Archivio | 17 Maggio 2024

Recitare con frutto il S. Rosario n. 4

Recitare con frutto il S. Rosario n. 4

Innamorati di Maria

rosario

-Conoscere il S. Rosario (seconda parte)-


Entriamo nel dettaglio per conoscere meglio il S. Rosario accompagnati dalle parole di Giovanni Paolo II riportate nella Lettera Apostolica “ROSARIUM VIRGINIS MARIAE”.

Il Rosario, ci spiega il Papa introducendoci alla sua recita, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico, cioè che troviamo Cristo al centro della nostra preghiera e ci immergiamo nei Suoi misteri: “Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore”.

Il S. Rosario, che apparentemente è una preghiera semplice, recitato con devozione e amore ci dona le grazie impensabili! Anche il nostro amato Papa Woytila ci racconta la sua testimonianza con una precisa indicazione: “Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane dall’elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo così mi esprimevo: « Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. […] Si può dire che il Rosario è, in un certo modo, un commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione Lumen gentium del Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Difatti, sullo sfondo delle parole Ave Maria passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre”.

Riguardo al S. Rosario, Paolo VI precisò che questa preghiera non solo non si oppone alla Liturgia, ma le fa da supporto, giacché ben la introduce e la riecheggia, consentendo di viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana.
Giovanni XXIII, anche lui uno dei grandi devoti al S. Rosario, afferma: “Il Rosario, come esercizio di cristiana devozione tra i fedeli di rito latino, che sono notevole porzione della famiglia cattolica, prende posto, per gli ecclesiastici dopo la S.Messa ed il Breviario, e per i laici dopo la partecipazione ai Sacramenti. Esso forma devota comunione con Dio, e sempre di alta elevazione spirituale”.
Giovanni Paolo II approfondisce il valore del S. Rosario anche dal punto di vista ecumenico: “Forse c’è anche chi teme che essa possa risultare poco ecumenica, per il suo carattere spiccatamente mariano. In realtà, essa si pone nel più limpido orizzonte di un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l’ha delineato: un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana, in modo che « quando è onorata la Madre, il Figlio […] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato ». Se riscoperto in modo adeguato, il Rosario è un aiuto, non certo un ostacolo all’ecumenismo!”.

Entriamo più nel profondo della Lettera Apostolica.
Il S. Rosario è presentato a tutti come la preghiera per la pace e per la famiglia:

“A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche. Prima fra esse, l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Il Rosario è stato più volte proposto dai miei Predecessori e da me stesso come preghiera per la pace. All’inizio di un Millennio, che è cominciato con le raccapriccianti scene dell’attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che « è la nostra pace » avendo fatto « dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia » (Ef 2, 14). Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al cuore cristiano.

Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale.

Numerosi segni dimostrano quanto la Vergine Santa voglia anche oggi esercitare, proprio attraverso questa preghiera, la premura materna alla quale il Redentore moribondo affidò, nella persona del discepolo prediletto, tutti i figli della Chiesa: « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19, 26). Sono note le svariate circostanze, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, nelle quali la Madre di Cristo ha fatto in qualche modo sentire la sua presenza e la sua voce per esortare il Popolo di Dio a questa forma di orazione contemplativa. Desidero in particolare ricordare, per l’incisiva influenza che conservano nella vita dei cristiani e per l’autorevole riconoscimento avuto dalla Chiesa, le apparizioni di Lourdes e di Fatima, i cui rispettivi santuari sono meta di numerosi pellegrini, in cerca di sollievo e di speranza”.

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

Guardati bene dall’imitare l’ostinazione di quella devota di Roma di cui parlano Le Meraviglie del Rosario. Era costei tanto devota e fervorosa da confondere con la sua santa vita i religiosi più austeri della Chiesa di Dio. Un giorno volle consultare san Domenico ed essendosi perciò confessata da lui, questi le impose come penitenza la recita di un solo Rosario e la consigliò anche di recitarlo ogni giorno. Immediatamente lei prese a scusarsi: aveva i suoi esercizi, tutti ben regolati, acquistava ogni giorno l’indulgenza delle Stazioni di Roma, portava sempre il cilicio, si dava la disciplina più volte alla settimana, faceva tanti digiuni ed altre penitenze. San Domenico la esortò con insistenza a seguire il suo consiglio, ma lei non ne volle sapere. Uscì dal confessionale quasi scandalizzata dal modo di procedere di quel nuovo direttore che la voleva persuadere ad accettare una devozione contraria al suo gusto.

