Archivio | 24 Maggio 2024

Recitare con frutto il S. Rosario n. 11

Recitare con frutto il S. Rosario n. 11

Innamorati di Maria

rosario

-Le preghiere che compongono il S. Rosario-
L’Ave Maria (seconda parte)

 

Fra le mirabili cose rivelate dalla Vergine santa al beato Alano della Rupe tre sono di maggior rilievo: la prima, che è segno probabile e prossimo di riprovazione eterna la negligenza, la tiepidezza e l’avversione per il Saluto angelico, che ha restaurato il mondo; la seconda, che i devoti di tale saluto divino dispongono di un grandissimo pegno di predestinazione; la terza, che quanti hanno ricevuto da Dio la grazia di amare la Vergine santa e di servirla con affetto, devono essere estremamente solleciti a continuare ad amarla e servirla, finché suo Figlio per mezzo di lei non li abbia fatti cittadini del cielo, nel grado di gloria proporzionato ai loro meriti.

S. Luigi, molto severamente, sottolinea i comportamenti errati di alcuni che non sanno dare il giusto valore alla preghiera di Ave Maria: “Gli eretici, tutti figli del demonio che portano segni evidenti della loro riprovazione, hanno in orrore l’Ave Maria. Imparano bensì il Padre nostro, ma l’Ave Maria no: preferirebbero portare addosso un serpente piuttosto che la corona o un rosario. Anche fra i cattolici coloro che recano il marchio della riprovazione non si curano della corona e del Rosario, ne trascurano la recita oppure lo dicono con tiepidezza e in fretta”.

E continua a spiegarci alcune sfumature: “La mia Ave Maria, il mio Rosario o la mia corona è la mia preghiera, è la mia più sicura pietra di paragone per distinguere quelli che sono condotti dallo spirito di Dio da quelli che sono nell’illusione dello spirito maligno. Ho conosciuto anime che sembrava volassero come aquile fino alle nubi con la loro sublime contemplazione, ed erano invece disgraziatamente ingannate dal demonio. Ed ho potuto scoprire la loro illusione soltanto con l’Ave Maria ed il Rosario che essi rigettavano come non meritevoli di stima”.

Ecco allora il valore dell’Ave Maria e cosa questa preghiera può donare a un’anima: “L’Ave Maria è una rugiada celeste e divina che cadendo nell’anima di un predestinato, le comunica una fecondità meravigliosa per produrre ogni sorta di virtù. E più l’anima è irrigata da questa preghiera, più diviene illuminata nello spirito, infiammata nel cuore e fortificata contro ogni suo nemico. L’Ave Maria è una freccia penetrante ed infocata: se un predicatore la fa precedere alla parola di Dio che annuncia, acquista la forza di trafiggere, commuovere e convertire i cuori più induriti, anche se egli non sia dotato di molti talenti naturali per la predicazione. Fu questa la saetta segreta che la Vergine santa suggerì a san Domenico e al beato Alano come la più efficace per convertire gli eretici e i peccatori. Da qui è nata l’abitudine dei predicatori — ce l’afferma sant’Antonino — di recitare un’Ave Maria all’inizio dei loro discorsi”.

L’Ave Maria, ci spiega S. Luigi, attira su di noi una copiosa benedizione di Gesù e di Maria. È infallibilmente certo, infatti, che Gesù e Maria ricompensano in modo magnifico chi li glorifica; essi ricambiano al centuplo le benedizioni ricevute. «Io amo coloro che mi amano… per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro forzieri» (Pr 8,17.21). È quanto ci dicono apertamente Gesù e Maria: «Amiamo quelli che ci amano, li arricchiamo e colmiamo i loro scrigni». «Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà» (2 Cor 9,6). Orbene, recitare devotamente il Saluto angelico non è forse amare, benedire e glorificare Gesù e Maria?

