Archivio | 30 Maggio 2024

Ss. Corpo e Sangue di Cristo – Corpus Domini

Ss. Corpo e Sangue di Cristo
Innamorati di Maria

corpus domini

La celebrazione della solennità del “Corpo e Sangue di Cristo”, introdotta da papa Urbano IV nel 1264, è per noi oggi motivo di riflessione, di lode e ringraziamento e di profonda adorazione e contemplazione.

È tornare con il cuore e la mente alle radici del nostro essere Chiesa, del nostro vivere e del nostro morire. È tuffarci in modo tutto particolare nelle sorgenti della salvezza. Ad ogni Celebrazione Eucaristica è il Signore che viene a noi e ci raduna come popolo perché, “in festosa assemblea celebriamo il sacramento pasquale del suo Corpo e del suo Sangue”. Egli è l’unico, sommo ed eterno sacerdote che per noi diviene offerta sull’altare della croce e che a noi si offre oggi “in apparenza umile(S. Francesco).

Il pane e il vino, che per le mani del sacerdote diverranno il Corpo e il Sangue del Signore, sono il segno di un Dio che mai si stanca di incarnarsi per essere accanto all’uomo. Egli “ogni giorno si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del sacerdote”. E’ il mistero dell’incarnazione che si rinnova ad ogni celebrazione. È mistero d’amore che rinnova il sacrificio di Cristo contemplato e celebrato dalla Chiesa nel Triduo Pasquale.

La solennità odierna, è bene ricordarlo, riunisce le due antiche celebrazioni del “Corpo di Cristo” e del “Preziosissimo Sangue“.

Per cogliere che cosa sia l’Eucaristia, è necessario riferirsi al gesto fondante di Gesù Cristo; Gesù Cristo ha voluto un gesto semplice: durante un pasto, ha preso del pane e del vino. È finito il culto grandioso dell’Antico Testamento con i suoi sacrifici spettacolari. Gesù ha preso quanto c’era di più ordinario per restare alla portata di tutti … “per molti”…

Gesù Cristo ha inteso fare un gesto d’amore: in questo pane che è il suo corpo, in questo vino che è il suo sangue, egli dona se stesso. Si darà sulla croce fino alla fine; ma la sera del Giovedì Santo ha concentrato tutto il suo amore nel suo Corpo e nel suo Sangue… L’Eucaristia può essere compresa soltanto nell’amore. Gesù Cristo ha inteso fare un gesto di offerta, ha istituito l’Eucaristia perché questi avvenimenti salvifici non rimanessero imprigionati nella storia, ma fossero presenti a tutti gli uomini di ogni tempo. Gesù Cristo ci trascina così nel movimento del suo dono; egli continua in mezzo a noi, attraverso di noi e con noi, a offrirsi al Padre: “Egli volle perpetuare nei secoli il memoriale della sua passione”.

Onoriamo e adoriamo oggi il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce in me anche quando non ci penso, anche quando dormo si trasforma in carne, sangue, energie vitali.

Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che vuole trasformare la mia vita nella sua. L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede.

Se guardo a me stesso, mi trovo sempre piccolo, imperfetto, peccatore, pieno di limiti. Eppure Dio mi ama, come ama tutti gli uomini, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore.

L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa. È invece una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge tutta la mia vita: deve rendermi disponibile ad amare il prossimo, fino a dare la mia vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato.

Una ragazza venne in India per unirsi alle “Missionarie della Carità”.

Da noi c’è la regola che le nuove arrivate vadano alla Casa dei morenti. Allora io dissi a quella ragazza: “Hai visto, durante la Messa, con quanto amore e rispetto il sacerdote toccava Gesù nell’ostia. Fa’ così anche tu, quando sarai alla Casa dei morenti, perché nei corpi distrutti dei nostri poveri c’è proprio quello stesso Gesù”.

Andarono. Dopo tre giorni la nuova venuta ritornò e mi disse con un grande sorriso (non ho mai veduto un sorriso simile): “Madre, ho toccato il Corpo di Cristo per tre ore di seguito”.

Le chiesi: “Come?, e lei mi rispose: “Quando siamo arrivate là, avevano appena portato un uomo che era caduto in una fogna e c’era rimasto per un bel po’ di tempo. Era coperto di ferite, di sporcizia e di vermi, e io l’ho pulito. E sapevo che stavo toccando il corpo di Cristo”.

È stata una cosa bellissima!

Madre Teresa di Calcutta

Da oggi: NOVENA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

NOVENA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

(30 maggio – 7 GIUGNO)
Innamorati di Maria

Recita della Coroncina al Cuore Immacolato di Maria:

1. Cuore Immacolato di Maria, modello di fedeltà nell’adempimento di tutti i doveri, fa’ che anch’io compia con la stessa prontezza e costanza i miei doveri verso Dio, me stesso e il prossimo.

Ave Maria

2. Cuore Immacolato di Maria, pieno di grazia, tabernacolo dell’Altissimo, fa’ che anch’io viva la vita della grazia; mi consideri quale tempio vivo dello Spirito Santo; fugga ad ogni costo il peccato e ripari con la conversione costante le colpe passate.