Qualche tempo dopo, stando in preghiera e rapita in estasi, ella vede la sua anima obbligata a comparire davanti al Giudice supremo. San Michele mette su un piatto della bilancia tutte le sue penitenze e preghiere e sull’altro i suoi peccati e le sue imperfezioni. Poi alza la bilancia ed ecco: il piatto delle buone opere sale, sale, e non può fare da contrappeso al piatto dei peccati e delle imperfezioni. Angosciata, ella implora misericordia e si rivolge alla Vergine santa, sua avvocata, la quale lascia cadere sul piatto delle buone opere l’unico Rosario che aveva recitato per penitenza. Questo è tanto pesante da stabilire l’equilibrio tra i peccati e le buone opere. In pari tempo la Vergine la rimprovera per essersi rifiutata di seguire il consiglio del suo servo Domenico di recitare ogni giorno il santo Rosario. Ritornata in sé la pia donna andò a gettarsi ai piedi di san Domenico e, raccontato quanto le era accaduto, gli chiese perdono per l’incredulità e promise di recitare il Rosario tutti i giorni. Giunse così alla perfezione cristiana ed alla gloria eterna.

O anime contemplative, imparate da questo fatto quanto sia efficace, preziosa e importante la pratica del santo Rosario con la meditazione dei misteri.

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)

 

Nostra Signora del Laus


Nostra Signora del Laus

Innamorati di Maria

Apparizioni lunghe 54 anni

Il 16 settembre 1647, Benedetta Rencurel nasce nel piccolo comune di Saint-Etienne d’Avancon (Alpi del Sud).

Un giorno di maggio del 1664, la ragazza sta custodendo delle pecore. Benedetta recita la corona del Rosario, quando scorge una bella Signora su una roccia, che tiene per mano un bambino di una bellezza singolare. «Bella Signora! cosa fate lassù? Volete far merenda con me? Ho un po’ di buon pane, lo potremmo bagnare nella fontana!» La Signora sorride della sua semplicità, e non dice una sola parola «Bella Signora! Non vorreste darmi il vostro bambino, che mi rallegrerebbe tanto?» La Signora sorride ancora senza rispondere. Dopo esser rimasta per un po’ con Benedetta, prende in braccio il bambino e sparisce nell’antro della roccia, dove la pastorella l’ha vista entrare ed uscire a parecchie riprese.

Per quattro mesi, la Signora si lascia vedere ogni giorno e conversa molto familiarmente con la ragazza.
Per prepararla alla sua futura missione, la educa, correggendone la vivacità e la rudezza, la testardaggine ed l’attaccamento alle cose ed agli animali.. Benedetta racconta le sue visioni alla padrona, che, di primo acchito, non ci crede ; però, un bel mattino, la segue di nascosto nel vallone delle Fornaci. Lì non vede la Signora, ma sente le parole che essa rivolge a Benedetta. L’apparizione domanda alla pastorella di avvertire la padrona dei pericoli che minacciano la sua anima: «La sua coscienza è in cattivo stato. Che faccia penitenza!» Colpita, questa si corregge, riprende a frequentare i sacramenti e vive molto cristianamente per tutto il resto della sua vita.

Il 29 agosto, Benedetta chiede il suo nome alla visitatrice, e si sente rispondere: «Mi chiamo MARIA». Ma, nello stesso tempo, la Vergine le annuncia che le apparizioni cesseranno per un certo tempo. Infatti, Benedetta, per un mese intero, non vede la Signora; il fatto che quest’assenza la priva di consolazioni sensibili, contribuisce a purificarle l’anima.

Finalmente, una mattina, sul finire dì settembre, la pastorella, che ha fermato le pecore e le capre in riva ad un fiume, scorge di fronte a sé la Signora, splendente come un bel sole. Si affretta a raggiungerla. Ma il vecchio ponte di legno che attraversa il fiume è inagibile. Attraversa allora il corso d’acqua aggrappata al dorso di una grossa capra. Arrivata vicino all’apparizione, domanda : «Bella Signora, come mai mi avete privata tanto a lungo dell’onore di vedervi?
Ormai, quando vorrai vedermi, potrai farlo nella cappella che sì trova in località Le Laus, risponde la Signora, indicandole la via da seguire. Il giorno dopo Benedetta si reca nella frazione di Le Laus e arriva alla piccola cappella. Entra subito e vede sull’altare la Vergine MARIA che si congratula con lei perché ha cercato con tenacia senza spazientirsi.