In ogni Ave Maria rivolgiamo una doppia benedizione, una a Gesù e una a Maria: «Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù». Inoltre con ogni Ave Maria rendiamo a Maria lo stesso onore che Dio le rese salutandola per bocca dell’arcangelo Gabriele. Ora, chi potrebbe pensare che Gesù e Maria, i quali tante volte fanno del bene a chi li maledice, rispondano con maledizioni a quelli e quelle che li benedicono ed onorano con l’Ave Maria? Sarebbe forse la Regina del cielo — si chiedono san Bernardo e san Bonaventura — meno riconoscente e onesta delle persone di qualità elevata in questo mondo? Tutt’altro: ella le supera anzi in questa virtù come in tutte le altre perfezioni; perciò non consentirà mai che noi l’onoriamo con rispetto e che ella non ci renda il centuplo. «Maria — soggiunge san Bonaventura — ci saluta con la grazia se noi la salutiamo con l’Ave Maria».

Ed allora, chi mai potrà farsi un’idea delle grazie e benedizioni che il saluto e lo sguardo benigno di Maria attirano su di noi?

Nel momento stesso in cui intese il saluto rivoltole dalla Madre di Dio, santa Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed il bambino che portava in seno trasalì di gioia. Se ci rendiamo degni del saluto e delle benedizioni scambievoli della Vergine santa, noi pure, senza dubbio saremo riempiti di grazia e un torrente di consolazioni spirituali si riverserà nella nostra anima”.

Nella prossima mail concludiamo le riflessioni sulla preghiera di Ave Maria per poi trattare il tema sul valore della meditazione nella recita del Rosario!

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO

«Il beato Alano della Rupe ed altri autori, fra i quali il Bellarmino, riferiscono la storia di quel buon sacerdote che aveva consigliato a tre sorelle, sue penitenti, di recitare devotamente il Rosario tutti i giorni per un anno intero, al fine di confezionare un bel vestito di gloria alla Vergine Maria. Si tratta — egli diceva — di un segreto ricevuto dal cielo. Docili, le tre sorelle eseguirono puntualmente per un anno il consiglio. Ed ecco che la sera del giorno della Purificazione, quando esse erano già a letto, la Madonna, accompagnata dalle sante Caterina e Agnese, entrò nella loro camera. Era rivestita di un abito splendente di luce, sul quale era scritto da ogni lato in lettere d’oro: “Ave Maria gratia plena“. La celeste Regina si avvicinò al letto della sorella maggiore e le disse: “Ti saluto, figlia mia, che mi hai salutato così spesso e così bene. Vengo a ringraziarti del magnifico abito che mi hai confezionato“. Anche le due sante vergini accompagnatrici ringraziarono la giovane, poi tutte e tre scomparvero.

Un’ora dopo, la Vergine santissima ritornò, sempre accompagnata dalle due sante. Vestiva, questa volta, un abito verde, senza ricami in oro e senz’alcuno splendore. Si avvicinò al letto della seconda sorella e la ringraziò per l’abito che le aveva fatto con la recita del Rosario. Nella prima apparizione costei aveva notato che l’abito della Madonna era molto più splendente, e chiese il motivo della differenza. “Perché — rispose Maria — la tua sorella maggiore mi ha fatto un abito più bello, recitando meglio di te il Rosario“.

Circa un’ora dopo, la Madonna apparve una terza volta alla più giovane delle sorelle, vestita di uno straccio sporco e strappato e le disse: “O figlia, tu mi hai vestita così, ti ringrazio“. Piena di confusione, la giovinetta esclamò: “Possibile, Signora mia? Io vi ho vestita così male? Perdonatemi. Concedetemi del tempo per fare un abito più bello, recitando meglio il mio Rosario”.

Cessata la visione, la povera giovane afflittissima andò dal confessore per raccontargli quanto le era accaduto. Il sacerdote esortò lei e le altre sorelle a recitare il Rosario per un altro anno, con più perfezione che mai; così fecero. Trascorso l’anno, sempre nel medesimo giorno della Purificazione, sull’imbrunire, la Madonna riapparve alle tre sorelle. Era accompagnata come la prima volta dalle sante Caterina e Agnese che portavano delle corone, e vestiva un abito meraviglioso. Disse loro: “Siate certe, figlie mie, del paradiso, vi entrerete domani con grande gioia“. A ciò tutte e tre risposero: “Il nostro cuore è pronto, nostra cara Signora, il nostro cuore è pronto”. La visione disparve.

