Archivio | 18 Maggio 2024

104 anni della nascita di Giovanni Paolo II°

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Karol Józef Wojtyla, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l´ultimo dei tre figli di Karol Wojtyla e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell´esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse.

Fu battezzato il 20 giugno 1920 nella Chiesa parrocchiale di Wadowice dal sacerdote Franciszek Zak; a 9 anni ricevette la Prima Comunione e a 18 anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all´Università Jagellónica di Cracovia.

Quando le forze di occupazione naziste chiusero l´Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.

A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall´Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch´esso clandestino.

Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell´Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1ÌŠ novembre 1946, per le mani dell´Arcivescovo Sapieha.

Successivamente fu inviato a Roma, dove , sotto la guida del domenicano francese P. Garrigou-Lagrange, conseguì nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce (Doctrina de fide apud Sanctum Ioannem a Cruce). In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda.

Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowi´c, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all´Università cattolica di Lublino la tesi: “Valutazione della possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler”. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.

Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l´ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell´Arcivescovo Eugeniusz Baziak.

Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967, del Titolo di S. Cesareo in Palatio, Diaconia elevata pro illa vice a Titolo Presbiterale.

Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) con un contributo importante nell´elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyla prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato.

I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero Petrino, quale 263° successore dell´Apostolo. Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è durato quasi 27 anni.

Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità aperta all´umanità intera. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati 104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma, ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333).

Più di ogni Predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni: alle Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato) hanno partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose [più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell´anno 2000], nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.

Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie da lui iniziati a partire dal 1994.

Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni, convocandoli in diversi Incontri di Preghiera per la Pace, specialmente in Assisi.

Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del tempo futuro.

Con l´Anno della Redenzione, l´Anno Mariano e l´Anno dell´Eucaristia, Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa.

Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione – nelle quali ha proclamato 1338 beati – e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa Teresa di Gesù Bambino.

Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231 in 9 Concistori (più 1 in pectore, che però non è stato pubblicato prima della sua morte). Ha convocato anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio.

Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).

Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche.

Ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica, alla luce della Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II. Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana.

A Papa Giovanni Paolo II, come privato Dottore, si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la soglia della speranza” (ottobre 1994); “Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio” (novembre 1996); “Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); “Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio 2005).

Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia.

Da quella sera e fino all´8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.

Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l´inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.

Il 27 aprile 2014 viene proclamato Santo.

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Preghiera per implorare Grazie per intercessione
di San Giovanni Paolo II

 

O Trinità Santa,

ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il Papa Giovanni Paolo II

e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua paternità,

la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore.

Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia

e nella materna intercessione di Maria

ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore,

e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria

quale strada per raggiungere la comunione eterna con te.

Concedici, per sua intercessione, secondo la tua volontà,

la grazia che imploriamo.

Amen.

 

con approvazione ecclesiastica

 

Recitare con frutto il S. Rosario n. 5

Recitare con frutto il S. Rosario n. 5

Innamorati di Maria

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-Conoscere il S. Rosario (terza parte)-


Oggi proseguiamo la scoperta del S. Rosario con Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Loro ci spiegheranno che la recita del S. Rosario non deve essere solo una ripetizione di preghiere di Pater-Ave-Gloria, ma integrata con la contemplazione dei misteri cristologici rendendo questa preghiera assolutamente unica: 

I ricordi di Maria
Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: « Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore » (Lc 2, 19; cfr 2, 51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il ‘rosario’ che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena.
Ed anche ora, tra i canti di gioia della Gerusalemme celeste, i motivi del suo grazie e della sua lode permangono immutati. Sono essi ad ispirare la sua materna premura verso la Chiesa pellegrinante, nella quale Ella continua a sviluppare la trama del suo ‘racconto’ di evangelizzatrice. Maria ripropone continuamente ai credenti i ‘misteri’ del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria.

Rosario, preghiera contemplativa
Il Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato.
Nel percorso spirituale del Rosario, basato sulla contemplazione incessante – in compagnia di Maria – del volto di Cristo, questo ideale esigente di conformazione a Lui viene perseguito attraverso la via di una frequentazione che potremmo dire ‘amicale’. Essa ci immette in modo naturale nella vita di Cristo e ci fa come ‘respirare’ i suoi sentimenti. Dice in proposito il beato Bartolo Longo: « Come due amici, praticando frequentemente insieme, sogliono conformarsi anche nei costumi, così noi, conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la Comunione, possiamo divenire, per quanto ne sia capace la nostra bassezza, simili ad essi, ed apprendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto ».

Rosario, via di assimilazione del mistero
La meditazione dei misteri di Cristo è proposta nel Rosario con un metodo caratteristico, atto per sua natura a favorire la loro assimilazione. È il metodo basato sulla ripetizione. Ciò vale innanzitutto per l’Ave Maria, ripetuta per ben dieci volte ad ogni mistero. Se si guarda superficialmente a questa ripetizione, si potrebbe essere tentati di ritenere il Rosario una pratica arida e noiosa. Ben altra considerazione, invece, si può giungere ad avere della Corona, se la si considera come espressione di quell’amore che non si stanca di tornare alla persona amata con effusioni che, pur simili nella manifestazione, sono sempre nuove per il sentimento che le pervade.
Una cosa è chiara: se la ripetizione dell’Ave Maria si rivolge direttamente a Maria, con Lei e attraverso di Lei è in definitiva a Gesù che va l’atto di amore. La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero ‘programma’ della vita cristiana. San Paolo ha enunciato questo programma con parole infuocate: « Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno » (Fil 1, 21). E ancora: « Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Gal 2, 20). Il Rosario ci aiuta a crescere in questa conformazione fino al traguardo della santità.