Durante l’inverno 1664-1665, Benedetta sale spessissimo a Le Laus; ogni giorno, vede la Vergine che le raccomanda «di pregare continuamente per i peccatori».
Nostra Signora ci fa capire in questo modo che i peccatori si trovano in uno stato pietoso. Dio è offeso dalle loro colpe, ma vuole prodigar loro la sua misericordia, che può essere accettata solo liberamente.

Nel settembre del 1665, un’inchiesta sulle apparizioni di Le Laus viene iniziata dal vicario generale. Questi, dopo aver terminato l’interrogatorio della veggente, celebra la Messa. E presente quel giorno una donna gravemente colpita da una malattia. L’ammalata è stata condotta a Le Laus perché vi facesse una novena a Nostra Signora. Durante la notte che segue la fine della novena, essa riesce a stendere le gambe e si sente guarita. Così, il 18 settembre 1665, quando Benedetta compie diciotto anni, le apparizioni ed il pellegrinaggio sono ufficialmente riconosciuti dall’autorità diocesana e, a partire dall’ottobre dello stesso anno, ha inizio la costruzione di una chiesa abbastanza grande per accogliere i pellegrini, sempre più numerosi.

Nostra Signora annuncia a Benedetta che l’olio della lampada della cappella (che arde davanti al Santissimo Sacramento), opererà guarigioni su quegli ammalati che lo applicheranno su di sé, a condizione che ricorrano con fede alla sua intercessione. Infatti, vengono registrate in poco tempo numerose guarigioni. Ancora oggi si producono miracoli in quelle persone che, fiduciose nell’intercessione di Nostra Signora, utilizzano devotamente l’olio di Le Laus.

Benedetta si prende a cuore la missione ricevuta dalla Santissima Vergine: quella di preparare i peccatori a ricevere il sacramento della Penitenza. Pertanto, incoraggia spesso i due sacerdoti addetti al santuario a ricevere i pellegrini con dolcezza, pazienza e carità, dimostrando una bontà particolare per i più grandi peccatori, onde incitarli a pentirsi.*

Il compito di Benedetta non è facile; la Vergine le chiede di ammonire le donne e le ragazze che conducono una vita scandalosa, che le porta talvolta fino all’infanticidio, i signorotti ingiusti o perversi, i sacerdoti ed i monaci infedeli ai loro sacri vincoli. Ma la veggente lo adempie convenientemente. Essa incoraggia i penitenti, avverte quelli che non osano confessare i loro peccati e li orienta verso un confessore adeguato. Benedetta si sacrifica soprattutto per i peccatori e prega mentre si confessano. Per riparare i loro peccati ed ottenere grazie per essi, si obbliga a penitenze severe, al punto di compromettere la sua salute.

Benedetta è consigliata senza posa da Nostra Signora:Coraggio, figlia mia! Abbi pazienza… compi la tua opera di buon cuore… non provare astio per i nemici di Le Laus“. Anche l’angelo custode la istruisce: quando si è gioiosi tutto quello che si fa è gradito a Dio; quando si è di malumore non si fa niente che gli sia gradito“.

A partire dalla Pentecoste del 1718 la salute di Benedetta Rencurel declina bruscamente. La veggente muore la sera del 28 dicembre, festa dei Santi Innocenti. Ha 71 anni. Viene sepolta davanti all’altare maggiore del santuario, sotto la lampada il cui olio serve ancora oggi a ungere i devoti, soprattutto ammalati e sofferenti, che ogni giorno giungono al Laus.

Finalmente, il 16 ottobre 1872, il pontefice Pio IX proclama Venerabile la serva di Dio Benedetta Rencurel, la veggente che vide Maria al Laus e che ancora oggi, a distanza di tanto tempo, è oggetto di venerazione da parte di molti.

Chiunque sale al Laus può sentire misteriosi effluvi, che danno a tutti consolazione spirituale e una profonda serenità interiore. I profumi del Laus sono un fenomeno misterioso, che la scienza ha provato a spiegare ma senza effettivamente venire a capo di nulla. È un po’ il mistero ed il fascino di questa cittadella mariana incastonata su un solitario altopiano delle Alpi francesi, che attira ogni anno un gran numero di pellegrini da ogni parte del mondo.

Chiediamo alla Madre di Misericordia di rigenerare nei cristiani la stima e la frequenza del sacramento della confessione, che è un mezzo privilegiato, istituito dal Salvatore medesimo, per ritrovare la grazia dì Dio e la pace dell’anima.