Quella stessa notte le sorelle, colte da malore, mandarono a chiamare il loro confessore, ricevettero da lui gli ultimi sacramenti e lo ringraziarono di aver insegnato loro quella santa pratica. Dopo compieta la Madonna apparve loro ancora, accompagnata da un gran numero di vergini, fece rivestire le tre sorelle con abiti bianchi, dopo di che esse si avviarono verso la celeste patria mentre gli angeli cantavano: “Venite, spose di Cristo, ricevete le corone che vi sono preparate nell’eternità”» (J. A. Coppestein, Beati F. Alani redivivi tractatus mirabilis, c. 70).

 

 

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)

 

Buon Compleanno Innamorati di Maria!

mamma celeste

Innamorati di Maria
compie 27 anni!
24/05/1997 – 24/05/2024

Carissimi amici, oggi 24 maggio 2024, festa di Maria Ausiliatrice, Innamorati di Maria compie ben 27 anni di attività in Internet!

Offriamo una preghiera speciale per ringraziare la Mamma del nostro incontro in rete e per aver permesso la creazione di Innamorati di Maria.
Ogni iscritto è stato chiamato qui da Lei: un grazie prima di tutto alla Mamma per averci condotti qui, e un grazie a voi tutti che siete fedeli al Suo richiamo. Voi ogni giorno testimoniate con le vostre parole l’amore che nutrite per Gesù e per Maria!
Grazie fratelli, grazie a tutti gli iscritti e followers
e
GRAZIE MAMMA CELESTE!
Buon compleanno Innamorati!
Affidamento e supplica a Maria Ausiliatrice
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Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.
Noi ci affidiamo a te, Ausiliatrice dei Cristiani
e ti eleggiamo Madre e Regina di Innamorati di Maria.

Degnati di mostrare tra noi il tuo potente aiuto,
perché ogni iscritto sia preservato
da ogni pericolo, danno e disgrazia.

Benedici, proteggi e custodisci come cosa e proprietà tua
le persone
che sono iscritte e si iscriveranno a questo gruppo;
unisci i nostri cuori nella fede e rendici operosi nella carità;
conservaci nella salute e nella pace
e aiutaci a ringraziare il Signore per questa nostra famiglia
che vuole vivere unita nell’amore.

Nelle tue mani noi mettiamo le gioie e i dolori della nostra vita
perché li presenti al Padre, insieme alle nostre speranze per l’avvenire.
Guida i nostri passi sulla via del bene e tienici lontani da ogni peccato.
Maria, Aiuto dei Cristiani, accogli la nostra supplica
ed intercedi per noi, presso Tuo Figlio,
Gesù Cristo Nostro Signore.
Amen.

Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice

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Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice

 

O Maria Ausiliatrice,

come il nostro padre Don Bosco fece con i ragazzi dell’oratorio di Valdocco,

in occasione del colera,

anche noi, in un mondo colpito dall’epidemia del Coronavirus,

vogliamo esprimere il nostro filiale affidamento al tuo Cuore di Madre.

Consola gli ammalati e le loro famiglie.

Sostieni i medici e gli operatori sanitari.

Aiuta tutti i membri della società e i governanti.

Accogli tutti coloro che sono morti a causa di questa epidemia.

Soprattutto rinnova in ciascuno di noi,

nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie

la fede nel tuo Figlio Gesù morto e risorto.

Facendo nostre le parole di Don Bosco Ti diciamo:

O Maria, Vergine potente,

Tu grande illustre presidio della Chiesa;

Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;

Tu terribile come esercito schierato a battaglia;

Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;

Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze

difendici dal nemico e nell’ora della morte

accogli l’anima nostra in Paradiso!

Amen

 

 

 

24 maggio: Maria Ausiliatrice

Maria Ausiliatrice

Innamorati di Maria

ausiliatrice

“Auxilium Christianorum”; ‘Aiuto dei Cristiani’, è il bel titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie a Lei dedicate dette anche Lauretane perché recitate inizialmente a Loreto. Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia. E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei fummo affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce. Ma la grande occasione dell’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana. Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato. Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa ‘Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).

