di una santità eminente quale conviene a tale infinita dignità.

«Madre di Dio», che sei anche Madre nostra, nostra Avvocata e Mediatrice, la Tesoriera e Dispensatrice delle grazie di Dio, procuraci prontamente il perdono dei nostri peccati e la riconciliazione con la divina Maestà.

«Prega per noi, peccatori», tu che hai tanta compassione per i miseri, tu che non disprezzi né respingi i peccatori, senza dei quali non saresti la Madre del Salvatore. «Prega per noi adesso», durante il tempo di questa breve vita, fragile e miserabile. Adesso, perché di sicuro abbiamo solo il momento presente. Adesso, perché giorno e notte siamo attorniati e assaliti da nemici potenti e crudeli.

«E nell’ora della nostra morte», così terribile e pericolosa, quando le nostre forze saranno esaurite, il nostro spirito e il corpo saranno affranti dal dolore e dal timore. Nell’ora della nostra morte, quando Satana raddoppierà gli sforzi al fine di rovinarci per sempre; l’ora in cui si deciderà la nostra sorte per tutta l’eternità, felice o infelice. Oh, vieni allora in aiuto ai tuoi poveri figli, Madre compassionevole, avvocata e rifugio dei peccatori. Allontana da noi, in quell’ora, i demoni nostri accusatori e nostri nemici, il cui aspetto terribile ci incuterà spavento; vieni ad illuminarci nelle tenebre della morte. Guidaci e accompagnaci al tribunale del nostro Giudice che è anche tuo Figlio, e intercedi per noi affinché ci perdoni e ci accolga fra i suoi eletti nel soggiorno della gloria eterna. «Amen». Così sia.

Chi non ammirerà l’eccellenza del Rosario composto di queste due parti: l’Orazione domenicale e il Saluto angelico? Esiste, forse, preghiera più gradita a Dio e alla Vergine santa? più facile, più soave, più salutare per gli uomini? Teniamo continuamente nel cuore e sulle labbra queste preghiere per onorare la SS. Trinità, Gesù Cristo nostro Salvatore e la sua santissima Madre.

Al termine di ogni decina è bene aggiungere il Gloria al Padre: «Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen».

Quanti doni spirituali ci donerebbe una sola Ave Maria recitata con questa devozione e amore! La recita del Rosario acquista un grande valore se il nostro cuore è pronto a offrire 50, 100, 150, 200 di questa Ave Maria! Allora davvero il Rosario diventa la preghiera di amore tanto desiderato dalla nostra Madre Celeste.

Abbiamo concluso con questa puntata la parte sull’orazione vocale del Rosario. Dalla prossima tratteremo la parte dell’orazione mentale, cioè la meditazione o contemplazione nel S. Rosario.

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

 

«Il Flammin e numerosi autori riferiscono che una donzella di distinta famiglia, di nome Alessandra, miracolosamente convertita e iscritta nella Confraternita del Rosario da san Domenico, apparve dopo la morte al santo e gli disse che era condannata a rimanere settecento anni in purgatorio per molti peccati che aveva commesso e fatto commettere a molti con le sue vanità mondane. E lo pregò di darle e farle dare sollievo dalle preghiere dei confratelli del Rosario, ciò che egli fece.

Quindici giorni dopo ella apparve a San Domenico più splendente di un sole, essendo stata liberata così prontamente per le preghiere che i confratelli del Rosario avevano fatto per lei. Avvertì anche il santo che veniva da parte delle anime del purgatorio, per esortarlo a continuare a predicare il Rosario e fare in modo che i loro parenti facessero loro parte dei loro Rosari, ciò di cui li avrebbero ricompensati abbondantemente quando fossero giunte in paradiso» (Cavanac, Merveilles du S. Rosaire, c. 8).

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)