* «Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza per tutti i membri peccatori della sua Chiesa, in primo luogo per coloro che, dopo il Battesimo, sono caduti in peccato grave….. A costoro, il sacramento della Penitenza offre una nuova possibilità di convenirsi e di recuperare la grazia della giustificazione. In questo sacramento, il sacerdote, che occupa il posto di Cristo giudice e medico, deve essere informato circa lo stato del penitente. Di conseguenza, «bisogna che il fedele, oltre alla consapevolezza dei peccati commessi, la contrizione e la volontà di non ricadere, confessi i suoi peccati. In questo senso, il Concilio di Trento dichiarava che era necessario “di diritto divino, che si confessassero tutti e ciascuno dei peccati mortali“» (Giovanni Paolo II, Motu proprio Misericordia Dei, 7 aprile 2002).


PREGHIERA A NOTRE DAME DU LAUS

Signore Gesù che concedendo il Laus alla Vostra Divina Madre per la conversione dei peccatori, avete voluto che la Venerabile Suor Benedetta fosse lo strumento delle meraviglie che vi si dovevano operare, concedeteci, per l’intercessione della Vostra Santissima Madre, la grazia che ardentemente Vi chiediamo.
Così sia

 

Triduo di preghiera in preparazione alla Pentecoste

I° Giorno Spirito, come vento

Atti 2, 1-2
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
  Breve silenzio

Genesi 1, 1-2
In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
  Breve silenzio

Gioele 3, 1
Io effonderò il mio soffio sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie.
  Breve silenzio

dal Salmo 104
Signore mio Dio, quanto sei grande! Tu cammini sulle ali del vento e fai dei venti i tuoi messaggeri. Mandi il tuo soffio e tutto rivive.
 Breve silenzio

Giovanni 3,5-8
Rispose Gesù a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”.
 Silenzio

Proposta di riflessione

Il vento, che in ebraico è espresso con un termine femminile, è considerato una potenza di vita. Esso porta i semi per l’impollinazione, sostiene il volo degli uccelli, porta sollievo nel caldo torrido e trasforma, rinnovandolo, il paesaggio del deserto. Il vento è anche potenza misteriosa, poiché nessuno lo può trattenere, né suscitare: si immagina che sia in potere di Dio, che lui vi cammini sopra come una via invisibile, impercettibile, come la sua presenza divina: potente, reale, ma misteriosa, che l’uomo può contemplare dai suoi effetti, ma non manipolare. La Scrittura immagina che essi siano messaggeri di Dio, sua voce, perché impercettibili come lui, eppure reali, presenza e azione forte, come la sua Parola, potente e consolante.

Egli riposa sulle persone dando vita e sollievo, su tutti coloro sui quelli Dio lo manda. Il tempo del Messia sarà un’effusione di vento, di vita divina su tutti i figli d’Israele, uomini e donne, poiché egli non fa discriminazioni o preferenze: Dio lo dona a tutti. Anzi, Dio si dona a tutti. Occorre nascere in lui, lasciarsi rinnovare da questo soffio vitale, accogliere questa presenza misteriosa, che non è in nostro potere, ma a cui siamo chiamati a consegnarci, lasciarsi trasportare da questo vento verso Dio.

E’ una creazione nuova che egli realizza, aleggiando leggero sulle acque del caos primordiale, da cui sorgerà la terra, asciutta, possibilità di vita per l’uomo, spazio per l’alleanza con Dio. Occorre che gli lasciamo spazio di azione, per effondersi ed effondere la sua vita, per metterci in movimento verso Dio, lasciandoci portare in alto dal suo vortice, consegnandoci alla sua azione.

Preghiera:

Spirito di sapienza, voce dei profeti, soffio divino, vieni,
parla nell’intimo del nostro cuore
e guida la Chiesa alla piena conoscenza della verità. Tutti: Vieni, Spirito Santo
Spirito consolatore, fortezza dei deboli,
gioia degli afflitti, vieni, rinvigorisci le membra stanche,
restituisci la letizia al cuori affranti.    
Tutti: Vieni, Spirito Santo

Spirito di vita, soffio di amore, energia scaturita dalla croce.
vieni, anima e riempi la Chiesa, gonfia le sue vele
per prendere il largo sulla tua Parola.    
Tutti: Vieni, Spirito Santo

