Recitare con frutto il S. Rosario n. 13

Recitare con frutto il S. Rosario n. 13

Innamorati di Maria

rosario

-Il S. Rosario nella meditazione-
Come abbiamo compreso attraverso le parole di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII, oltre a S. Luigi, il Rosario acquista la sua vera efficacia nella meditazione dei suoi misteri unita alle orazioni. Il noto esorcista don Gabriele Amorth ci spiega l’importanza e la necessità della meditazione nella recita del Rosario: “È più che mai vivo il ricordo della lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, con la quale Giovanni Paolo II, il 16 ottobre del 2002, incoraggiava di nuovo la cristianità a ricorrere a questa preghiera, così caldamente raccomandata da tutti gli ultimi pontefici e dalle ultime apparizioni mariane. Anzi, per rendere più completa quella prece che Paolo VI definiva “compendio di tutto il Vangelo”, aggiungeva i “misteri della luce”: cinque misteri riguardanti la vita pubblica di Gesù. Sappiamo bene come Padre Pio chiamava la corona: l’arma. Arma di straordinaria potenza contro Satana.
Un giorno un mio collega esorcista si sentì dire dal demonio:
“Ogni Ave è come una mazzata sul mio capo; se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario per me sarebbe finita”.
Ma quale è il segreto che rende tanto efficace questa preghiera? È che il Rosario è insieme preghiera e meditazione; preghiera rivolta al Padre, alla Vergine, alla SS. Trinità; ed è insieme meditazione cristocentrica. Infatti, come espone il S. Padre nella Lettera Apostolica citata, il Rosario è preghiera contemplativa: si ricorda Cristo con Maria, si impara Cristo da Maria, ci si conforma a Cristo con Maria, si supplica Cristo con Maria, si annuncia Cristo con Maria.”
Per recitare con frutto il Rosario dobbiamo imparare a contemplare i suoi misteri!
Il Rosario è autentico quando i misteri vengono meditati profondamente. Noi meditiamo le opere di Gesù e di Maria che, come ci spiega S. Luigi, possono anche essere chiamate fiori stupendi: “Il loro profumo e la loro bellezza sono noti soltanto a coloro che si avvicinano ad essi, ne aspirano la fragranza e ne aprono la corolla con una attenta e seria meditazione”.

I misteri del Rosario ben meditati ci portano a conoscere sempre di più il Signore attraverso il nostro cuore: “San Domenico distribuì la vita di Nostro Signore e della Vergine santa in quindici misteri che ci presentano le loro virtù e le principali azioni. Sono quindici quadri, le cui scene ci devono servire di regola e di guida nel nostro modo di vivere; quindici fiaccole per far luce ai nostri passi in questo mondo. Sono quindici specchi luminosi adatti per conoscere Gesù e Maria, per conoscere noi stessi e per accendere nel nostro cuore il fuoco del loro amore; quindici fornaci per consumarci totalmente nelle loro celesti fiamme” (aggiungiamo poi i 5 Misteri della Luce proposti da Giovanni Paolo II).

E’ proprio la nostra Madre del Cielo a chiedere di meditare i Misteri del Rosario a coloro che lo recitano: “Fu la Vergine santa ad insegnare a san Domenico questo eccellente modo di pregare quando gli ordinò di predicarlo per risvegliare la pietà dei cristiani e per far rivivere nei cuori l’amore per Gesù Cristo. Lo insegnò anche al beato Alano della Rupe: «La recita di centocinquanta Ave Maria è una preghiera molto utile — gli aveva detto — ed è un omaggio che gradisco immensamente. E questa recita del Saluto angelico mi piace ancor di più se coloro che la praticano vi uniranno la meditazione della vita, della passione e della gloria di Gesù Cristo, poiché tale meditazione è l’anima di questa preghiera». Infatti, senza la meditazione dei sacri misteri della nostra redenzione, il Rosario sarebbe quasi come un corpo senz’anima, una materia eccellente priva di forma, poiché è proprio la meditazione che distingue il Rosario dalle altre devozioni“.