Ave Maria

3. Cuore Immacolato di Maria, beato fra tutti per la tua fede nella parola di Dio, fa’ che io creda fermamente e con gioia a tutte le verità rivelate, e conservi gelosamente il tesoro della mia fede.

Ave Maria

4. Cuore Immacolato di Maria, in tutto e sempre conforme al volere di Dio, fa’ che anch’io non dimentichi mai che il mio fine sulla terra è quello di fare la volontà di Dio, qualunque essa sia e a qualunque costo.

Ave Maria

5. Cuore Immacolato di Maria, unito continuamente a Dio in una perfetta vita interiore, fa’ che io pure mi elevi a Dio con tutta l’anima nel raccoglimento e nella preghiera.

Ave Maria

6. Cuore Immacolato di Maria, profondamente umile, nonostante l’altissima dignità di Madre di Dio, ottienimi la grazia di riconoscere il mio nulla, di accettare le inevitabili umiliazioni della vita e di non cercare mai la lode umana.

Ave Maria

7. Cuore Immacolato di Maria, ottienimi la grazia di amare quella purezza di cuore che Gesù proclamò vera beatitudine in terra, e indispensabile virtù per vedere Dio nel cielo.

Ave Maria

8. Cuore Immacolato di Maria, mite come quello del tuo divin Figlio, ottienimi la grazia di saper vincere ogni impeto d’ira, ogni risentimento di fronte alle difficoltà, contraddizioni e offese.

Ave Maria

9. Cuore Immacolato di Maria, sereno sempre fra i più atroci dolori, ottienimi la grazia di ripetere nelle varie prove della vita il mio Fiat sereno e cristiano.

Ave Maria

10. Cuore Immacolato di Maria, esemplare di soggezione all’autorità familiare, religiosa e civile, fa’ che io ti imiti riconoscendo sempre nei miei legittimi superiori i rappresentanti di Dio.

Ave Maria

11. Cuore Immacolato di Maria, tutto bontà materna verso i tuoi figli nelle loro necessità, fa’ che anch’io ami il mio prossimo come me stesso, non rifiutando mai il sostegno, la preghiera e l’aiuto.

Ave Maria

12. Cuore Immacolato di Maria, tutto ardente per la salvezza delle anime, fa’ che io pure senta lo spirito di apostolato per i peccatori e per gli infedeli, e di compassione per le anime del Purgatorio e lavori con tutte le mie forze a dilatare nel mondo il regno di Gesù Cristo e ad accrescere nel cielo il numero dei santi.

Ave Maria

Preghiera al Cuore Immacolato di Maria

O Cuore Immacolato di Maria, colmo di bontà,

mostra il tuo amore verso di noi.

La fiamma del tuo cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.

Noi ti amiamo immensamente.

Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di te.

O Maria, mite e umile di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato.

Tu sai che tutti gli uomini peccano.

Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale.

Fa’ che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo cuore materno

e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo cuore. Amen.

La potenza del S. Rosario 5


“Per ricompensarti del piccolo servizio che mi hai reso portando la corona…”

rosario
Alfonso, re di Léon e di Galizia, desiderando che i suoi domestici onorassero la Vergine santa col Rosario, pensò bene di portare al fianco una grossa corona per incitarli con il suo esempio, senza ch’egli, tuttavia, si obbligasse a recitarlo; in tal modo indusse tutti i componenti la corte a recitarlo devotamente. Il re si ammalò e giunse agli estremi. Lo si credeva già morto, ed invece era semplicemente rapito in estasi e portato davanti al tribunale di Gesù Cristo. Vide i demoni che l’accusavano di tutti i delitti che aveva commesso; il divin Giudice era già sul punto di condannarlo alla pena eterna, quando la Vergine intervenne presso il Figlio per intercedere in favore del re. Si prese allora una bilancia, si buttarono su un piatto tutti i peccati del re; la Madonna gettò sull’altro piatto il grosso Rosario che Alfonso aveva portato per onorarla, vi aggiunse i Rosari che, dietro il suo esempio, aveva fatto recitare. Tutto questo pesò più dei peccati; ed allora la Vergine gli disse guardandolo benignamente: “Per ricompensarti del piccolo servizio che mi hai reso portando la corona, ti ho ottenuto da mio Figlio di vivere ancora per alcuni anni, Impiegali bene e fai penitenza”.
Ritornato in sé il re esclamò: “O benedetto Rosario della Vergine, al quale devo di essere sfuggito dalla dannazione eterna!”. E dopo aver riacquistato la salute, fu sempre devoto del Rosario che recitò ogni giorno.
Che i devoti della Vergine santa si studino di attirare il maggior numero possibile di fedeli nella recita del santo Rosario, ad esempio di questo re; godranno dei suoi favori quaggiù e la vita eterna. “Chi mi mette in luce avrà la vita eterna” (Sir 24,31).