Spirito del Padre e del Figlio disceso sulla Vergine,
donato agli Apostoli, effuso sulla Chiesa, vieni, svelaci il volto del Padre,
manifestaci la sapienza del Figlio,
stabilisci in noi la tua dimora.        
Tutti: Vieni, Spirito Santo

Spirito di pace, sorgente di concordia, vincolo di eterno amore,
vieni, riconcilia i figli con il Padre, rinsalda la nostra amicizia fraterna,
ricomponi l’unità della Chiesa.        
Tutti: Vieni, Spirito Santo

Spirito increato, forza primordiale dell’universo
potenza santificatrice della Chiesa, vieni,
feconda il nostro essere con il germe divino,
rallegra la città di Dio con i tuoi sette santi doni.
Tutti: Vieni, Spirito Santo

Spirito rinnovatore, nube gravida di fecondante rugiada,
colonna luminosa di purificante fuoco, vieni, lava le macchie della colpa,
illumina i cuori con la luce della grazia.    
Tutti: Vieni, Spirito Santo

In preghiera con Maria (un mistero del S. Rosario)

Orazione
O Padre, che nel tuo amore infinito per noi, mandi il tuo Spirito a realizzare nei nostri cuori una nuova creazione, secondo il tuo progetto, rendici disponibili alla sua azione in noi, perché egli ci trasformi a immagine del tuo Figlio, che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

2° Giorno Spirito, come fuoco

Atti 2
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
  Breve silenzio

Esodo 13,20-22
Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
  Breve silenzio

Esodo 19,1-20
Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì.
  Breve silenzio

Cantico dei Cantici 8,6-7
L’amore è forte, come la morte; le sue vampe sono fuoco del Signore,. Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo.
  Silenzio


Proposta di riflessione

Il fuoco è realtà intangibile, perciò misteriosa, ma anche pericolosa. Consuma ciò che prende, fino ad assumerlo in sé, a trasformarlo in calore e luce, come lui è. Si diffonde e divora tutto ciò che trova: da questo incontro si esce diversi e nulla può più essere come prima. Il fuoco è misterioso nel suo sorgere e presso tutte le culture antiche ha sempre avuto prerogative divine, perché viene dal cielo con il fulmine e, se spento, era difficilmente riacceso.

Quando il Signore si rivela, illumina e trasforma. Non può essere toccato il monte che lui tocca con la sua presenza, perché Dio non può essere posseduto, manipolato, perché come per il fuoco, ne rimarremmo scottati. E’ lui che ci tiene nelle sue mani, non siamo noi a tenerlo nelle nostre. Il fuoco se dominato, diventa fonte di calore, luce, energia; è potenza amica dell’uomo, utilizzato anche come difesa dagli animali, dai pericoli e dalle tenebre della notte. Ma va continuamente vegliato, perché non si diffonda troppo o si spenga.
Con una colonna di fuoco, visibile nella notte, Dio guida il suo popolo e ne illumina il cammino nel deserto, indicandogli la strada, riscaldandone le gelide notti, così come di giorno la nube gli fa ombra, dove non ci sarebbe riparo all’implacabile sole, il fuoco che riscalda il giorno.

L’amore, nascosto nel cuore, nel centro vitale e vivificante della persone, nel luogo dove sgorgano come da sorgente segreta, le decisioni importanti della vita, è paragonato al fuoco. La sua potenza discende dal Signore: ha un “che” di misterioso, di inspiegabile e inafferrabile, potente e travolgente. Nessuna potenza avversa può vincerlo, perché il Signore è invincibile: nessuno è più potente di lui e dei suoi doni, che partecipano della sua forza.

Lo Spirito è questo fuoco che riscalda i cuori pavidi degli apostoli, timorosi dopo la morte del Maestro, facendone messaggeri della sua Parola di fuoco, che giudica, facendo risorgere dalle ceneri l’uomo, come una nuova creazione nella potenza dello Spirito, che rende immortali.

Preghiera:

Tutti:     O Spirito creatore, visita le nostre menti
riempi del tuo amore i cuori che hai creato.
Solista: O dolce Consolatore,dono del Padre altissimo
fonte di vita, amore, fuoco e santo crisma.

Tutti:     Visita le nostre menti
riempi del tuo amore i cuori che hai creato.
Solista:    Tu dito di Dio Padre promesso dal Signore,
irradia ancora i tuoi doni, dà al labbro la parola.

Tutti:     Visita le nostre menti
riempi del tuo amore i cuori che hai creato.
Solista:    Sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite con l’olio del tuo amore.

