Archivio | 23 Maggio 2024

Recitare con frutto il S. Rosario n. 10

Recitare con frutto il S. Rosario n. 10

Innamorati di Maria

rosario

-Le preghiere che compongono il S. Rosario-
L’Ave Maria (prima parte)

 

Oggi iniziamo ad approfondire la preghiera dell’Ave Maria, o chiamata da S. Luigi Grignion de Monfort il Saluto angelico. La preghiera dell’Ave Maria ci è particolarmente cara soprattutto per le 1000 Ave Maria che recitiamo per l’Italia. Recitarla 1000 volte in un solo giorno, scandendo la giornata con il dolce Saluto angelico, ci porta a unirci intensamente all’amore materno della nostra Mamma Celeste. Il beato Alano della Rupe diceva: «Solo Gesù Cristo nato dalla Vergine Maria, è in grado di spiegarlo» ma noi desideriamo oggi a conoscerla meglio per poterla recitare con devozione.

L’Ave Maria è tanto ricca nel suo contenuto perché riassume nel modo più conciso tutta la teologia cristiana sulla Vergine santa. Essa contiene una lode e un’invocazione. La lode racchiude tutto ciò che costituisce la vera grandezza di Maria, e l’invocazione tutto ciò che le dobbiamo chiedere e possiamo attendere dalla sua bontà a nostro riguardo.

La SS. Trinità ne rivelò la prima parte; santa Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo, vi aggiunse la seconda; e la Chiesa, nel primo Concilio di Efeso (anno 431) ne suggerì la conclusione dopo aver condannato l’errore di Nestorio e definito che la Vergine è vera Madre di Dio. Il Concilio stabilì che la Vergine Maria venisse invocata sotto quel glorioso titolo con queste parole: «Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte».

La Vergine Maria è la persona alla quale fu rivolto questo divino Saluto per concludere l’affare più grande e più importante del mondo: gli uomini e la redenzione del genere umano. Ambasciatore di questo lieto annuncio fu l’angelo Gabriele, uno dei più alti principi della corte celeste.

Il Saluto angelico contiene la fede e la speranza dei patriarchi, dei profeti e degli apostoli. È la costanza e la forza dei martiri, la scienza dei dottori, la perseveranza dei fedeli e la vita dei religiosi (Beato Alano). È il cantico nuovo della legge di grazia, la gioia degli angeli e degli uomini, il terrore e la confusione dei demoni.

Grazie al Saluto angelico, Dio si fece uomo, una vergine divenne Madre di Dio, le anime dei giusti furono liberate dal limbo, le rovine del cielo vennero riparate ed i troni vuoti riempiti; il peccato fu perdonato, la grazia ci fu data, i malati furono guariti, i morti risuscitati, gli esiliati richiamati, la SS. Trinità fu placata e gli uomini ottennero la vita eterna. Insomma, il Saluto angelico è l’arcobaleno, il segno della clemenza e della grazia da Dio concesse al mondo (Beato Alano).

Se il Saluto angelico dà gloria alla SS. Trinità, esso è anche la lode più perfetta che noi possiamo rivolgere a Maria. «Santa Matilde desiderava conoscere il modo migliore per testimoniare la tenerezza della sua devozione alla Madre di Dio. Un giorno, rapita in estasi vide la Vergine santissima che portava sul petto a caratteri d’oro le parole del Saluto angelico. E le disse: “Sappi, figlia mia, che nessuno può onorarmi con un saluto più gradito di quello che l’adorabile Trinità mi rivolse per mezzo dell’angelo e con il quale mi elevò alla dignità di Madre di Dio. Con la parola “Ave”, che è il nome di Eva, appresi come Dio con la sua onnipotenza mi avesse preservata da ogni macchia di peccato e dalle miserie alle quali andò soggetta la prima donna. Il nome “Maria”, che significa Signora, fa capire che Dio mi riempì di sapienza e di luce perché illuminassi, come astro lucente, il cielo e la terra. Le parole “piena di grazia” mi ricordano che lo Spirito Santo mi ricolmò talmente di grazie da poter renderne partecipi in abbondanza quanti le domandano per mia intercessione. Dicendomi: “Il Signore è con te”, si rinnova nel mio cuore l’ineffabile gioia che provai quando il Verbo eterno si incarnò nel mio seno. Quando odo le parole: “tu sei benedetta fra le donne”, lodo la misericordia di Dio che mi elevò a così alto grado di felicità. Infine, alle parole: “e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù”, tutto il cielo si rallegra con me di vedere mio figlio Gesù adorato e glorificato per aver salvato gli uomini”» (Rosier mystique, 2ª decina, c. 9).

Continueremo ad approfondire questa meravigliosa preghiera nella prossima puntata. Ave Maria!

 

 

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

Nel 1349 la giustizia divina colpì tutti i regni d’Europa con la più orribile peste che fosse mai venuta. Partita dal Levante si diffuse in Italia, in Germania, in Francia, in Polonia, in Ungheria. Quasi tutti questi paesi furono devastati talmente che di cento uomini appena uno sopravvisse. Nei tre anni che durò il contagio, le città, le borgate, i villaggi, i monasteri furono quasi completamente spopolati. A questo flagello di Dio ne seguirono altri due: l’eresia dei Flagellanti ed il funesto scisma del 1376.

19. Quando finalmente, per divina misericordia, queste calamità cessarono, la Vergine santa ordinò al beato Alano della Rupe, illustre dottore e predicatore di fama dell’Ordine di S. Domenico del convento di Dinan in Bretagna, di rinnovare l’antica Confraternita del santo Rosario. Così, per disposizione della Vergine, l’onore di ristabilire la nota confraternita toccò a un religioso della stessa provincia dove essa era nata.

Per compiere quest’opera il beato Alano cominciò a lavorare nel 1460, specialmente dopo che Nostro Signore Gesù Cristo — come egli stesso riferisce — gli disse dall’Ostia Santa mentre celebrava la Messa, per deciderlo a predicare il Rosario: «Ma come, di nuovo tu mi metti in croce?».

«Che dici mai, Signore?», rispose il beato Alano, spaventato.

«Sì, sono i tuoi peccati che mi crocifiggono — soggiunse Gesù Cristo — e preferirei venir crocifisso un’altra volta piuttosto che vedere il Padre mio nuovamente offeso dai peccati che hai commesso in passato. E anche adesso tu mi crocifiggi poiché possiedi la scienza e quanto occorre per predicare il Rosario di mia Madre e con questo mezzo istruire e togliere dal peccato tante anime in modo da salvarle ed impedire grandi mali, ma tu non lo fai e così sei colpevole dei peccati che si commettono». Questi tremendi rimproveri fecero decidere il beato Alano a predicare senza posa il Rosario.

 

 

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)