A questo punto aggiungiamo i pensieri di Giovanni XXIII, riportate nella Lettera Apostolica “IL RELIGIOSO CONVEGNO”, continuando e approfondendo i pensieri di Giovanni Paolo II: “É vero che, presso alcune anime meno educate a sollevarsi oltre l’omaggio labiale, esso può venir recitato come monotona successione delle tre preghiere: il Pater Noster, l’Ave Maria e il Gloria, disposte nell’ordine tradizionale di quindici decine. Questo, senza dubbio, è già qualche cosa. Ma — dobbiamo pur ripeterlo — è solo avviamento o risonanza esteriore di confidente preghiera, piuttosto che vibrante elevazione dello spirito a colloquio col Signore, ricercato nella sublimità e tenerezza dei suoi misteri di amore misericordioso per la umanità tutta intera.
La vera sostanza del Rosario ben meditato è costituita da un triplice elemento che dà alla espressione vocale unità e coesione, discoprendo in vivace successione gli episodi che associano la vita di Gesù e di Maria, in riferimento alle varie condizioni delle anime oranti e alle aspirazioni della Chiesa universale.
Per ogni decina di Ave Maria ecco un quadro, e per ogni quadro un triplice accento, che è al tempo stesso: contemplazione mistica, riflessione intima, e intenzione pia.

 

Contemplazione mistica
Anzitutto, contemplazione pura, luminosa, rapida di ogni mistero, cioè di quelle verità della fede che ci parlano della missione redentrice di Gesù. Contemplando ci si trova. in una comunicazione intima di pensiero e di sentimento con la dottrina e con la vita di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, vissuto sulla terra a redimere, a istruire, a santificare: — nel silenzio della vita nascosta, fatta di preghiera e di lavoro, — nei dolori della sua beata Passione, — nel trionfo della Resurrezione: come nella gloria dei cieli, ove siede alla destra del Padre, sempre in atto di assistere e di vivificare di Spirito Santo la Chiesa da Lui fondata, e progrediente nel suo cammino attraverso i secoli.

Riflessione intima
Il secondo elemento e la riflessione che dalla pienezza dei misteri di Cristo si diffonde in viva luce sopra lo spirito dell’orante. Ciascuno avverte nei singoli misteri l’opportuno e buon insegnamento per sé in ordine alla propria santificazione e alle condizioni in cui vive e sotto la continua illuminazione dello Spirito Santo, che dal profondo dell’anima in grazia « sollecita per noi con gemiti inenarrabili »,  ognuno raffronta la sua vita col calore di insegnamento, che sgorga da quei medesimi misteri, e ne trova inesauribili applicazioni per le proprie necessita spirituali, come per quelle del vivere suo
quotidiano.

Intenzione pia
In ultimo è intenzione: cioè inclinazione di persone, o istituzioni, o necessità di ordine personale e sociale , che per un cattolico veramente attivo e pio rientrano nell’esercizio della carità verso i fratelli, carità che si diffonde nei cuori ad espressione vivente della comune appartenenza al corpo mistico di Cristo.
In tal modo il Rosario diventa supplica universale delle anime singole e dell’immensa comunità dei redenti, che da tutti i punti della terra si incontrano in una unica preghiera : sia nella invocazione personale, a implorazione di grazie per i bisogni individuali di ciascuno; come nel partecipare al coro immenso e unanime di tutta la Chiesa per i grandi interessi dell’intera umanità. La Chiesa, quale il Redentore Divino la volle, vive tra le asprezze, le avversità e le tempeste di un disordine sociale che sovente si volge in minaccia paurosa; ma i suoi sguardi sono fissi e le energie della natura e della grazia sempre protese verso il supremo destino delle eterne finalità.

 

Nel prossimo numero continueremo ad ascoltare i consigli di Giovanni Paolo II, il Papa devotissimo al S. Rosario. Pregando come ci suggerisce lui è come pregare con lui!

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

Secondo san Dionigi, nulla di più divino, di più nobile, di più gradito a Dio quanto il cooperare alla salvezza delle anime e rovesciare i perfidi piani del demonio che tutto mette in opera per perderle. Questo fu il motivo per cui il Figlio di Dio scese sulla terra; egli, fondando la Chiesa, aveva distrutto il dominio di Satana. Purtroppo questo tiranno aveva ripreso forza esercitando crudele violenza sulle anime, nel secolo XI quando sorse l’eresia degli Albigesi, con tutti gli odi, le contese, i vizi più abominevoli che gli riuscì di far regnare nel mondo.

Quale il rimedio a questi grandi disordini? Come abbattere la forza di Satana? La Madonna, protettrice della Chiesa, per calmare la collera del Figlio, per estirpare l’eresia e riformare i costumi dei cristiani, offre come il mezzo più efficace la Confraternita del Rosario. E i fatti lo provarono: la carità si ravvivò, la frequenza ai sacramenti ritornò come nei primi secoli d’oro della Chiesa ed i costumi dei cristiani si riformarono.

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)