Il culto pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi, finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con s. Giovanni Bosco a Torino. Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: “E allora incominciamo a fare qualcosa?”. S. Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 presso Castelnuovo d’Asti e ordinato sacerdote nel 1841, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio, qualche decennio prima, dal papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica. Il grande sacerdote, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco – Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo: la Congregazione di S. Francesco di Sales, sacerdoti chiamati normalmente ‘Salesiani di don Bosco’; le ‘Figlie di Maria Ausiliatrice’ suore fondate con la collaborazione di s. Maria Domenica Mazzarello e per ultimi i ‘Cooperatori Salesiani’ per laici e sacerdoti che intendono vivere lo spirito di ‘Don Bosco’, come è generalmente chiamato. Le Congregazioni sono così numerose, che si vede con gratitudine la benevola protezione di Maria Ausiliatrice nella diffusione di tante opere assistenziali ed a favore della gioventù. Ormai la Madonna Ausiliatrice è divenuta la ‘Madonna di Don Bosco’ essa è inscindibile dalla grande Famiglia Salesiana, che ha dato alla Chiesa una schiera di santi, beati, venerabili e servi di Dio; tutti figli che si sono affidati all’aiuto della più dolce e potente delle madri. Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come celeste Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est Europeo. Nella bella basilica torinese a Lei intitolata, dove il suo devoto figlio s. Giovanni Bosco e altre figure sante salesiane sono tumulate, vi è il bellissimo e maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del pittore Tommaso Lorenzone. Il significato dell’intero quadro è chiarissimo; come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli, gli apostoli rappresentano il papa ed i vescovi. Maria è la “Madre della Chiesa”; Ausiliatrice del popolo cristiano nella sua continua lotta per la diffusione del Regno di Dio.

Autore: Antonio Borrelli

Una storia singolare: Maria Ausiliatrice fonte di speranza e di gioia
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Per gli alunni dell’Oratorio Maria SS. era sempre madre pietosa e D. Bosco un tenero padre. “Io narra il giovane Battagliotti sono un giovanetto liberato da gravissima sciagura per intercessione dell’augusta Regina del Cielo. Animato dal vivo desiderio di percorrere la carriera degli studi, mi ero cal damente raccomandato al mio sig. Prevosto affinché mi aiutasse e consigliasse con la sua solita carità. Egli si adoperò e mi ottenne un posto nell’Oratorio di S. Francesco di Sales. Ero colmo di gioia e non attendevo altro che il mese di agosto per recarmi al luogo destinato, per tentare le prime prove e per cominciare il ginnasio. Ma che! Una grave sciagura venne a colpirmi e deluse ogni mia speranza. Una sera di maggio di quest’anno, mentre facevo la mia preghiera, caddi da un fienile sul duro selciato e rimasi come morto.