Tutti:     Visita le nostre menti
riempi del tuo amore i cuori che hai creato.
Solista: Difendici dal nemico, reca la pace in dono,
la tua guida invincibile ci preservi dal male.

Tutti:     Visita le nostre menti riempi del tuo amore i cuori che hai creato.
O luce d’eterna luce, svelaci il gran mistero di Dio Padre e
del Figlio uniti nell’Amore.

In preghiera con Maria (un mistero del S. Rosario)

Orazione
O Padre, che mandi il tuo Spirito come fuoco che riscalda e illumina il nostro cammino lungo le notti che la vita non risparmia, liberaci dai pericoli e guidaci alla tua presenza, perché possiamo annunciarti con coraggio e pazienza. Tu che vivi e regni con il tuo Figlio e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

3° Giorno Spirito, come colomba

Genesi 8,10-11
Noè fece uscire dall’arca una colomba. Essa tornò sul far della sera e aveva nel becco un ramoscello d’ulivo.
  Breve silenzio

Giona 1,1-3
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore. “Alzati, va a Ninive la grande città, e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me”. Giona però, si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore.
  Breve silenzio

Cantico dei Cantici 2,13-14
Alzati, amica mia, mia bella e vieni. O mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce. Perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro.
  Breve silenzio

Lc 3, 21-22
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
  Silenzio

Proposta di riflessione

La colomba, in ebraico, ionàh, è un animale altamente simbolico. Noè riceve da lei l’ulivo, sempre verde, eterno annuncio di pace tra Dio e la creazione, rinnovata dalle acque de diluvio, che l’hanno lavata dal peccato, dalla ribellione al Creatore, che ora si serve delle creature per rinnovare la sua alleanza con l’uomo, re della creazione, custode di essa per comando di Dio.

Viene chiamato così il profeta che doveva essere inviato a portare l’invito alla conversione, la buona notizia della salvezza al mondo pagano, che non conosceva dio e la felicità che dà la comunione con Lui: Questa è la vocazione d’Israele e della Chiesa e quindi di ciascuno di noi: siamo noi oggi le colombe dello Spirito, inviate a questa umanità, a questa grande città, piccola e povera davanti a Dio, perché lontana da lui, nella mentalità e nelle abitudini di vita, costruite troppo spesso sull’ingiustizia, la falsità, l’oppressione.

Colomba è anche il simbolo dell’amata, la sposa, la prediletta dello Sposo del Cantico dei Cantici, poema dell’amore fedele di Dio con il suo popolo Israele. Indica il fatto che la coppia di questa razza di uccelli è stabile e fedele e l’amato pensa così la sua unione d’amore con la sua amata, con ognuno di noi: siamo oggetto dell’amore fedele di Dio, che non viene meno anche davanti alle nostre piccole o grandi infedeltà.

Come colomba lo Spirito discende sul Figlio, leggero e delicato, perché segno di compiacenza, con un volo armonioso, segno dell’accordo perfetto tra il Padre e il Figlio. Su Gesù riposa la compiacenza del Padre: chi permette al Figlio di vivere in lui, riceve i suoi lineamenti e il Padre, guardandolo si compiace del cristiano, come del figlio prediletto.

Cresima è anche questo: lasciare che viva in noi la potenza dello Spirito, come è vissuta in Gesù.

Preghiera

Guida: Spirito del Battesimo,
Tutti: restaura in noi l’immagine di Cristo.

Guida: Spirito della Cresima,
Tutti: conferma la Chiesa nel tuo amore.

Guida: Spirito dell’Eucaristia,
Tutti: consumaci nell’unità.

Guida: Spirito della Penitenza,
Tutti: converti i nostri cuori.

Guida: Spirito della santa Unzione,
Tutti: deponi in noi il germe della futura risurrezione.

Guida: Spirito del Ordine sacro,
Tutti: rendici veri adoratori del Padre.

Guida: Spirito del santo Vincolo nuziale,
Tutti: santifica la Chiesa, sposa di Cristo.

In preghiera con Maria (un mistero del S. Rosario)

Orazione

O Padre, che, mandi il tuo Spirito per sostenere il nostro cammino di fedeltà al tuo amore eterno e tenerissimo, accogli la nostra povertà e perdona le nostre incorrispondenze al tuo dono immenso e fedele, che ci hai manifestato nel tuo Figlio, venuto nel mondo per rimanere con noi, per la potenza del tuo Spirito. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.

Curato da suor Andreina – Pie Discepole del Divin Maestro

http://www.parrocchie.it/