Quali sono i Misteri del Rosario?

La prima parte del Rosario contiene cinque misteri:

I- Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine
II- Visitazione di Maria a santa Elisabetta
III- Nascita di Gesù Cristo
IV- Presentazione del bambino Gesù al tempio e la Purificazione della santa Vergine
V- Ritrovamento di Gesù nel tempio fra i dottori.

Questi misteri si chiamano gaudiosi a causa della gioia che recarono all’universo intero. La Vergine santa e gli angeli furono inondati di gioia nel felice istante in cui il Figlio di Dio si incarnò. Santa Elisabetta e san Giovanni Battista furono pieni di gioia per la visita di Gesù e di Maria. Il cielo e la terra si rallegrarono alla nascita del Salvatore. Simeone fu consolato e riempito di gioia quando ricevette Gesù fra le braccia. I dottori erano rapiti di ammirazione nell’ascoltare le risposte di Gesù. E chi saprà esprimere la gioia di Maria e di Giuseppe nel ritrovare Gesù dopo tre giorni di assenza?

La seconda parte del Rosario si compone anch’essa di cinque misteri, detti Misteri dolorosi perché ci presentano Gesù oppresso dalla tristezza, coperto di piaghe, carico di obbrobri, di dolori e di tormenti.

I- Preghiera di Gesù e la sua Agonia nel giardino degli Ulivi
II- La sua Flagellazione
III- La sua Coronazione di spine
IV- Salita di Gesù al Calvario, carico della Croce
V- La sua Crocifissione e morte sul Calvario.

La terza parte del Rosario contiene cinque altri misteri detti gloriosi perché in essi contempliamo Gesù e Maria nel trionfo e nella gloria.

I- Risurrezione di Gesù Cristo
II- Ascensione al cielo
III- Discesa dello Spirito Santo sugli apostoli
IV- Assunzione della gloriosa Vergine
V- La sua Incoronazione.

La quarta parte del Rosario contiene i misteri detti della Luce perché si contemplano episodi della vita pubblica di Gesù, lui che è la «luce che illumina ogni uomo».

I- Battesimo di Gesù al Giordano
II- Segno di Cana
III- Annuncio del Regno di Dio
IV- Trasfigurazione di Gesù
V- Istituzione dell’Eucaristia

Sono questi i venti fiori profumati del Roseto mistico sui quali le anime pie amano posarsi come api industriose per coglierne il succo mirabile e comporre il miele di una solida devozione.

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

La Madonna rivelò un giorno al beato Alano della Rupe che dopo il santo sacrificio della Messa, la prima e più viva memoria della passione di Nostro Signore, non vi è devozione più eccellente e più meritoria del Rosario, il quale è come un secondo memoriale e una rappresentazione della vita e della passione di Gesù.

Il padre Dorland riferisce che la Vergine santa disse un giorno al venerabile Domenico, certosino, devotissimo del Rosario, residente a Treviri nel 1431: «Ogni volta che un fedele recita in stato di grazia il Rosario meditando i misteri della vita e della passione di Gesù, ottiene piena e totale remissione dei suoi peccati». Anche al beato Alano ella disse: «Sappi che sebbene siano già numerose le indulgenze concesse al mio Rosario, io ne aggiungerò molte altre per ogni cinquanta Ave Maria in favore di quanti le reciteranno in stato di grazia e devotamente in ginocchio. A chi avrà perservato nella recita del Rosario in quelle condizioni e meditandone i quindici misteri, otterrò al termine della sua vita, come ricompensa del buon servizio, che gli siano pienamente rimesse e la colpa e la pena di tutte le sue mancanze. Tutto ciò non ti sembri incredibile; mi è facile, poiché sono la Madre del Re dei cieli, che mi chiama piena di grazia, e se ne sono piena, ne distribuirò ampiamente ai miei cari figli».

 

 

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)

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