Passai due giorni ignaro di quanto fosse avvenuto di me e tutti giudicavano ad ogni istante che io dovessi rendere l’ultimo respiro. Avevo tutta la persona scompaginata, con una grave rottura. Tuttavia mediante le cure del medico e le sollecitudini dei miei parenti, dopo due giorni riacquistai l’uso dei sensi e poco per volta rinacque la speranza di guarigione. Ma quando mi sembrava di essere guarito, mi accorsi che il malore mi aveva lasciato un triste retaggio, vale a dire mi avvidi che avevo perduto la facoltà intellettiva e la memoria. Non si può esprimere il dolore e il dispiacere che ho provato nel vedermi così troncato il filo delle mie speranze. Ho fatto ripetute prove, ma non ero riuscito a farmi entrare in capo un periodo di un libro od un pensiero di cose scientifiche. Tuttavia travagliato dal desiderio dello studio, col consiglio del mio Prevosto, volli recarmi a fare almeno una prova nell’Oratorio di S. Francesco di Sales, dove altri miei compagni mi attendevano. Qui crebbe la mia desolazione. Passavo più ore sui libri, stavo con la massima attenzione nella scuola, ma nulla potevo né comprendere, né imparare. Nel vedere i miei condiscepoli di giorno in giorno progredire nelle lezioni ed io invece rimanermene senza profitto, privo di speranze passavo i miei giorni nella melanconia, nell’afflizione, nel pianto. Un mattino andai in sagrestia, mi presentai a D. Bosco e scoppiando in un pianto dirotto: D. Bosco, gli dissi, mi faccia guarire dal mio mal di capo. – Caro figlio, egli commosso mi rispose; vorrei saperti suggerire qualche rimedio efficace… ma… hai già fatto ricorso a Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani? Hai fiducia nella bontà del Signore e nella potenza dell’augusta sua Madre Maria SS? – Sì che l’ho e faccio tutto quel che posso per accrescerla. – Vieni, ascolta con devozione la S. Messa, e poi ci parleremo: e spera. Dopo che ebbe celebrata la S. Messa, mi condusse davanti all’altare della B. V. e mi disse: – Fa’ una novena, recita tutti i giorni tre Pater, Ave, Gloria a Gesù Sacramentato, con tre Salve Regina alla Madre di Dio con la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Se guarisci dal tuo male riconoscilo alla protezione di Maria Ausiliatrice e per la grazia ottenuta farai qualche oblazione per i lavori della Chiesa che in onore di Lei si va qui costruendo. – Farò quanto mi dice riguardo alle preghiere, ma essendo io un povero giovane, non posso fare alcuna oblazione. – Tu farai oblazione di preghiere, affinchè la SS. Vergine ispiri qualche suo devoto a fare oblazioni di altro genere; e per gratitudine verso la tua celeste benefattrice racconterai la grazia ricevuta. Tutto promisi, ed io sentivo in quel momento una fede così viva in cuore che già mi sembrava di essere guarito. Ma era illusione. Il male di capo continuò maggiormente, la mia testa sempre più confusa, la mia memoria sempre più alterata. Ogni giorno pregavo, mi raccomandavo alle preghiere dei miei Superiori e dei miei compagni, ma senza alcun risultato. Era l’ultimo giorno della novena ed io ero peggiorato e sentivo crescere i miei malori e per di più mi pareva che acuti chiodi mi fossero conficcati nel cervello. La sera di quel giorno, oppresso dal dolore, mi presentai a D. Bosco che appena mi vide, subito mi disse: – Ebbene, come stai? Hai migliorato? – Niente finora! Molto peggio di prima! Ho perduto ogni mia speranza! -Ragazzo che sei, perché dubitare? Va’ a fare la solita preghiera, riponi piena confidenza in Maria SS. Ausiliatrice e spera. Feci quanto mi veniva proposto; dopo andai a riposo. Mentre addolcivo i miei dolori con la speranza, senza sapere se dormissi o fossi desto, mi parve che una mano mi spingesse sollevando tutta la mia persona. • Io sono guarito, dissi subito, sentendomi pieno di vigore. Io sono guarito: lo stomaco, il capo non soffrono più alcun male. Colmo di gioia, a stento potei chiudere occhio in quella notte. Ma questa gioia crebbe mille volte di più, quando fattosi giorno ed aperti i libri di scuola, potei studiare la mia lezione, compiere i doveri scolastici, capire tutta la spiegazione del mio maestro. Debbo inoltre notare che non solo rimasi totalmente guarito delle facoltà intellettuali, ma anche dei mali corporali, cosi che ho potuto ripigliare le mie ordinarie occupazioni, con fondata speranza di continuare la carriera degli studi e giungere, se a Dio piacerà, allo stato ecclesiastico. Ognuno può facilmente comprendere qual sia stata la mia contentezza. L’allegria mi inondava il cuore e mi muoveva alle lagrime. Andai al medesimo altare a ringraziare Maria Ausiliatrice e racconterò sempre la grazia che per la potente intercessione di Lei ho ricevuto. Se mai qualche mio compagno leggerà questo fatto, non dimentichi di sperimentare la potenza di Maria Ausiliatrice, ricorrendo alla sua intercessione nei suoi particolari bisogni” (MB VIII 496-499) .

(Spiritualità Giovanile Salesiana) Maria Ausiliatrice – autore: AA.VV.